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Processi di dilavamento e morfologia

Processi di dilavamento superficiale

Operati principalmente dalle precipitazioni quindi assumono importanza l’intensità e la frequenza dei fenomeni nonché la quantità di acqua; l’acqua può defluire superficialmente oppere defluire sotto lo strato superficiale (circolazione epidermica e profonda). La modalità di deflusso dipende dalla permeabilità del suolo, dalla copertura vegetale e dalla intensità delle precipitazioni
ruscellamento: provoca l’asportazione ed il trasporto di frammenti rocciosi più o meno grandi causando il dilavamento del terreno; il materiale può essere trasportato fino ai corsi d’acqua oppure essere ridepositato prima formando depositi colluvionali. La differenza principale con i fenomeni franosi e che l’energia non è fornita direttamente dalla gravità ma è mediata dall’acqua; inoltre sono processi selettivi perchè il tipo di materiale trasportato dipende dall’energia posseduta dall’acqua ruscellante.
- rill e gully erosion: l’acqua tende a incanalarsi e si passa da un velo continuo ad una situazione in cui questa forma filetti con maggiore energia di trasporto (rill erosion); infine questi filetti tendono a confluire dando luogo ad un ruscellamento concentrato lungo incisioni caratterizzate da maggiori velocità dell’acqua e portata (gully erosion).
- sheet erosion o dilavamento diffuso: quando la maggior parte dell’acqua defluisce e non viene assorbita dal suolo che risulta coperto da una lama d’acqua con conseguente erosione areale accentuata
- splash erosion: è l’azione meccanica delle gocce d’acqua direttamente sul terreno.

Morfologie

Calanchi: si formano in seguito all’approfondimento, all’allungamento a ritroso e al moltiplicarsi dei solchi di erosione; questo processo può interessare interi versanti fino a creare un mosaico di “micro” bacini idrografici in rapida evoluzione, ciascuno dei quali separato da sottili creste. Si sviluppano solo su sedimenti a composizione siltoso-sabbiosa. La densità di drenaggio (lunghezza dell’asse fluviale) è molto più elevata in zone dove sono presenti calanchi.
Pseudocalanchi: si sviluppano a spese di depositi glaciali di fondo o di depositi di frana caratterizzati da una matrice siltoso-sabbiosa; l’elevata impermeabilità di questi sedimenti costringe l’acqua a defluire superficialmente. Forme pseudocalanchive possono svilupparsi anche in substrati rocciosi con elevato grado di tettonizzazione o in presenza di composizioni litomineralogiche particolari.
Piramidi di erosione: rilievi isolati con morfologia a torre, a pinnacolo o a piramide in alcuni casi sormontati da blocchi; la stratificazione dei sedimenti del blocco di base in questi casi è l’originale (protetto dal blocco). Si sviluppano in matrici siltoso-sabbiose (Trentino), in depositi detritico-colluvionali (ciciu d’pera, Dronero), a spese di brecce carbonatiche (Val Thuras).

Processi di dilavamento subsuperficiale

Piping: lo scorrimento subsuperficiale dell’acqua nel terreno può produrre delle cavità di erosione all’interno delle quali l’acqua, generalmente con valori di portata e di pressione “anomali”, è in grado di trasportare sedimenti, creando gallerie (di dimensioni da centimetriche a metriche) analoghe a quelle di tipo carsico. In superficie possono dare origine a piccoli avvallamenti del terreno o a veri e propri sprofondamenti (sinkhole).

Lungo l’Alta Pianura Lombarda, dove il livello impermeabile delle argille è sovrastato dal livello permeabile della copertura quaternaria, questi fenomeni danno luogo a doline di crollo, cavità di sprofondamento dette anche occhi pollini o nespolini.

