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I matrimoni poliandrici dei Nayar


I Nayar dell’India sud-occidentale praticano la poliandria e la loro società si fonda su gruppi di parenti interrelati dalla comune discendenza matrilineare. Questi gruppi, che detengono diritti collettivi sulla terra, sono chiamati tavari. I membri di un tavari vivono nella stessa casa e cooperano sul piano economico.
Tra i Nayar, una donna può avere più relazioni contemporanee o successive. E gli uomini che entrano in relazione con essa possono lasciare la casa della famiglia della ragazza dopo pochi giorni senza accampare diritti o contrarre doveri verso di lei. Neppure la ragazza è vincolata da obblighi nei confronti dell’uomo. Successivamente può verificarsi che alcuni degli uomini mantengano una relazione permanente con la donna, relazione chiamata sambandhan e che coinvolge i due individui in un rapporto di tipo formale: l’uomo deve offrire doni alla donna tre volte l’anno. Ciò lo autorizza a passare la notte in casa della donna quando vuole e ad avere diritti sessuali permanenti su di lei: ma non lo obbliga a fornirle alcun sostegno economico. Una donna può avere questo tipo di relazione con più di un uomo contemporaneamente. Quando la donna è incinta però, un uomo di condizione sociale pari o superiore alla sua deve riconoscere la paternità del nascituro, pena l’espulsione della donna dal suo tavari. Un uomo riconosce la paternità facendo doni alla donna e alla levatrice e mostra interesse per il neonato senza per questo contrarre obblighi di sorta nei confronti del figlio della donna, dal momento che è il tavari della madre a prendersene cura. Dopo di che, l’uomo torna al suo tavari pur continuando a mantenere relazioni di sambandhan con la donna, così come possono farlo altri individui legati a quest’ultima.

Tratto da ELEMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE di Anna Bosetti
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