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Key e Maria Montessori

Key e  Maria Montessori

Ellen dice che la casa è il centro educativo del bambino che consente autonomia e sviluppo della libertà, critica la Gilman in quanto si spersonalizza l’individuo.
In Italia, tale dibattito viene recepito dal femminismo italiano di inizio ‘900 (vedi i Congressi). In particolare, Maria Montessori affermava che solo il lavoro extradomestico avrebbe garantito alle donne quell’indipendenza economica per fondare un’unione sul sentimento e non su calcoli utilitaristici. = Gilman.
Maria Montessori si mostra quindi favorevole all’idea di socializzare compiti tradizionalmente femminili (infermerie, stirerie, cucine centralizzati) , per favorire le esigenze lavorative della donna moderna.

La Casa dei bambini, creata nel 1907 nel quartiere di San Lorenzo, si pone infatti quale nucleo di un ampio progetto di «casa del futuro socializzata», permettendo a ogni donna di diventare un «individuo umano libero per decidere in piena libertà non solo per se stessa, ma per rendere migliore l’umanità futura”. Il materiale si fonda sull’apprendimento personalizzato in cui il bambino sceglie liberamente il materiale adatto al suo sviluppo in un clima di massima libertà.
Montessori, consapevole della crisi che ormai aveva investito il movimento delle donne, stava concentrando il suo impegno alla causa dell’educazione infantile.
In sintonia con Ellen Key, anche per lei il nuovo soggetto a cui affidare le sorti di un mondo migliore stava diventando proprio l’infanzia.

Se per Ellen Key è la ”casa”, centro rinnovato di relazioni umane,  il punto di partenza della rigenerazione umana e sociale, per Maria Montessori, la Casa dei bambini, socializzando la funzione materna, diventava il nuovo centro nevralgico per la costruzione dell’umanità futura in cui il bambino è a suo agio, in cui si realizza ed è libero.

Cambia anche l’arredamento nella Montessori, è una casa in cui il bambino può anche spostare i mobili, il luogo è curato anche dal punto di vista estetico. Secondo Ellen la casa è il centro di relazioni umane, invece secondo M. bisogna creare una vita nuova nella casa dei bambini : momento simbolico del pranzo, il rispetto per le cose con lo scopo di portare i bambini all’autocontrollo e indipendenza.
La pedagogista italiana metteva così a frutto la sua precedente elaborazione del materiale scientifico per creare un ambiente adatto allo sviluppo delle potenzialità individuali onde evitare i rischi dell’appiattimento e dell’omologazione = Ellen che critica le istituzioni infantili del tempo che costringevano i bambini ad eseguire tutti insieme, secondo un programma, gli stessi lavoretti inutili, invece che individualmente ed a produrre cose inutili facendo loro credere che abbiano uno scopo.

Tratto da STORIA DELLE TEORIE DELL'INFANZIA di Selma Aslaoui
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