Funzioni della lingua
Secondo Karl Buhler:
-Funzione espressiva: rendere noti i propri pensieri, manifestare ciò che proviamo
-Funzione appellativa: modificare la mente o il comportamento altrui
-Funzione rappresentativa: costruire un modello della realtà
La valenza di ogni singola funzione può variare nei diversi contesti della lingua.
Jakobson propone un modello a sei funzioni, ne aggiunge 3 a quelle di Buhler.
Casi in cui le persone:
-Funzione fatica: si parlano per il semplice piacere di farlo e rinsaldare la loro relazione
-Funzione poetica: attribuiscono valore estetico a risultati della loro produzione verbale
-Funzione metalinguistica: possono riflettere sulla lingua che usano
Le principali forme di variazioni sono dovute all'evoluzione temporale, alla distribuzione dei parlanti sul territorio, alla differenziazioni che si stabiliscono tra i parlanti (termini tecnici)
Con la conversazione l'uomo cerca di dare un senso al mondo. Il discorso è un'attività di enunciazione di senso.
Per trasformare le componenti della lingua (lessico e grammatica) in "atti comunicativi", le persone che interagiscono fanno riferimento a una situazione enunciativa, o contesto. Le principali coordinate del contesto sono di natura spaziotemporale, socio relazionale e culturale.
Turnazione = regole che le persone usano per sapere come alternarsi nel parlare.
Sacks, Schegloff e Jefferson evidenziano tre procedure che organizzano la turnazione in modo sistematico
1) se si fa una domanda o si chiede un'opinione.
2) prendere la parola durante le pause, interrompendo o sovrapponendosi all'altro.
3) se nessun altro interviene, il parlante può continuare a parlare, ma non è tenuto a farlo.
L'alternanza permette alla conversazione di svolgersi ordinatamente. Nella conversazione ci sono aspetti costanti e universali. Ad esempio in tutti i tipi di conversazione appaiono particolarmente curate le fasi di apertura e di chiusura.
Ognuno dà il proprio contributo alla conversazione per raggiungere lo scopo comune di parlare.
Anche in relazione a schemi culturali.
Secondo Paul Grice il principio di cooperazione impegna le persone a seguire inconsapevolmente delle regole:
1) massima della Quantità («Non essere né reticente, né troppo ridondante»),
2) massima della Qualità sincerità e affidabilità
3) massima della Relazione ( pertinenza,
4) massima del Modo chiarezza
La conversazione di solito è automatica ma a volte è necessario inserire dei frame.
La frequenza con cui ognuno interviene in una conversazione e l'ampiezza temporale che riesce a dare ai propri contributi sono indicatori dell'immagine di sé che vuole offrire agli altri.
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