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La sensazione e la percezione durante la testimonianza nel processo penale

Sensazione

E’ la risposta dei recettori sensoriali situati nei nostri organi di senso agli stimoli ambientali.
Affinché lo stimolo sia percepibile deve avere una sufficiente durata e intensità e inoltre la persona che lo riceve deve essere fisiologicamente in grado di avere sensazioni.

Percezione


E’ un processo che implica il riconoscimento e l’interpretazione degli stimoli che colpiscono i nostri sensi.
Può essere definita come l’elaborazione cosciente dell’informazione sensoriale che perviene al cervello.
A questo livello della testimonianza possiamo già incontrare i primi difetti della conoscenza, derivanti dalla limitatezza delle capacità umane:
ciascuno di noi può raccogliere dall’ambiente esterno solo un numero determinato di stimoli contemporaneamente;
abbiamo una percezione d’insieme e non di singoli particolari;
abbiamo emozioni, pregiudizi o aspettative che derivano da precedenti esperienze e che influiscono sulla nostra conoscenza.
Quando giungono sensazioni incomplete, il cervello tende a colmare le lacune; oppure, quando arrivano una pluralità di sensazioni in contrasto tra loro, il cervello tende prevalentemente ad escludere quella che in modo soggettivo ritiene contraddittoria.
Tutto ciò dà luogo ai c.d. fenomeni di illusione.
Il momento della percezione è interno alla psiche dell’uomo, perciò non è controllabile dal sistema giudiziario.
Il perito può fare soltanto una diagnosi sulle circostanze ambientali e le disposizioni psicologiche in cui si trovava il testimone.
Queste due fasi formano la c.d. fase precettiva.

Tratto da DIRITTO PROCESSUALE PENALE di Stefano Civitelli
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