Progetto madri adolescenti
È stato sperimentato un modello di prevenzione rivolto a madri molto giovani (sotto i 18 anni e tra i 18 e 21 anni). Rientra nei programmi di intervento attachment based, quindi l'obiettivo che si pone è promuovere un attaccamento sicuro nel bambino (sia con la madre sia con il padre), dato che garantisce maggiore adeguatezza socio-emotiva e riduce il rischio psicopatologico. È un intervento precoce, di cui è stata anche valutata l'efficacia.
Il livello di intervento è stato doppio: lavorare sulle interazioni m-b / lavorare sulle rappresentazioni genitoriali.
Perché una condizione materna è a rischio nell'adolescenza? Vi è un conflitto di interesse tra la madre che deve individuarsi dal genitore e l'obiettivo di costruire una identità genitoriale, che implica accudire bisogni fisici ed emotivi molto intensi. Il problema è quindi come aiutare la madre a sviluppare entrambe le dimensioni. Inoltre lo sviluppo cognitivo è ancora in progress (maggiore impulsività, minore controllo cognitivo), quindi anche questo è un rischio. Molti studi hanno mostrato anche che le madri adolescenti vivono in un contesto a rischio: status socio-economico basso, famiglia multi problematica, basso livello di istruzione, esperienze di abuso e di maltrattamento, storie familiari di gravidanze precoci, rapporti sessuali precoci, assenza di un partner stabile, stati depressivi anche prima della gravidanza (nella popolazione delle mamme adolescenti il tasso sarebbe addirittura del 50% secondo alcune ricerche).
Le varie ricerche mostrano che i figli di madri adolescenti:
- Hanno maggiore attaccamento insicuro
- Ritardi nello sviluppo cognitivo e linguistico
- Ridotta capacità di comunicazione affettiva
A lungo termine: difficoltà di apprendimento, abbandono scolastico, disturbi della condotta, genitorialità in adolescenza.
Allo stesso tempo si è visto che anche le mamme adolescenti hanno vari rischi: maggiore depressione, molto maggiore stress, senso di autostima molto basso, modelli di attaccamento insicuro. Questo disagio si mantiene anche nel ciclo di vita: queste madri da adulte hanno un livello molto basso di istruzione, difficoltà a trovare un lavoro, difficoltà economiche, isolamento sociale e depressione, assenza di relazioni stabili.
Quindi tutti i progetti di prevenzione si attuano a doppio livello: ridurre sia il disagio del bambino sia il disagio della madre.
Obiettivo del progetto della prof: prevenire il rischio psicopatologo della madre, condizioni di maltrattamento e trascuratezza del bambino, problematiche psicopatologiche nel bambino, e favorire il benessere psicologico della madre e lo sviluppo socio-emotivo adeguato del bambino.
Obiettivi più specifici:
- Aumentare la sensibilità delle mamme e il coinvolgimento positivo e di conseguenza il senso di efficacia della madre (più si relaziona positivamente con il bambino più si sente efficace nel ruolo di madre)
- Aumentare la capacità delle madri di regolare le emozioni negative
- Ampliare la capacità della madre di tenere a mente il bambino, aumentandone quindi la riflessività
- Aiutare la madre a trovare un suo modo di relazionarsi con il bambino, non necessariamente corrispondente a quello di una mamma adulta
- Favorire nella madre nuova percorsi di crescita facilitando l'integrazione dell'esperienza della gravidanza e della relazione con il bambino (quindi aiutarla a raggiungere la sua identità di adulta separata dai genitore e la nuova identità di madre)
- Aumentare la responsività del bambino verso la madre, favorendo un attaccamento sicuro
- Monitorare lo sviluppo psicomotorio del bambino
- Prevenire i ricoveri ospedalieri e il maltrattamento
- Prevenire il rischio psicopatologico e i problemi socio-comportamentali nel bambino
Come è strutturato l'intervento?
Dura due anni di vita, e dove è possibile si interviene già alla fine della gravidanza. Durante la gravidanza l'intervento consiste in: visite ostetriche, esercizi di rilassamento muscolare, valutazione dell'attaccamento prenatale della madre.
Dopo il parto le linee guida di intervento sono 3:
- Colloqui esplorativi di sostegno alla madre, che partono dall'AAI --> così si ha una mappa delle rappresentazioni della madre
- Ogni 3 settimane incontri di videofeedback
- Dato che le nozioni di queste madri circa le tappe di sviluppo del bambino non sono adeguate, si guida la madre, attraverso interventi psico educativi, a scoprire queste informazioni sulle tappe evolutive, utilizzando anche scale di valutazione (scale di Bailey) per valutare lo sviluppo psicomotorio del bambino.
Vengono anche usati questionari per individuare un eventuale rischio depressivo.
