Antigone di Anouilh
Negli anni ’30 ha già una certa fama, con “il mandarino”. È interessante vedere come negli anni del fascismo attinga, lui come altri, proprio al mito.
Antigone è una ragazzina, una bambina, quasi è testarda, simboleggia la rivolta nel periodo in cui la Francia collaborava con il nazismo.
Anouilh è definito il grande scettico dell’umana natura, attento alla tendenza dell’uomo al servilismo, alla sottomissione.
Nel settembre del 39 la Francia è alleata della Gran Bretagna. Nel giugno del ’40 la Germania entra in Francia e occupa la zona Nord: il governo lascia Parigi e il 14 giugno è dichiarata città aperta. Il maresciallo Petain diventa presidente del consiglio, capitolazione generale, con l’immediata persecuzione degli ebrei.
Nel giugno del ’40 De Gaulle inizia ad organizzare la resistenza, parallelamente all’instaurazione del regime di Vichy. Alsazia e Lorena sono ammesse al terzo reich.
Novembre ’40 dimostrazione studentesca (forse Antigone richiama anche questo).
Nel marzo ’41 viene istituito un commissariato per le questioni ebraiche, con rastrellamenti prima di ebrei stranieri: 4200 ebrei sono portati nei campi di raccolta. Cominciano attentati verso le truppe occupanti.
Nel ’41 intanto la Germania avanza verso la russia e si decide per la soluzione finale: gli ebrei francesi vengono convogliati verso i campi di concentramento.
Aprile’42 istallata la Gestapo in Francia: obbligatoria la stella gialla per gli ebrei.
Servizio militare obbligatorio nell’esercito tedesco.
Dal ’43 iniziano i bombardamenti degli alleati, nasce una sorta di CLN: in ottobre la Corsica è libera. Giugno ’44 sbarco in Normandia,ma nell’agosto ancora deportazioni.
Intervento della prof. Franca Bruera
Siamo a Tebe, nel palazzo di Creonte: semplificazione del modello greco a favore della concentrazione del dialogo tra i due protagonisti.Sartre non assiste alla rappresentazione newyorkese della piece, ma prende atto che poco si sa sugli sviluppi della cultura francese durante la guerra.
Scrive un saggio: i giornali avevano rimproverato Anouilh di avere creato un personaggio morto, inverosimile. Sartre da ragione a queste critiche perché Anouilh non vuole analizzare i meccanismi psicologici del suo personaggio, Antigone è altro.
Teatro di situazione: permette di esplorare situazioni comuni trascurando lo psicologismo. È affermazione di un sistema di valori e di diritti. Sartre cita per esempio l’ostinazione di Antigone.
L’Antigone di Anouilh è una piece poco drammatica, perché fin dall’inizio si definisce l’intrigo: significa smorzare l’interesse del pubblico fin da subito, per risollevarlo tramite espedienti non legati più alla storia. Presentando Antigone e gli altri personaggi rivela subito anche l’epilogo.
La Yourcenar definisce l’opera a soggetto mitico come una sorta di assegno in bianco che ogni poeta può riempire con la cifra che desidera.
Il prologo è a metà tra la tragedia greca e Pirandello: ogni personaggio ha una connotazione banale, un po’ sciatta.
L’Infanzia e l’adolescenza sono molto presenti, quasi come un’età in cui i problemi dell’età matura siano ancora lontani.
La scomparsa di Tiresia fa perdere i connotati di carattere religioso-trascendente. Il coro ha un ruolo molto metatestuale, riflette sulla specificità della tragedia, contribuendo a privare la tragedia della sua sacralità.
C’è un’atmosfera da dramma borghese, non c’è più niente a che vedere con la sacralità del mito. È uno scorcio di vita familiare, che riflette i problemi della condizione umana, sentiti da Anouilh con visione pessimista: i personaggi non riescono a comunicare tra loro.
È teatro di situazione, che qui è l’incomunicabilità e per conseguenza l’assurdità (della morte, del destino…).
La dimensione laica fa si che la motivazione della sepoltura perda i suoi caratteri sacri, religiosi. La scelta di Antigone è portata all’assurdo, senza valori: quali dunque le motivazioni della sua scelta? È un atto assurdo e ostinato, che non trova giustificazione in nessun valore. Sostituzione della violenza verbale al posto dell’azione.
Ad Antigone viene tolto tutto, anche l’ideale. Il prologo sembra Brecht, ma non sappiamo se Anouilh l’abbia letto o meno.
Già nel prologo Creone è definito vecchio e stanco, preso nell’ingranaggio del potere, si + assunto il compito di salvare lo stato. Non è positivo: è l’individuo preso in un meccanismo, ed è questo che lo fa girare.
Anouilh vanifica il legame affettivo con i fratelli, presentando Polinice come un degradato. La nutrice invece porta la voce delle generazioni precedenti, l’affetto e la cura.
Contrasto generazionale tra Antigone e Creonte, che ha un atteggiamento paternalistico.
Novità nel rapporto di coppia con Emone: lei si raffigura sposa e madre, con richiesta di amore che in Sofocle non c’era, e la voglia di darsi ad Emone prima di morire.
Polarità delle due sorelle, in cui Ismene è presentata in una sorta di cliché, per cui la bellezza si identifica con la somiglianza ad un bambino.
Nuova è anche la rappresentazione delle guardie: volgarità, lunga battuta sulla carriera dell’esercito.
Paggio: riferimento ai giovani dell’ultimo periodo hitleriano.
Pag 84: sembra Kafka, filone esistenzialista con vene nichiliste.
Chi si ribella rischia di essere definito pazzo.
Concetto di onore: se qualcosa resta celato, Creonte è disposto a passarci sopra.
p. 94: è l’imperativo categorico kantiano.
Sorta di regressione di Emone, che vorrebbe vedere il padre in grado di risolvere tutto come quando era bambino.
Alla fine Antigone si autoriduce ad un disturbo, che sarebbe stato meglio non avere.
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Autore:
Federica Maltese
[Visita la sua tesi: "Forme di un sacrificio: Alcesti in Euripide, Yourcenar, Rilke e Raboni"]
- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Lettere
- Esame: Letteratura tedesca
- Docente: Anna Chiarloni
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