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Le piante di città e le pitture del Cinquecento

Alla fine del Cinquecento si penso di mettere in commercio un'opera che potesse competere con l'Ortelio: fu pubblicato a Colonia nel 1572 da Georg Braun un atlante delle città mondiali con il titolo di Civitate Orbis Terrarum. Le piante di città furono in genere opera di ingegneri militari e di tecnici, come Leonardo Bufalini, che pubblicò una delle prime grandi piante di Roma nel 1551, in dodici fogli e quattro strisce, carta che ebbe notevole influenza sulle carte successive. Altre celebri carte di Roma furono quelle di Pirro Ligorio, di Tempesta e di Nolli. La maggior parte delle carte sono in prospettiva, con punto di vista del Gianicolo. Per quel che riguarda l'Europa, molto importante è la Pianta di Parigi di Jacques Gomboust del 1652.
Anche nel Nuovo Mondo vennero fatte piante delle nuove città, come quella di Caracas (fondata a acacchiera rigorosa) ad opera di Santiago de Leon de Caracas. La costruzione e il disegno di piante di città è opera cartografica, ma anche architettonica e artistica. La carta geografica del Rinascimento ebbe anche una finalità estetica, per decorare, secondo la tecnica dell'affresco, le pareti di ville e palazzi. Il primo posto in questo campo spetta a Egnazio Danti, che eseguì pitture nella Galleria Vaticana. Altri affreschi importanti sono quelli della Sala del Mappamondo del Palazzo Farnese a Caprarola e quelli della Sala della Guardaroba del Palazzo Vecchio a Firenze. 

Tratto da CARTOGRAFIA E TERRITORIO NEI SECOLI di Elisabetta Pintus
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