Yoritomo diventa shogun
Nel 1192 l'imperatore Go Toba affidò la carica di shogun a Yoritomo, conferendogli non solo poteri militari, come avveniva in passato, ma anche la delega di potere politico, che fino ad allora era spettata ai membri dell'aristocrazia di Corte, e in ogni caso anche con Kiyomori era stata esercitata dalla capitale. Con Yoritomo, invece, il bakufu a Kamakura divenne il centro amministrativo e militare del paese sostituendosi al governo imperiale, che incapace di mantenere la pace interna e sedare i conflitti per il controllo delle terre, delegava tali compiti al bakufu. Nel periodo Kamakura, però, il bakufu non si sostituì completamente al governo imperiale, infatti si creò una sorta di governo duale in cui governo imperiale e militare operavano in equilibrio.
Yoritomo, dopo aver eliminato il fratello Yoshitsune, che aveva contribuito alla sconfitta di Kiyomori, divenne il più potente capo militare del paese alla guida di una coalizione di guerrieri provinciali. Yoritomo aveva assegnato ai guerrieri suoi seguaci il titolo di gokenin conferendogli terre e potere in cambio della loro fedeltà, creando così dei rapporti feudali basati sulla relazione personale e politica tra vassallo e signore. Ciò comporto delle modifiche nel sistema dello shoen nel periodo Kamakura, infatti, i terreni non erano sotto il controllo dei governatori provinciali, kokushi, ma venivano controllati dai vassalli che Yoritomo inviava dal bakufu.
Yoritomo continuò a cercare la legittimazione del governo imperiale, mostrando sempre un certo rispetto verso questo e nel 1185 ottenne il titolo di sototsuibushi, ossia capo della polizia militare, grazie a cui poteva inviare in tutte le provincie un suo dipendente per sedare le rivolte e svolgere compiti di sorveglianza. Questi personaggi presero il nome di shugo, ossia governatori militari che avrebbero dovuto affiancare i governatori provinciali, kokushi, inviati dal governo, ma che di fatto si sostituirono ad essi svolgendo anche il ruolo di amministratori. Occorre comunque considerare come una serie di trasformazione fossero all’opera già da tempo; è da un punto di vista politico che l’ascesa di Yoritomo assume un certo rilievo, dato che la sistematizzazione della pratica di stringere alleanze militari attraverso la garanzia di proteggere i diritti sugli shoen gettò le basi per un assetto politico propriamente feudale.
Nel 1190 il potere di Yoritomo fu esteso e gli fu conferita la carica di soshugo e sojito ossia capo degli shugo e dei jito, col diritto di inviare questi funzionari anche fuori dai suoi territori.
I jito, inizialmente, erano funzionari incaricati di riscuotere le imposte nelle tenute degli alti funzionari di corte. Yoritomo, però, inviò i jito in ciascuna delle sue tenute col compito di mantenere la pace, spartire equamente il raccolto e ritirare, quando necessario, una tassa di emergenza, detta hyoromai, che poteva essere richiesta anche alle terre escluse dallo shoen. La figura dello jito finì così per oscurare quella degli amministratori scelti dal proprietario.
Yoritomo tramite shugo e jito, riuscì a controllare tutto il Giappone, dando alla sua rete amministrativa un carattere nazionale. Nel 1192 ottenne anche un'ulteriore legittimazione imperiale con il titolo di shogun inviato contro i barbari, che egli riuscì a sconfiggere estendendo le frontiere giapponesi a nord-est. Il potere di Yoritomo, però, non si basava solo sulla legittimazione imperiale, ma anche sugli introiti che provenivano dalle grandi tenute di cui era proprietario.
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Dettagli appunto:
- Autore: Veronica Vismara
- Università: Università degli Studi di Milano
- Esame: Lingua e Cultura Giapponese
- Docente: Virginia Sica
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