Esempio di calcolo della varianza entro e fra razza
Calcolare la media e la varianza totale con le 3 razze e successivamente togliendo la razza autoctona.
n-1 Dev Var Dev/Dev tot
Totale 5 376 75,2 -
Fra razze 2 349 174,5 93%
Entro razze 3 27 9 7%
n-1 fra razze = 3 razze – 1= 2
n-1 entro razze = per ogni razza ci sono due individui quindi 2-1=1
= le razze sono 3 quindi saranno 1 x 3=3
media = 23 kg/d
Utilizzando la media totale quindi 23, trovo gli scarti totali, calcolo poi la devianza (somma degli scarti al quadrato) che è 376 e dividendo per i gradi di libertà che sono 5 otteniamo 75,2 kg2/d2 la quale risulta essere molto elevata. Facciamo lo stesso per calcolare la varianza fra ed entro, calcolando inoltre il rapporto tra la loro devianza e il totale (nell’entro razze è molto basso perché ho solo 2 individui), osservando che la varianza entro razze è decisamente inferiore rispetto a quella fra razze. L’ideale sarebbe 50% fra razze e 50% entro razze.
Caso 1 teniamo solo la Frisona
Media= 31,5
Var= (32-31,5)2(31-31,5)2/1 = 0.25+0,25= 0,50 kg2/d2
La varianza diminuisce, tuttavia abbiamo perso 2 razze
Caso 2 scartiamo la Burlina
n-1 Dev Var Dev/Dev tot
Totale 3 74 24,67 -
Fra razze 1 49 24,5 66%
Entro razze 2 25 12,5 34%
C’è maggiore equilibrio tra fra razze e entro razze, ma abbiamo perso varianza (circa 1/3), è meglio massimizzare la varianza totale.
L’obiettivo è quello di massimizzare la varianza totale e a parità di varianza seguire l’equazione : Var (entro)=Var (fra)
In una gaussiana la Burlina è a sinistra, la Bruna al centro e la Frisona a sinistra, mantenendo la Frisona e la Burlina per il latte, quindi gli estremi, possiamo riottenere gli intermedi quindi la Bruna. Più bassa è la variazione marginale e migliore è, lo scenario è cambiato di poco. Per la selezione , naturalmente scarteremo la Burlina. La Devianza marginale rappresenta la perdita quindi sarà data dalla Devianza totale – quella della razza; se i fattori ambientali sono gli stessi per tutti gli animali allora ok, altrimenti si guarderanno gli indici genetici (se ci sono), i componenti di varianza utilizzando informazioni fenotipiche e parentali, oppure il DNA. La varianza non può essere sommata quindi non viene osservata.
La conservazione della Variabilità Genetica Ambientale VGA consente quindi di soddisfare le richieste future in funzione alle variazioni di mercato, utilizzare razze più autoctone quindi più resistenti agli ambienti estremi, riducendo in questo modo i costi di tutela ambientali, conservando le peculiarità delle razze, il valore ecologico esistente tra razza, ambiente e territorio, seguendo alcune ragioni storico-cultorali.
Per conservare il VGA, bisogna : minimizzare la consanguineità (minimizzare F %= ½ Ne), fare attenzione al numero di fondatori e alle loro parentele, utilizzare schemi di conservazione con una Ne adeguata definendo in oltre la conservazione in situ, ex situ e ex situ live.
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Dettagli appunto:
- Autore: Denis Squizzato
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Agraria
- Corso: Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali
- Esame: Biodiversità zootecnica e tracciabilità dei prodotti animali
- Docente: Cassandro Martino
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