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Sublimazione, Arte e Psicoanalisi: revisione della letteratura e implicazioni terapeutiche.

Il lavoro di ricerca svolto intende analizzare e rendere attuale nella pratica clinica odierna il meccanismo della Sublimazione, sebbene l’interesse verso tale meccanismo abbia riscontrato un vertiginoso decremento, nel corso degli anni, in ciascun studioso. Per raggiungere tale obiettivo di ricerca, è stato deciso di progettare il lavoro, fornendo una iniziale illustrazione teorico introduttiva circa gli elementi di base della metapsicologia freudiana, per poi intraprendere una complessa ed estesa ricerca bibliografica circa il progresso etimologico della Sublimazione. La sublimazione costituisce uno dei concetti più controversi nella storia del pensiero psicoanalitico, definita originariamente da Freud come quella “proprietà di scambiare la meta originaria sessuale con un’altra, non più sessuale ma psichicamente affine alla prima”. Tale meccanismo, pertanto, permetterebbe di trasformare impulsi potenzialmente problematici e non tollerabili dalla società, in azioni o attività socialmente utili ed accettabili, costituendo un processo fondamentale per l’adattamento dell’individuo alla società. Con la psicoanalisi francofona moderna la Sublimazione viene correlata all’espressione artistica, divenendo metodo di esplorazione e di svelamento del Sé mediante cui si raggiunge la scarica dei propri meccanismi mediante simboli.
Ad oggi la massima rappresentazione pratica della Sublimazione è data dall’Arteterapia, divenendo quel processo creativo nel campo terapeutico in cui emozioni, vissuti ed energie vengono mobilitate attivamente nel prodotto artistico.

L’efficacia della Sublimazione nell’espressione artistica in ambito terapeutico risulta essere comprovata da numerose indagini scientifiche. A sostegno della tesi, sono stati selezionati:
 Caso studio intrapreso da Ghazvini e colleghi realizzato nel Teheran, dal quale si evince, a seguito di una attenta analisi del pre-post-intervento terapeutico, una riduzione significativa di impulsi aggressivi nella loro forma originaria e una maggior capacità di scaricare propri meccanismi mentali inadeguati nell’azione artistica medesima.
 Studio comparativo quasi-sperimentale realizzato negli Stati Uniti da Wilson e colleghi, dal quale si evince l’efficacia della Sublimazione mediante Arteterapia, in egual misura alla Terapia Cognitivo-Comportamentale, nella riduzione di impulsi che possono affliggere l’uomo nel versante patologico, come, in questo caso, i comportamenti ipersessuali, e il senso di vergogna che ne deriva
 Studio comparativo di Spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso (tecnica di neuroimmagine volta ad indagare l’attività emodinamica) realizzato da Yan e colleghi in Cina. I cambiamenti dell’attività cerebrale riscontrati durante il processo terapeutico del disegno – come l’attivazione della corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra, associata alla soppressione automatica delle emozioni negative – dimostrano l’efficacia dell’Arte come strumento terapeutico-sublimatorio e, pertanto, regolatorio di tensioni interne ed emozioni negative.
 Studio pre-post sperimentale realizzato da Collins e colleghi in Canada, dal quale si evince l’efficacia dell’Arte terapia, in ambito terapeutico, riscontrabile anche nel dominio della speranza, della resilienza e del senso fiducia in se stessi.
A conclusione della ricerca bibliografica intrapresa circa il progresso etimologico della Sublimazione e della revisione di alcune delle più recenti indagini scientifiche circa l’Arte come metodologia terapeutica-sublimatoria, si è giunti all’obiettivo principale di tale lavoro, nonché quello di rendere attuale e concretizzante un meccanismo quale, durante gli anni, ha subìto un vertiginoso decremento di interesse da molti studiosi. Pertanto, la sublimazione, sulla base del campo esaminato col presente lavoro (nonché l’arte), si presenta come processo terapeutico scientificamente comprovato e di grande attualità.

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20 Secondo capitolo. Sublimazione, civiltà e pratica analitica. Equilibrio armonico tra individuo e civiltà. L’azione bifasica della civiltà esplicata nel precedente capitolo ha permesso di comprendere quanto essa possa, da un lato raffigurare la causa scatenante del mancato benessere e soddisfacimento individuale, mentre, da un ulteriore sguardo prospettico, divenire il principale motore evolutivo umano nel progresso delle individuali proprietà tecnico-scientifiche, intellettuali, ideologiche ed artistiche. La continua ricerca sull’antagonismo civilistico di fronte alla pulsionalità umana ha originato, durante le ricerche effettuate, una vera e propria svalutazione della realtà civile ai fini del cosiddetto raggiungimento della felicità individuale. L’uomo, per l’appunto, da creatore di un sistema ordinato ed organizzato, sembra divenire vittima della pluralità di divieti e norme civilistiche, religiose e morali messe in vigore dalla civiltà con l’unico obiettivo di limitare, se non reprimere, la natura pulsionale individuale e di mantenere una stabilità rapportuale tra gli uomini – contraria alla loro naturale pulsione aggressiva – ai fini di una maggiore cooperazione e armonia tra questi, con consecutivo progresso della civiltà stessa. Tuttavia, determinare l’inibizione di una pulsione o di un desiderio individuale non rappresenta l’unico meccanismo d’azione della realtà civile di cui si è circondati: essa diviene creatrice di strumenti utili alla sopravvivenza naturale umana di fronte anche alla propria stessa forza coercitiva. In altre parole, l’uomo raffigura il creatore di un sistema ordinato, la civiltà, quale rappresenta l’insieme delle opere poste in essere dalla cooperazione umana per sopravvivere ed utilizzare, a proprio beneficio, la natura circostante.

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Mazzaro
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2023-24
  Università: Università degli Studi di Foggia
  Facoltà: Scienze e Tecniche Psicologiche
  Corso: Psicologia
  Relatore: Salvatore Iuso
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 56

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