La conversazione
La CONVERSAZIONE è l’attività dialogica co-prodotta dai partecipanti.
È caratterizzata dal fatto che:
• Avviene tra 2 o più interlocutori che alternativamente assumono i ruoli di parlanti di turno e di ascoltatori/destinatari
• Serve una dimensione spazio-temporale specifica e variabile, ovvero di uno spazio dotato di alcune caratteristiche fisiche condiviso dagli interlocutori e di un tempo di durata mutevole e non prefissato
• Si svolge intorno a uno o più argomenti di discussione
• È spesso avviata in modo casuale
• Può avere finalità differenti (rispetto alle diverse situazioni comunicative) e spesso non univoche
• Non ha una direzione prestabilita (soprattutto per le conversazioni che quotidianamente intratteniamo con i nostri simili)
• Può essere di registro (=carattere) formale (per le conversazioni di servizio) o informale (per la conversazioni tra persone legate da stretti rapporti affettivi)
• Non è necessariamente amichevole, infatti può essere di natura conflittuale
• Non è necessariamente consuetudinaria, infatti possiamo avviare una conversazione con degli sconosciuti
La conversazione è un’interazione discorsiva, è un’attività comunicativa in cui 2 o più partecipanti si alternano spontaneamente a parlare, adattabile ad un’estesa gamma di situazioni e contesti (amichevoli-conflittuali, occasionali-abitudinali, faccia a faccia-via internet, …), caratterizzata da una considerevole variabilità per quanto riguarda la durata, il numero di partecipanti, il registro, l’argomento affrontato e le finalità perseguite.
È caratterizzata dal fatto che:
• Avviene tra 2 o più interlocutori che alternativamente assumono i ruoli di parlanti di turno e di ascoltatori/destinatari
• Serve una dimensione spazio-temporale specifica e variabile, ovvero di uno spazio dotato di alcune caratteristiche fisiche condiviso dagli interlocutori e di un tempo di durata mutevole e non prefissato
• Si svolge intorno a uno o più argomenti di discussione
• È spesso avviata in modo casuale
• Può avere finalità differenti (rispetto alle diverse situazioni comunicative) e spesso non univoche
• Non ha una direzione prestabilita (soprattutto per le conversazioni che quotidianamente intratteniamo con i nostri simili)
• Può essere di registro (=carattere) formale (per le conversazioni di servizio) o informale (per la conversazioni tra persone legate da stretti rapporti affettivi)
• Non è necessariamente amichevole, infatti può essere di natura conflittuale
• Non è necessariamente consuetudinaria, infatti possiamo avviare una conversazione con degli sconosciuti
La conversazione è un’interazione discorsiva, è un’attività comunicativa in cui 2 o più partecipanti si alternano spontaneamente a parlare, adattabile ad un’estesa gamma di situazioni e contesti (amichevoli-conflittuali, occasionali-abitudinali, faccia a faccia-via internet, …), caratterizzata da una considerevole variabilità per quanto riguarda la durata, il numero di partecipanti, il registro, l’argomento affrontato e le finalità perseguite.
Ci sono diversi modi per studiare la conversazione, i linguisti e i filosofi del linguaggio ricorrono all’uso di prototipi conversazionali costruiti a tavolino ma per quanto fedeli possano essere non avranno mai la ricchezza che ha il dato reale. Gli psicologi, gli psicoterapeuti e gli analisi della conversazione ricorrono ad audio e video registrati di conversazioni realmente avvenute (grazie alla registrazione si può riascoltare più volte la conversazione e lavorare approfonditamente e si può raggiungere un livello più oggettivo).
La ricerca sulla conversazione dialogica passa per diversi step:
• Scegliere l’universo conversazionale da indagare in base alla finalità di ricerca
• Selezionare il dato da analizzare (verbale o non verbale)
• Scegliere degli strumenti da analizzare, gli strumenti di registrazione hanno sostituito i report (=annotazione dei comportamenti umani eseguita dai ricercatori-osservatori all’interno di contesti naturali), hanno il pregio di poter essere riascoltati ma presentano anche dei limiti, come la scelta del loro posizionamento e dell’impiego perché una diversa collocazione spaziale e un diverso utilizzo degli strumenti determinano anche una diversa raccolta dei dati e influenza la spontaneità dei soggetti.
Per quanto riguarda la raccolta dei dati nasce una questione etica: bisogna chiedere il permesso altrimenti si viola il diritto alla privacy. La soluzione in grado di salvare l’autenticità della registrazione, di tutelare legalmente colui che usa i dati raccolti e di garantire il rispetto e la tutela della privacy degli individui coinvolti nella registrazione può essere richiedere un permesso generico ai partecipati, firmare la liberatoria iniziale e poi, dopo la registrazione, richiedere una nuova firma per confermare l’uso della registrazione, senza l’ultima autorizzazione non si può usare la registrazione.
