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Pragmatismo di Dewey



Il pragmatismo in Dewey assume una configurazione particolare. La prima formazione di Dewey è di tipo neo-hegeliano. Per quanto egli abbia successivamente superato la fase idealistica, di Hegel rimase sempre la concezione che la realtà è una totalità rispetto alla quale le singole parti sono elementi costitutivi, non individualità indipendenti. Ma in seguita alla conoscenza dell’evoluzionismo darwiniano, egli concepisce la totalità non come spirito, bensì come natura, ossia come il risultato del continuo interagire tra il singolo organismo e l’ambiente in cui esso vive. La filosofia non è più uno strumento conoscitivo teso alla scoperta dell’Uno ma anzi deve essere strumento che deve rendere consapevole l’uomo dell’incessante conflittualità e disordine che emergono tra individuo e ambiente. Per questo il suo pragmatismo si traduce in strumentalismo naturalistico.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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