Concetto di mente, anima e spirito nella filosofia antica e medievale
"mente"--> mens = anima razionale di Aristotele
"anima" --> psychè (Platone = anima individuale, che costituisce l'unità della persona, pensa e guida il corpo nei suoi movimenti ed è un soggetto morale responsabile--> il demiurgo prima di formare le anime individuali pone al centro del cosmo un'anima che da movimento ai cieli e vita e intelligenza al tutto, anima mundi)
"spirito" --> pnèuma (Stoicismo = fuoco creatore, soffio vitale materiale; Cristianesimo = spirito santo)
Platone --> la psychè platonica è insieme principio vitale e centro della vita morale e spirituale dell'individuo. È presente però un dualismo tra mente e corpo: l'anima, non solo è distinta dal corpo, ma se ne separa anche effettivamente al momento della morte ed è immortale.
Nelle opere di Platone non c'è un'opera unitaria e coerente sul tema dell'anima, per 2 ragioni:
- Platone scrive dialoghi e non trattati, perché la filosofia non mira ad un sapere fissato in formule, ma all'acquisizione di una maggiore coscienza critica--> ciò che Platone dice sull'anima va sempre visto nel contesto della discussione su un particolare argomento.
- Nel pensiero platonico non esiste una distinzione tra metafisica, teoria della conoscenza, teoria etica, estetica e filosofia politica--> sforzo di chiarificazione intellettuale--> rigenerazioni morale
La cura dell'anima, la sua purificazione e anelito verso il divino, tramite la ricerca filosofica, è fondamento di un ritorno alla virtù, di un riscatto morale e politico della Città.
Platone fonda il suo programma politico-aristocratico di rigenerazione morale sull'idea pitagorica di anima: elemento divino tra noi, eterna, prigioniera del corpo, dal quale può essere liberata solo dall'amore per il sapere, dalla filosofia, dalla ricerca incessante della verità.
Rapporto tra Platone e Aristotele
Rapporto tra Platone e Aristotele, suo discepolo--> rottura o continuità?
La concezione platonica ed aristotelica di anima sono difficilmente confrontabili, perché Platone si serve del concetto di anima nel contesto del suo programma di rigenerazione morale politica, mentre Aristotele parla di anima in termini scientifici--> psicologia.
Antidualista, ilomorfista.
La teoria dell'anima di Aristotele viene esposta in varie opere, come De Anima e Parva Naturalia.
De Anima --> anima = principio degli esseri viventi, va in cerca della sua essenza.
Occorre evitare l'errore del dialettico (Platone), per il quale, essendo l'anima separata dal corpo, la collera deve essere completamente identificata col desiderio di vendetta. --> guarda alle cause vere, alla nozione, ma dimentica che essa non può realizzarsi senza una determinata materia.
Ma occorre anche evitare l'errore del naturalista presocratico, per il quale essa coincide con il ribollire del sangue --> fa l'errore opposto al dialettico.
- non è un buon fisico chi non tiene conto della forma, perché tutto in natura avviene non sulla base di meccanismi ciechi, ma di finalità--> ciononostante occorre anche tener conto della materia.
La spiegazione di fenomeni organici viene data da Aristotele non in termini materialistici o meccanicistici, ma psicologici e teleologici--> il fondamento della biologia è la psicologia e non viceversa.
Per definire l'anima Aristotele si serve di concetti noti di forma e materia: tutti gli oggetti sensibili sono un composto indissolubile di una materia particolare e di una forma universale --> non esiste il problema mente-corpo = isomorfismo
L'anima è anche entelechia, atto, mentre il corpo è potenza, possibilità. (la coppia atto-potenza si applica ad ogni cosa, tranne Dio).
- l'anima è atto, entelechia di un corpo, perché è ciò che da vita, sensibilità a un corpo naturale che ha la vita in potenza perché "ha gli organi giusti".
- Anima = entelechia prima di un corpo naturale che ha la vita in potenza.
Si possono distinguere 3 funzioni dell'anima, organizzate in modo tale che quelle superiori riassorbano le inferiori:
1. facoltà nutritiva (piante)
2. facoltà sensitiva e appetitiva (animali)
3. intelletto (uomo)
L'anima è la forma del corpo -->non è separabile da esso --> non può essere immortale
Ma l'intelletto non fa parte dell'anima così intesa: genere d'anima diverso, che può essere separato dal corpo e non è corruttibile--> intelletto agente o produttivo, immortale ed eterno ----> contrasto con la teoria ilomorfica.
