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Tappe dello sviluppo dell'uomo

L’ominide si distingue dallo scimpanzé per la postura eretta  e la locomozione bipede(cammina solo su 2 piedi). Gli australopitechi dovevano essere ominidi di piccola statura , circa 1 m. – 1,20 m., bipedi e dotati di una struttura eretta e con dentatura ridotta (esempio :Lucy)
L’homo abilis ha una derivazione dall’australopiteco, la sua principale caratteristica  è un aumentato volume del cervello.
L’homo erectus ha un cervello ancora + sviluppato, ed una statura + grande circa 1,65-1,70 m. la grande innovazione tecnologica di homo erectus è stata il fuoco.
Circa 400.000 anni fa si stabilizzava la morfologia dell’homo sapiens, dal cranio celebrale elevato, arrotondato e voluminoso. In Europa, invece, si originò un evoluzione indipendente e particolare a partire da 350.000 anni fa e fino a 100.000 anni fa con l’uomo di Neanderthal, che conosceva il fuoco, si cibava oltre che di vegetali anche di prodotti della caccia e della pesca, che seppelliva i propri morti, accompagnandoli con oggetti e offerte.
Da allora, l’umanità conta una sola specie: l’homo sapiens sapiens. La dimensione genetica e quella anatomica, la dimensione pratica, quella sociologica, la dimensione celebrale e quella ecologica, la dimensione culturale, si intrecciano profondamente e altrettanto profondamente formano l’uomo attraverso una vera e propria rivoluzione della vita.
La caccia e il fuoco dunque sono 2 potenti fattori di socializzazione:
-la caccia = richiede cooperazione,  crea legami affettivi tra uomini che hanno affrontato insieme  grandi pericoli, porta alla solidarietà tra una classe di uguali, la caccia spinge gli uomini all’esterno,
-il fuoco = crea un luogo sicuro, al quale tornare, che ospita le donne e i bambini. Si origina così una differenziazione di tipo sociologico basata su una divisione dei compiti, tra la classe dei maschi e il gruppo delle donne che presto sarà sancita sul piano culturale.
A questa nuova complessità sociale corrisponde un aumento delle esigenze comunicative in quanto la caccia richiede di scambiarsi informazioni complesse, il linguaggio è legato anche alla necessità di dire qualcosa a qualcuno, viene creato un sistema di suono libero.
La società dei primati è caratterizzata dall’insieme di comportamenti naturali, innati, in cui sono centrali il principio dell’apprendimento per imitazione e il principio della dominazione gerarchica.
La società degli ominidi ha bisogno di regole codificate, che stabilizzano i modi di agire non innati. Questo insieme di informazioni strutturate in norme costituiscono la cultura che rappresenta un principio che risponde all’esigenza vitale per la prosecuzione del gruppo, di istruire ogni individuo attraverso l’apprendimento in modo che sia in grado d riprodurre le medesime dinamiche sociali.
L’UOMO è il nostro oggetto di studio perché è particolare, non perché è meglio equipaggiato, più forte o più dotato dalla natura rispetto agli animali, ma, al contrario, perché è incompiuto e carente  ? l’uomo come animale difettoso dal punto d vista biologico.
La cultura si presenta allora come un complemento indispensabile, come una integrazione indispensabile alla stessa sopravvivenza biologica.
I geni dell’animale appena nato gli forniscono le informazioni  necessarie alla sopravvivenza, come nuotare, mangiare, difendersi dai predatori. A differenza degli altri animali noi esseri umani non nasciamo  così “programmati”, proprio da questa carenza originaria, che rende l’uomo estremamente fragile e dipendente, nei primi anni di vita, deriva l’esigenza della cultura come fattore determinante per la sopravvivenza dell’uomo.
GEERTZ = noi siamo animali incompleti e non finiti che si completano e si rifiniscono attraverso la cultura.
L’uomo rimedia alla sua incapacità, alla sua difettosità originaria, con la cultura.

Tratto da ANTROPOLOGIA IN SETTE PAROLE CHIAVE di Selma Aslaoui
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