Le cellule staminali
A tutt’oggi non esiste ancora una definizione precisa e puntuale delle cellule staminali. Con una buona dose di approssimazione si può definire una staminale come “una cellula che si divide (di solito raramente) dando origine a due cellule diverse tra loro: una cellula figlia è uguale alla cellula madre (staminale) mentre l’altra cellula figlia è diversa (progenitore) e, anche se può dividersi numerose volte, non può più farlo indefinitamente (perdita della staminalità) e prima o poi tutta la sua progenie differenzierà in un solo tipo (cellula staminale unipotente) o in diversi tipi (cellula staminale multipotente) di cellule differenziate”. Questa definizione è teorica poiché non disponiamo di marcatori molecolari che ci permettano di distinguere tra loro le due cellule figlie di una cellula staminale. Possiamo soltanto derivare questa definizione da saggi funzionali retrospettivi. È oggi possibile ricostituire l’intero sistema ematopoietico di un topo irradiato letalmente con una singola cellula staminale. Questa procedura è facilitata dall’impiego di un topo transgenico che esprime in tutte le sue cellule una proteina fluorescente (GFP o green fluorescent protein), così che la cellula donatrice e tutta la sua progenie saranno facilmente identificabili perché fluorescenti. Pertanto, se una singola cellula staminale fluorescente (più un certo quantitativo di progenitori non fluorescenti necessari per mantenere l’emopoiesi durante il periodo di espansione e colonizzazione midollare da parte della cellula staminale fluorescente) viene trapiantata in un topo letalmente irradiato, il topo ricevente sopravvivrà e tutte (o quasi) le sue cellule del sangue saranno fluorescenti per il resto della sua vita. Inoltre, è possibile trapiantare con il midollo fluorescente del topo trapiantato un secondo topo irradiato e ripetere la procedura alcune volte. Questo dimostra che una singola cellula staminale emopoietica ha la capacità di generare tutti gli elementi figurati del sangue per tutta la vita di uno o più organismi (almeno nei roditori). Al contrario, se viene trapiantato un progenitore, questo sarà in grado di dare origine agli elementi figurati del sangue del topo ricevente per un periodo limitato di tempo (settimane o pochi mesi), trascorso il quale, tutte la progenie differenzierà in cellule mature del sangue e poi il midollo andrà in aplasia.
Origine e classificazione delle cellule staminali.
In base alle conoscenze attuali le cellule staminali vengono divise in due gruppi: cellule staminali embrionali e cellule staminali adulte. Questa definizione è imprecisa perché tra le cellule staminali adulte sono comprese quelle fetali, presenti negli abbozzi degli organi, quelle neonatali, isolabili dal cordone ombelicale e quelle propriamente adulte, presenti in molti (o forse tutti) gli organi del nostro organismo.
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Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Azarnia Tehran
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
- Corso: Scienze Biologiche
- Esame: Biotecnologie cellulari
- Docente: Tocco
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