Meccanismi di adattamento alla dieta ipoproteica
La percentuale più alta di proteine è presente nei muscoli, queste sono anche catabolizzate:
Azoto ureico --> sangue
Urea--> urine (è circa il doppio dell’azoto ureico)
L’inizio di una dieta ipoproteica determina risposte adattive quali:
Diminuzione della degradazione delle proteine
Diminuzione dell’ossidazione degli amminoacidi (proteolisi)
Pertanto, in teoria, diminuendo l’apporto proteico con la dieta si esclude la malnutrizione; ma questo è vero fino ad un certo punto. Dall’urea urinaria si stima l’apporto proteico con la dieta: se questo è >0,8 g/kg/die allora l’apporto può essere diminuito; l’ideale è mantenerlo sui 0,8. Infatti, il rischio di malnutrizione è elevato sotto i 0,6 g/kg/die, valore sotto il quale non si deve mai scendere.
N.B. Se il paziente è già malnutrito l’apporto proteico NON va limitato!
La malnutrizione infatti aumenta il rischio di mortalità ed è poco migliorata dalla dialisi.
Pertanto, in presenta di fattori catabolici e/o malnutrizione l’apporto di proteine va aumentato a 1,2-1,3 g/kg/die. Soprattutto nel nefropatico anziano è più importante assicurare un adeguato apporto calorico che ridurre l’apporto di proteine (che nella maggior parte dei casi si riduce spontaneamente).
Vitamine: nei pazienti con IR avanzata e quelli in dialisi sono necessari supplementi di acido folico e vitamine del complesso B.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Lucrezia Modesto
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- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Esame: Nefrologia
- Docente: Russo
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