Il suono
Il suono è costituito da vibrazioni, che determinano suoni semplici (segnali stazionari, deterministici, periodi quasi periodici) oppure suoni complessi (armonici o non armonici cioè rumori, che sono segnali casuali, continui o transitori)
Il suono puro è la risultante acustica di una vibrazione armonica semplice, che altera le condizioni di pressione statica circostante la sorgente che lo genera; è l’onda sinusoide e dà molto fastidio, per esempio è quello del diapason, è molto forte perché stimola molto le cellule uditive, è una vibrazione semplice e un’onda pura di decompressione e compressione, con tutte le armoniche.
Un suono complesso è dovuto alla somma di più onde sinusoidi, ed è musicale, armonico o non armonico.
Lo spettro sonoro è l’ampiezza in funzione della frequenza, e ogni persona ha il suo spettro vocale dovuto a polmoni, cassa facciale di risonanza, corde vocali ecc.
La frequenza fondamentale è la frequenza più bassa in un complesso periodico, e quella della voce è 125-250 Hz.
Il rumore bianco è un rumore caratterizzato dall’assenza di periodicità e di ampiezza costante su tutto lo spettro delle frequenze; il suo spettro è una linea orizzontale che indica la presenza di tutte le frequenze, ognuna della stessa intensità; è il classico rumore SSHH rappresentato da assenza di periodi e ampiezza costante su tutto lo spettro.
I rumori a banda stretta sono quelli che si concentrano solo su alcune frequenze per esempio solo 1000 o 2000.
Correlato alla sensazione soggettiva di intensità, cioè la loudness, ci sono 3 fenomeni clinici: fatica uditiva, adattamento e recruitment.
1. La fatica uditiva è fenomeno fisiologico e ci andiamo incontro tutti, è quella che abbiamo dopo un concerto o dopo la discoteca, è ovattato e spesso fischia (è un danno, che si ripristina); è post-stimolatorio che comporta di innalzamento della soglia, necessito di più dB per sentire bene. È dovuta ai recettori che finiscono i neurotrasmettitori, essenziali per trasmettere l’informazione elettrica dopo stimolazione sonora, perché sono stati eccessivamente stimolati, ci vogliono circa 8 ore per riprodurli.
2. L’adattamento uditivo è fisiologico e peri-stimolatorio, comporta una diminuzione della loudness, non della soglia: non è quindi un problema di trasmissione, di recettori; si dà un suono prolungato e la percepisce diversamente. Quando faccio l’esame audiometrico e do un valore per esempio di 10 dB dopo un po’ non lo sente più, mentre per il suono pulsato si ripristina la funzione e lo sente sempre. Si deve verificare entro un certo tempo e per una certa durata per essere fisiologico.
3. Il recruitment è sempre patologico, comporta amplificazione dei suoni inviati al centro della chiocciola. Aumenta la soggettività non giustificata da l’ampiezza, quindi se io gli do 10 dB lui ne sente il doppio. È espressione di danno della chiocciola.
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Dettagli appunto:
- Autore: Andrea Panepinto
- Università: Università degli Studi di Pisa
- Facoltà: Medicina e Chirurgia
- Corso: Logopedia
- Esame: Audiologia
- Docente: Prof. Casani
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