Personalizzazione e Realizzazione
Personalizzazione e Realizzazione
Personalizzazione
Nella fase di personalizzazione la madre svolge la funzione di handling (manipolazione, manovrazione) del corpo, che per Winnicott non è tanto la sede degli istinti, quanto la sede del sé. Cioè la madre permette al bambino di entrare in contatto con il proprio corpo e con l'idea che il corpo non è solo la sede degli istinti, ma anche del sé, della mente --> quindi si viene a creare un nesso tra psiche e soma. Se la madre pensa al bambino come ad un essere corporeo si crea un nesso corpo e mente. Il bambino diventa un essere corporeo e accetta le proprie manifestazioni istintuali. Altrimenti nella patologia si ha la depersonalizzazione… questa è possibile anche nell'individuo normale in casi particolari (es. traumi). Winnicott fa notare che questa iperattività mentale porta anch'essa a un falso sé.
Realizzazione
Nella fase di realizzazione intorno ai 6 mesi il bambino passa dal principio di piacere al principio di realtà per mezzo di frustrazioni (dato che la madre comincia a fallire, vedi dopo). Il bambino acquisisce anche un senso di tempo e spazio grazie alla madre che fornisce una forma semplificata del mondo, che quindi grazie a lei può imparare a conoscere, e cos protegge il bambino dalle complicazioni che non è ancora in grado di capire. La madre così crea un nesso col mondo esterno (porta il mondo al bambino) --> ad esempio il bambino evoca un oggetto come il cibo in seguito ad un eccitazione come la fame e in quell'istante la madre lo gratifica --> così la madre permette al bambino un senso di onnipotenza (positivo) e il bambino si avvicina alla realtà perché il suo ricordo sarà sempre più simile al reale che sa di poter richiamare (il bambino ha l'illusione di aver creato l'oggetto). Ciò che parte come una fantasia sarà con le esperienze sempre più simile alla realtà --> dice Winnicott per spiegare ciò: "…il b. si accosta al seno in uno stato di eccitazione, e pronto ad allucinare qualcosa… In quel momento il capezzolo reale appare, ed il b. può sentire che era quel capezzolo che aveva allucinato [Freud]. Così le sue idee [Klein] di particolari reali che gli giungono attraverso la vista, il tatto…. la volta successiva, userà questo materiale nell'allucinare. In questo modo incomincia a formarsi la capacità di … di evocare ciò che effettivamente è disponibile[fantasia e realtà]" --> in questo stadio, chiamato 'stadio dell'illusione' si passa dall'avere un oggetto soggettivo (fantasia) ad avere un oggetto fuori --> madre anticipa i bisogni del bambino ripetutamente e grazie alla tempestività facilita il contatto con realtà (la prevedibilità è fondamentale) --> il pensiero nasce proprio qui, dato che si crea il senso di un interno (l'immagine del capezzoli interna) ed esterno (il capezzolo real: dunque si crea il principio di realtà. La realtà può essere considerata come un arricchimento ed è rassicurante per il bambino (infatti pone dei limiti alla fantasia ed è direttamente conoscibile).
Sintesi: tra il principio del piacere e il principio di realtà Winnicott interpone lo stadio dell'illusione, in cui si verifica il passaggio dall'oggetto soggettivo (cioè la fantasia del seno), all'oggetto oggettivo (cioè il seno reale).
Madre e bambino in questo stadio subiscono una evoluzione parallela:
• Bambino: dall'onnipotenza allucinatoria (per cui la fantasia viene messa ripetutamente in contatto con la realtà Esterna), il bambino accresce le sue capacità e arriva gradualmente infine a sperimentare la realtà
• Madre: la preoccupazione materna (che corrisponde ad una identificazione totale con i bisogni del bambino) diminuisce nel tempo, quindi la madre comincia gradualmente (quando il bambino comincia ad accrescere le sue capacità) a fallire e a introdurre piccoli traumi normali, elaborabili dal bambino.
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Dettagli appunto:
- Autore: Mariasole Genovesi
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Psicologia dinamica
- Docente: Angela Tagini
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