Alla fine si fa la valutazione dell'efficacia dell'intervento, usando la strange situation per vedere se l'attaccamento del bambino è sicuro, e la CBCL per individuare eventuali disturbi internalizzanti e esternalizzanti.
Il videofeedback viene usato per tre scopi principali: aumentare la sensibilità delle madri ai segnali del bambino, aumentare la capacità di tenere a mente il bambino, aumentare la capacità di regolare le emozioni negative.
[Downing: nel VF si possono analizzare due livelli:
- Analisi delle interazioni in modo dettagliato: coordinazione delle emozioni, regolazione delle emozioni negative, scambi comunicativi --> lavoro sul livello comportamentale (Outer movie)
- Esplorazione e sollecitazione di emozioni, pensieri, mobilitati dal video nel genitore riferiti sia a sè che a bambino --> Si lavora sul livello interno, cioè su pensieri ed emozioni di madre e bambino, quindi a livello di mentalizzazione (Inner movie)
-> nell'intervento con le madri adolescenti si cercano di analizzare entrambi i livelli, anche se quello di mentalizzazione è molto difficile da toccare, dato che queste madri sono molto pragmatiche e tendono più a focalizzarsi sul comportamento osservabile].
Alla madre viene anche somministrata la PDI per esplorare le rappresentazioni che la madre ha del bambino, e si nota come spesso le madri adolescenti si rappresentano il bambino, anche molto piccolo, già autonomo.
Come è stata valutata l'efficacia dell'intervento? Sono state prese 32 madri che sono state seguite con l'intervento e 16 madri di controllo. Le condizioni di rischio dei due gruppi prima dell'intervento erano simili: gravidanza precoce, storia di abusi, bassi livelli socioeconomici. I bambini erano tutti nati a termine. È stato compiuto un paragone degli stili M-b dopo 3 mesi di intervento e dopo 6 mesi. A 3 mesi di vita del bambino la sensibilità della madre e la cooperativita del bambino, misurati con CARE-index, erano molto simili. Dopo 3 mesi di intervento le madri che hanno usufruito dell'intervento hanno aumentato la loro sensibilità, mentre nel gruppo di controllo addirittura la sensibilità diminuisce. Le mamme del gruppo di intervento diminuiscono significativamente anche l'intrusività rispetto ai controllo. Il bambino del gruppo di intervento aumenta in modo davvero significativo il livello di cooperatività, mentre nel gruppo di controllo rimane basso. Il bambino del gruppo di intervento diminuisce drasticamente la sua passività, che invece rimane alta nel bambino di controllo.
Si è anche andato a vedere le misure dello schema di Tronick, in cui si vedeva anche il coinvolgimento nel gioco di mamma e bambino. il coinvolgimento nel gioco della madre aumentava nel gruppo d intervento, mentre nel gruppo di controllo rimaneva simile. Allo stesso modo aumentava la capacità del bambino nel gruppo di intervento di partecipare al gioco. Si è visto anche il match: i match positivi aumentano molto nel gruppo di intervento e rimangono uguali nel gruppo di controllo. In totale le mamme con intervento aumentano la totalità dei match e aumentano anche la capacità di riparazione.
Quindi la verifica dell'efficacia è avvenuta sia a livello microanalitico, sia a livello macroanalitico.
Follow-up a 14 mesi: tutti i bambini del gruppo di controllo avevano attaccamento insicuro (anche se erano solo 5), mentre nel gruppo di intervento il 64% dei bambini aveva attaccamento sicuro (quindi in linea con la popolazione generale).
Quindi di può vedere come gli stili interattivi sia di madre sia di bambino sono plastici, però solo se si interviene precocemente, se invece non vi è alcun intervento, gli stili rimangono stabili (quindi non vi è né remissione spontanea degli stili inadeguati né un adeguamento spontaneo).
Continua a leggere:
- Successivo: Approccio psicodinamico / psicoanalitico nella relazione genitore-bambino
- Precedente: Home visiting
Dettagli appunto:
- Autore: Mariasole Genovesi
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia dello sviluppo e dei processi educativi
- Esame: Psicologia dello sviluppo socio-affettivo
- Docente: Cristina Riva Crugnola
Altri appunti correlati:
- Dizionario di psicologia dello sviluppo
- Psicologia dello sviluppo
- Psicologia Dinamica
- La relazione terapeutica secondo Darlene Bregman Ehrenberg
- Lo sviluppo sociale del bambino e dell’adolescente
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Adozione e adolescenza
- Un'esperienza di volontariato in un paese dell' Est. Evoluzione dell'istituzionalizzazione in Romania
- L'integrazione del bambino "abbandonato"
- La teoria dell'attaccamento nel processo adottivo
- Traumatofilia. La coazione a ripetere il trauma da abbandono negli adolescenti adottati
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.