La violenza domestica in Sardegna: centri di accoglienza e sostegno alle vittime.
Alla base della stesura di questa tesi c'è lo studio dell’insegnamento Teoria dei Processi di Vittimizzazione, avvenuto al primo anno del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Criminologiche per l’Investigazione e la Sicurezza, presso la Scuola di Scienze Politiche di Forlì.
Proprio durante lo studio della materia sopracitata, è stato effettuato dalla docente un approfondimento sulla violenza domestica. Nel corso dell’anno successivo è dunque maturata l’idea di approfondire ulteriormente l’argomento: l'idea è stata di effettuare una ricerca qualitativa che mostrasse la situazione all’interno della realtà Sarda, perché questa potesse essere analizzata e confrontata con le informazioni a disposizione a livello nazionale.
Dopo un'iniziale trattazione generica del fenomeno e delle sue forme, ci si concentrerà sulle normative vigenti in materia e sui cambiamenti dal punto di vista nazionale e regionale per poi, attraverso delle interviste strutturate, focalizzare l'attenzione sul caso della Sardegna e su alcuni centri antiviolenza presenti nella zona. Il primo capitolo inquadrerà il fenomeno dal punto di vista teorico: verranno analizzate le differenti forme di maltrattamento, le specifiche dinamiche annesse all'abuso e le fasi che lo caratterizzano. Seguirà poi un approfondimento sulle teorie che sottostanno e che cercano di spiegare il fenomeno, fino ad arrivare ai dati statistici presenti in letteratura, che inquadrano il fenomeno a livello nazionale.
Metodologia seguita:
L'obiettivo primario è stato quello di effettuare una ricerca “ad imbuto” tale per cui, grazie alle interviste fornite dalle operatrici dei Centri antiviolenza contattati, si potesse giungere ad analizzare il bacino d'utenza di ogni micro-territorio trattato. Per mettere in pratica il lavoro di ricerca qualitativa, è stato scelto di effettuare un campione a scelta ragionata secondo due motivazioni principali: la zona di riferimento ed il bacino d'utenza del Centro intervistato. Per questo motivo, pur essendo presenti dei Centri anche nel resto dell'isola, si è deciso di dividere la Sardegna in tre zone, Nord, Centro e Sud, effettuando un'intervista presso il Centro di Olbia, una presso quello di Nuoro, due nel Centri presenti a Cagliari. È stato in questo modo possibile giungere ad una panoramica globale del fenomeno. Per quanto riguarda l'oggetto delle interviste, le domande somministrate ad ogni operatrice sono state mediamente quindici, concordate precedentemente con la docente relatrice della tesi. È stato utilizzato lo strumento dell'intervista semistrutturata, prevedendo un aumento/riduzione dei quesiti nel caso in cui le risposte fornite comprendessero ambiti particolarmente ampi o nel caso in cui le intervistate avessero risposto insieme a più di una domanda.
Si è scelto di utilizzare questo strumento per i vantaggi ad esso correlati: l'intervista, in generale, è una conversazione tra un intervistatore che la avvia e la conduce (proponendo una serie di domande più o meno specifiche sui temi della ricerca) e uno o più intervistati che si ritiene siano nelle condizioni di fornire le risposte. Il suo scopo è quello di individuare giudizi, valori, convinzioni, opinioni ed aspetti della cultura non facilmente indagabili attraverso l’osservazione. Allo stesso modo, tramite l'intervista si possono chiedere delucidazioni su azioni già osservate, sia per comprenderle maggiormente, sia per scoprirne i motivi che le hanno incentivate. Il vantaggio di questa metodologia, secondo chi ha posto in prima persona le domande, è stato dettato da due motivi: la possibilità di porre le domande in diverso ordine a seconda delle risposte ottenute e la possibilità di porle in modo diverso a seconda dell'interlocutore, facendo riferimento a più ambiti. Tutto questo grazie al fatto che questa tipologia di intervista, essendo maggiormente flessibile e centrata sul soggetto, riesce a sollecitare risposte più sincere ed articolate rispetto alle altre, soprattutto per la tipologia di temi trattati, particolarmente delicati. Fondamentale è risultato essere l'utilizzo del registratore: ogni intervista è stata registrata (dietro previo accordo con le operatrici) e successivamente trascritta, in modo tale da poter cogliere tutte le sfumature che si sarebbero potute perdere nella sola scrittura di appunti. L'unico limite riscontrabile dell'intervista semi-strutturata è la mancanza di dati specifici da poter utilizzare come statistiche rispetto all'argomento trattato: a questa problematica è stato posto rimedio grazie alla richiesta alle operatrici di fornire le statistiche da loro stesse elaborate in merito al Centro di riferimento. È stato così possibile ampliare il raggio d'azione delle interviste, avendo a disposizione un ventaglio di dati precisi riguardanti il bacino d'utenza dei singoli Centri. Purtroppo, solamente tre Centri su quattro hanno fornito i dati.
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Informazioni tesi
Autore: | Marta Congiu |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Criminologiche per l'investigazione e la sicurezza |
Relatore: | Susanna Vezzadini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 225 |
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FAQ
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