La trascrizione dei dati è la fase di trasformazione del parlato in forma scritta, è un’operazione complessa ma non costituisce un reale sostituto della conversazione. Durante l’analisi è necessario fare costante ritorno ai dati raccolti per apportare modifiche, integrazioni, correzioni alla stessa tradizione al fine di ricostruire i significati con un maggior livello di approssimazione rispetto a quanto era nelle intenzioni dei parlanti. Colui che deve trascrive i dati deve fare delle scelte legati ai contenuti da rappresentare (la scelta di cosa trascrivere, come rappresentare tali contenuti, scelte del carattere grafico da adottare e dell’organizzazione spaziale del trascritto). Il sistema ortografico (quello che impiega l’ortografia convenzionale per le parole e le descrizioni verbali per altre occorrenze descrittive come ad esempio risate, sospiri, pause) è stato quasi completamente sostituito da sistemi fonografici. L’organizzazione spaziale segue le conversazioni proprie della cultura occidentale secondo cui la lingua scritta è decodificata dall’alto verso il basso così da seguire l’ordine dei turni dei conversanti. Tra adulti la trascrizione è a copione poiché le risposte sono coerenti alle domande e i turni sono rispettati, mentre tra bambini o tra bambino e adulto la trascrizione è a due colonne come se fossero due conversazioni separate e distinte poiché non sempre le risposte sono coerenti con le domande poste.
Con la macro-analisi si capisce che tipo di conversazione è mentre con la micro-analisi si fa la raccolta dei dati singoli che possono supportare l’analisi iniziale o smentirla.
La ricerca sulla conversazione dialogica passa per diversi step:
• Scegliere l’universo conversazionale da indagare in base alla finalità di ricerca
• Selezionare il dato da analizzare (verbale o non verbale)
• Scegliere degli strumenti da analizzare, gli strumenti di registrazione hanno sostituito i report (=annotazione dei comportamenti umani eseguita dai ricercatori-osservatori all’interno di contesti naturali), hanno il pregio di poter essere riascoltati ma presentano anche dei limiti, come la scelta del loro posizionamento e dell’impiego perché una diversa collocazione spaziale e un diverso utilizzo degli strumenti determinano anche una diversa raccolta dei dati e influenza la spontaneità dei soggetti.
Per quanto riguarda la raccolta dei dati nasce una questione etica: bisogna chiedere il permesso altrimenti si viola il diritto alla privacy. La soluzione in grado di salvare l’autenticità della registrazione, di tutelare legalmente colui che usa i dati raccolti e di garantire il rispetto e la tutela della privacy degli individui coinvolti nella registrazione può essere richiedere un permesso generico ai partecipati, firmare la liberatoria iniziale e poi, dopo la registrazione, richiedere una nuova firma per confermare l’uso della registrazione, senza l’ultima autorizzazione non si può usare la registrazione.
La trascrizione dei dati è la fase di trasformazione del parlato in forma scritta, è un’operazione complessa ma non costituisce un reale sostituto della conversazione. Durante l’analisi è necessario fare costante ritorno ai dati raccolti per apportare modifiche, integrazioni, correzioni alla stessa tradizione al fine di ricostruire i significati con un maggior livello di approssimazione rispetto a quanto era nelle intenzioni dei parlanti. Colui che deve trascrive i dati deve fare delle scelte legati ai contenuti da rappresentare (la scelta di cosa trascrivere, come rappresentare tali contenuti, scelte del carattere grafico da adottare e dell’organizzazione spaziale del trascritto). Il sistema ortografico (quello che impiega l’ortografia convenzionale per le parole e le descrizioni verbali per altre occorrenze descrittive come ad esempio risate, sospiri, pause) è stato quasi completamente sostituito da sistemi fonografici. L’organizzazione spaziale segue le conversazioni proprie della cultura occidentale secondo cui la lingua scritta è decodificata dall’alto verso il basso così da seguire l’ordine dei turni dei conversanti. Tra adulti la trascrizione è a copione poiché le risposte sono coerenti alle domande e i turni sono rispettati, mentre tra bambini o tra bambino e adulto la trascrizione è a due colonne come se fossero due conversazioni separate e distinte poiché non sempre le risposte sono coerenti con le domande poste.
Con la macro-analisi si capisce che tipo di conversazione è mentre con la micro-analisi si fa la raccolta dei dati singoli che possono supportare l’analisi iniziale o smentirla.
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Dettagli appunto:
- Autore: Emma Lampa
- Università: Università degli Studi di Macerata
- Facoltà: Scienze Politiche
- Corso: Scienze della Comunicazione
- Esame: Psicologia del linguaggio e della comunicazione
- Docente: Bongelli Ramona
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