Percezione della pubblicità nei bambini - Piaget
La comprensione del linguaggio televisivo è condizionata non solo dall’età, ma anche dal livello di alfabetizzazione generale e televisiva, dalle motivazioni, dal contesto familiare e dal tempo trascorso di fronte allo schermo da parte del bambino.
Per capire le modalità di percezione della pubblicità nei bambini possiamo utilizzare lo schema di Piaget a proposito della teoria degli stati di sviluppo:
- Fino a due anni: già dai primi mesi di nascita i bambini sono in grado di rispondere a stimoli televisivi. La loro attenzione è per gli elementi percettivamente salienti. Si interessano a luci, colori, suoni e successivamente anche alle immagini. I bambini non riescono a comprendere la natura rappresentativa delle immagini televisive poiché le loro capacità di conoscenza sono ancora molto limitate.
- Tra i 2 e i 7 anni: l’attenzione per gli spot cresce significativamente, anche se i bambini continuano ad avere difficoltà a capire gli intrecci delle storie e a non comprendere che vi è una distinzione tra realtà e finzione.
- Tra i 7 e gli 11 anni: matura abilità a distinguere la fantasia dalla realtà e di comprendere la pubblicità come genere televisivo distinto dal resto dei programmi in termini di contenuto. Secondo i bambini la pubblicità ha una funzione informativa, ossia serve per fornire informazioni sulla presenza di un prodotto sul mercato.
- Dai 12 anni in poi: sono in grado di capire che lo scopo della pubblicità è quello di vendere un prodotto, i loro comportamenti d’acquisto sono ancora condizionati dalla comunicazione commerciale. Capiscono scopo commerciale e intento persuasivo e cominciano a prenderne le distanze sviluppando atteggiamento critico.
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Dettagli appunto:
- Autore: Priscilla Cavalieri
- Università: Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM)
- Corso: Relazioni Pubbliche
- Esame: Psicologia dei consumi
- Titolo del libro: Manuale di Psicologia dei Consumi
- Autore del libro: Russo Vincenzo e Olivero Nadia
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