--> 4 interpretazioni diverse:
a. il passo è in tutto o in parte spurio o comunque essere letto in modo tale che non contrasti con la teoria ilomorfica
b. non c'è nessuna incoerenza, perché l'intelletto agente è divino, non umano
c. la teoria ilomorfica vale solo per i primi 2 tipi di anima (nutritiva e sensitiva)
Differenza tra atonismo e stoicismo
Atomismo --> materialismo meccanicista (Democrito, Epicureo, Tito Lucrezio Caro)--> esistono solo gli atomi e il vuoto, ogni fenomeno naturale è riconducibile a un insieme di movimenti e di urti tra gli atomi di varia forma e grandezza e l'anima non fa eccezione.
Epicuro--> anima = insieme di atomi leggeri, sottili e veloci che si muovono entro il corpo, composto da atomi più grossi e pesanti. Gli atomi più leggeri, urtando quelli più pesanti, li mettono in moto dando loro vita, sensibilità e pensiero.
Rovescia l'argomento platonico del Fedone, in cui Socrate vuol dimostare che non bisogna avere paura della morte perché l'anima è immortale: non bisogna avere paura della morte proprio perché l'anima è mortale; poiché dopo la morte non siamo più in grado di provare dolore, la morte non è un male e quindi è stolto temerla.
Lucrezio --> molti argomenti a favore dell'identità tra anima e corpo: i traumi subiti alla testa provano che quando il cervello è danneggiato, lo sono anche le capacità intellettive, che inoltre dileguano con l'invecchiamento del corpo.
Stoicismo = materialismo vitalistico --> esiste un'anima del mondo, la materia è vivente e portatrice di un ordine naturale razionale e divino
Le anime individuali sono solo punti di particolare tensione dello pnèuma universale
- anima umana: punto verso il quale confluiscono tutte le informazioni provenienti dai sensi e dal quale partono tutti i comandi che guidano il corpo.
- si avvicinano molto al concetto moderno di self, autocoscienza
Il pensiero filosofico nella tarda antichità e il medioevo
La filosofia classica filtra nel pensiero medievale e poi in quello moderno.
Neo-platonismo = costituisce l'ultima grande filosofia dell'antichità ed è espressione diretta della svolta culturale che distingue la tarda antichità dell'Ellenismo.
Plotino: nel quarto libro delle Ennadi colloca l'anima, come Platone, come intermediaria tra il mondo sensibile ed il mondo intelligibile; le anime individuali sono parti dell'anima universale e mediante la ricerca in comune della verità e altre forme di purificazione che le distacchino dal corpo, possono ricongiungersi con l'anima mundi e successivamente con l'intelletto divino. L'Uno è origine unica di ogni realtà tutto è in Dio e promana direttamente o indirettamente da lui il corpo è perciò derivazione dell'anima = monismo immaterialistico. L'anima giunge alla conoscenza non osservando il mondo esterno, ma distaccandosi da esso e rientrando in se stessa, prendendo coscienza di sé.
Agostino: l'incorporeità dell'anima è un elemento platonico che, tramite Plotino e grazia ad Agostino, trova la sua definitiva collocazione nella dottrina cristiana.
Concetto cristiano di anima individuale l'anima stessa viene intesa come sostanza spirituale, incorporea, immortale, creata da Dio.
Libero arbitrio = l'uomo è libera di scegliere, mediante un atto di volontà, tra il bene e il male e porta la responsabilità di tali scelte.
Autocoscienza = Plotino - l'anima ritorna all'Uno prendendo coscienza di sé, Agostino Dio può essere ritrovato solo dentro di noi, Dio è già in noi per chi sappia scorgerlo la profondità dell'animo umano dentro il quale troviamo Dio può essere esplorata solo mediante una presa di coscienza di sé e della propria natura spirituale.
- l'anima umana è una sostanza spirituale caratterizzata da una certa consapevolezza di sé che la rende immediatamente certa della sua esistenza e le rivela la sua vera natura. È unita al corpo per un atto imperscrutabile a noi di Dio, ma è da esso distinta in quanto immateriale e immortale.
Tommaso d'Aquino --> problema sollevato dai commentatori di Aristotele: se l'anima è la forma del corpo, come può essere immortale?
Tommaso: l'intelletto è separato dal corpo, perché non ha bisogno di alcun organo corporeo, agisce per proprio conto ed esiste di per sé; è una forma sussistente anche senza alcun supporto materiale.
Le anime sono create espressamente da Dio per il loro corpo. L'intelletto umano, inoltre, a differenza di quello divino e delle intelligenze angeliche, non può operare se non sulle immagini fornite dai sensi - senza il corpo dunque l'anima non raggiunge le sue finalità, ovvero la conoscenza.
- sono punti di vista inconciliabili.
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