Dimensione della biodiversità animale
L’agrobiodiversità è una componente della biodiversità globale; più del 75% dei prodotti agricoli ed alimentari sono ottenuti da meno del 25 specie di piante ed animali domestici. Secondo una stima, nel mondo abbiamo 2-100 milioni di specie viventi di organismi viventi (probabilmente sono 10 e in realtà ne conosciamo circa 1,6 milioni), di questi 1,6 milioni 50000 sono mammiferi e uccelli e in realtà ne conosciamo 14350.
GRUPPO N. SPECIE GRUPPO N. SPECIE GRUPPO N. SPECIE
Mammiferi 4600 Molluschi 70000 Nematodi 12000
Rettili 8000 Artropodi 123150 Anellidi 12000
Uccelli 9750 Celenterati 9000 Protozoi 30800
Anfibi 4950 Echinodermi 6100 Piante 250000
Pesci 25000 Poriferi 5000 Funghi 72000
Insetti 963000 (58%) Platelminti 12200 Alghe 26900
Di questi 14000 abbiamo addomesticato 40 specie e di queste solo 14 contribuiscono per più del 90% della produzione alimentare ed agricola mondiale; per 9 di queste 14 specie (bovin, bufalini, suini, cavalli, asini, ovini, caprini, polli e anatre) ci sono circa 4000 razze nel mondo, pari al totale numero di specie di mammiferi presenti nel mondo, e rappresentano quelle maggiormente utlizzate. L’enorme genetica è frutto della selezione dell’ambiente naturale sN, della selezione antropica sA e della loro interazione.
Dal 1961 al 2003 la consistenza di manzi e vitelli in Europa nel 2003 è diminuita mentre la produzione è salita, lo stesso si può dire per il latte bovino, per il suino sono aumentate entrambe fino ad assumere eguali valori, mentre per la carne avicola sono aumentati ma nel 1994 vediamo una maggior produzione di carne con meno capi. Attualmente il 30% delle razze esistenti sono a rischio e si stima che ogni anno da 1500 a 10000 specie di animali e vegetali si estinguono, rischio che varia da zona a zona; per esempio in Rep. Ceca e Ungheria non esistono i fondi per mantenere la biodiversità perciò il 45% di avicoli e mammiferi sono a rischio. Ogni razza è frutto: della cultura della popolazione che l’ha selezionata, riassume una storia millenaria e l’evoluzione culturale, rappresenta un patrimonio da conservare come le grandi opere d’arte quali combinazioni uniche di geni irriproducibili. In Italia la biodiversità è elevata perché ha un’elevata varietà di ambienti (Alpi, Appennini, Pianure, Coste, Isole) utilizzata come zona rifugio dopo l’ultima glaciazione e perché le appartiene una storia ricca di migrazioni di popolazioni umane ed animali. Altri ambienti naturali che presentano un’elevata biodiversità sono la foresta amazzonica e le barriere coralline. La maggior parte degli alimenti di origine animale, prodotta da pochissime specie, la sostituzione di popolazioni locali con poche razze cosmopolite e l’elevata pressione selettiva spostano l’interesse verso all’elevato rischio di erosione genetica. Delle circa 3800 razze di bovini, ovi-caprini, suini, equini e asinini che esistevano nel XX secolo il 16% è estinto ed il 15% è a rischio di estinzione, questo perché nelle razze bovine altamente selezionate esistono poche linee di riproduttori usate intensamente, mentre nel settore suinicolo e avicolo poche razze dominano la produzione mondiale. Il declino delle razze locali è spesso legato ad una scarsa competitività economica, pertanto: per la salvaguardia è indispensabile individuare e migliorare geneticamente alcuni caratteri. La valorizzazione economicamente le produzioni di queste razze può contribuire ad aumentare la loro competitività per interrompere il loro declino.
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Dettagli appunto:
- Autore: Denis Squizzato
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Agraria
- Corso: Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali
- Esame: Biodiversità zootecnica e tracciabilità dei prodotti animali
- Docente: Cassandro Martino
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