Interazione tra processi di alterazione e dilavamento

Block stream: costituiti da coltri detritiche a grossi blocchi e prive di matrici; l’elemento più caratteristico è l’assenza di pareti rocciose in grado di generare il materiale detritico e di vegetazione.
Il profilo longitudinale dei block stream è spesso contraddistinto da nette rotture di pendenza con scarpate alte decine di metri o da semplici ondulazioni (“ondate di blocchi”).
I block stream del Complesso Ultrabasico di Lanzo hanno caratteristiche uniche se confrontati con i block stream descritti in letteratura (morfologia, composizione, distribuzione, ambiente morfoclimatico,…).
Caratteri superficiali del deposito:
-coltre detritica con tessitura open-work, totalmente priva di matrice;
-blocchi monolitologici (assenza di blocchi “esotici”);
-blocchi con diametro di 0,2-1,5 m (max 2-5 m, 5-15 m3), prismatici da angolosi a subangolosi;
-presenza di blocchi galleggianti ;
-alimentazione dei blocchi a partire da substrato allentato e rilasciato ;
-fenomeni di autoframmentazione dei blocchi .
Caratteri tessiturali del deposito in profondità:
- coltre detritica del complesso superiore in appoggio su diamicton del complesso inferiore;
- spessori della coltre detritica e della matrice rispettivamente pari a 1-6 m e 0,5-22 m;
- potenza massima accertata (con sondaggi) dei block stream22,5 m;
- elevato deflusso subdetritico alla base della coltre open-work, con portate > di 10-15 l/s.

Block field: blocchi situati nella parte alta del versante che tendono a movimentarsi  e formare block stream.
Spesso avvengono in zone quasi pianeggianti, in altri casi ci sono rotture di pendenza. La matrice fine ricca di argilla è il motore di questi fenomeni trasportando i blocchi fino a valle influendo con fenomeni di alterazione. Si distribuiscono sui versanti nord-occidentali e sud-orientali e pur prevalendo meccanismi di creep i block sono controllati, in alcuni casi (es. Complesso ultrabasico di Lanzo), anche in parte da gravità e crioclastismo che possono aver operato in condizioni climatiche diverse dalle attuali.
I termini block field e block stream vengono utilizzati per descrivere, rispettivamente, coltri detritiche a geometria irregolare e “a colata”. Le pendenze delle coltri detriche sono mediamente comprese tra 20°e 30°, ma talvolta sono anche suborizzontali. In superficie sono presenti dorsali e depressioni longitudinali.

Morfologia e dinamica fluviale

Il motore del corso d’acqua è la trasformazione dell’energia potenziale dell’acqua piovana in energia cinetica; ciò consente all’acqua di acquisire una determinata velocità di deflusso principalmente controllata dall’acclività dell’alveo.
Solo una parte dell’energia viene tuttavia utilizzata per il trasferimento delle particelle d’acqua alle quote meno elevate; il resto dell’energia viene dissipata per l’attrito tra la massa d’acqua e l’alveo, per l’effetto dei processi erosivi del substrato e per consentire il trasporto in alveo del materiale eroso.

La presenza di invasi lacustri naturali (es. laghi glaciali pedemontani) o sbarramenti artificiali (es. dighe, traverse di derivazione) interposti tra la testata del bacino e lo sbocco in mare determina una “segmentazione”delle tendenze evolutive del corso d’acqua. Ad esempio la tendenza della Stura attualmente è di approfondirsi; se si creasse un bacino lacustre all’altezza di uno dei tre affluenti 1/3 dei clasti non le arriverebbe più accentuando la sua tendenza approfondirsi perchè l’erosione verrebbe compensata in questo senso (danneggiamento basi dei ponti).

Bacino idrografico: porzione di territorio di pertinenza di un corso d’acqua, ovvero porzione di superficie terrestre che raccoglie tutte le acque che, scorrendo sempre in superficie, defluiscono attraverso la sezione di deflusso.
La sua delimitazione può essere incerta quando:
- i corsi d’acqua inondano aree di pianura di pertinenza di altri fiumi;
- c’è un intensa circolazione idrica sotterranea e quindi non c’è coincidenza tra spartiacque idrografico e idrogeologico (zone carsiche in presenza di doline → morfologie di dissoluzione, depressione chiusa con pareti e fondo non impermeabili). La circolazione superficiale è poco sviluppata.

Tratto da GEOMORFOLOGIA E RILEVAMENTO GEOLOGICO di Marco Cavagnero
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