Modello di Marr
Modello di Marr
Teoria della descrizione strutturale -> (Cognitivista) (1982)
Il sistema visivo produce una serie di rappresentazioni sempre più dettagliate dell'oggetto. La
rappresentazione avviene in 3 fasi:
1 – Abbozzo Primario. Fondato in larga misura sull'analisi delle freq. spaziali, sulla distribuzione della luminanza nell'immagine formatasi sulla retina a causa delle stimolazioni ambientali e sulla differenza di luminanza tra aree adiacenti in tale immagine. Contiene info frammentate, relative ai contorni, angoli e segmenti componenti lo stimolo.
2 – Sagoma a 2.5 Dimensioni. L’info precedente, bidimensionale, è integrata con altre proprietà come la profondità delle superfici dell'oggetto nello spazio tridimensionale e il suo movimento in questo spazio, ma l'oggetto non è ancora completo, non ancora 3D.
3 – Descrizione a 3 Dimensioni (3D Description). Rappresentazione tridimensionale dell'oggetto centrata sull'oggetto stesso che consente di riconoscere gli oggetti a prescindere dalle variazioni di forma, orientamento e prospettiva.
Per Marr e Biederman, l'identificazione di un oggetto è indipendente dall'orientamento con cui si presenta.
L'identificazione avverrebbe attraverso l'estrazione di componenti invarianti presenti nell'oggetto con una determinata relazione strutturale tra di loro -> descrizione strutturale dell'oggetto indipendentemente da un suo orientamento specifico.
Teoria indipendente dal punto di vista (dell'osservatore)
Teoria del singolo punto di vista con trasformazione -> l'identificazione di un oggetto rovesciato avviene perché nell'osservatore è stata operata una rotazione dell'immagine fino alla sua coincidenza mnestica. Questo processo, detto anche di normalizzazione, richiede tanto più tempo quanto maggiore è la differenza tra l'orientamento dell'oggetto e l'orientamento depositato nella traccia mnestica.
Teoria dei Molteplici Punti di Vista con Trasformazione -> in memoria è depositato più di un orientamento dello stesso oggetto.
Secondo dati recenti la proprietà dell 'orientamento ha un peso diverso a seconda del tipo di stimoli,
L 'analisi dell 'orientamento è quindi legata alla classe, o categoria, cui appartiene l 'oggetto.
Dagli anni '50 in poi ci sono state varie teorie sulle componenti fondamentali di una configurazione-S depositate in memoria; ai fini della sua identificazione hanno avuto come punto di partenza il superamento della Teoria del Confronto di Sagoma -> l 'identificazione avviene tramite il confronto diretto tra il pattern e le tracce conservate in memoria, ognuna delle quali rappresenta in forma schematica (sagoma) un oggetto noto all 'osservatore -> tanto più lo stimolo corrisponde alla sagoma dal punto di vista della configurazione, tanto più accurata e rapida è l 'identificazione.
Limiti di questa teoria -> non spiega come si possono identificare configurazioni-stimolo diverse per grandezza, orientamento, forma ecc. non consentirebbe di riconoscere nuove versioni di uno stimolo delle quali non esistono sagome in memoria,
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