Frege, termini non denotanti e presupposizione
Frege, termini non denotanti e presupposizione
Una tesi di Frege è che espressioni che denotano un singolo oggetto presuppongono l’esistenza dell’individuo in questione. Se dico “Keplero morì in miseria”, presuppongo che vi sia qualcuno che inventò le orbite ellittiche dei pianeti o presuppongo che vi sia una persona chiamata Keplero. L’esistenza di un individuo chiamato Keplero è una presupposizione sia dell’enunciato in questione sia della sua negazione. E’ questa la prima definizione della presupposizione semantica.
“Keplero (non) morì in miseria” presuppongono Keplero esiste. Nel linguaggio naturale però è possibile introdurre nomi senza riferimento; ad es. si può parlare di Ulisse anche se costui non è esistito. Ci si domanda dunque come comportarsi in presenza di enunciati che hanno termini non denotanti. Seguendo il principio di composizionalità di Frege, se una parte manca di riferimento, anche il tutto mancherà di riferimento. Concludiamo che un enunciato che contiene un termine senza riferimento è anch’esso privo di riferimento, privo di valore di verità: non è né vero, né falso.
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Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Valenza
- Università: Università degli Studi di Catania
- Esame: Filosofia del Linguaggio, a. a. 2008/09
- Titolo del libro: Introduzione alla filosofia del linguaggio
- Autore del libro: Carlo Penco
- Editore: Laterza, Roma-Bari
- Anno pubblicazione: 2006
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