Ricerca e sviluppo di tecnologie di bonifica di siti contaminati: Valutazione chimica e biologica dell'idoneità di alcuni ammendanti nel ridurre la tossicità dei metalli pesanti in suoli contaminati.
In Sardegna l’attività mineraria è stata la maggior responsabile della contaminazione ambientale da metalli pesanti i quali rappresentano un problema che interessa vasti territori del centro e del sud Sardegna dove fino agli anni 60 l’attività mineraria era il più importante motore di sviluppo dell’economia e dell’industria. La zona maggiormente interessata a tali attività è quella del Sulcis-Iglesiente, zona in cui si estraevano la sphalerite (solfuro di zinco) e la galena(solfuro di piombo).
La cessazione di tali attività, negli anni ’80, ha lasciato come eredità una grande quantità di rifiuti di trattamento abbandonati senza misure di protezione, lasciandoli così soggetti all’azione battente dell’acqua che ha determinato l’erosione, il trasporto e la diffusione dei metalli pesanti nel reticolo idrico superficiale e quindi contaminazione di vaste.
A fondo valle della Miniera di Montevecchio infatti i suoli prelevati presentavano alte concentrazioni di metalli pesanti e in particolar modo Pb, Cd e Zn (Pb 3266 ppm, Cd 35,4 ppm, Zn 1495 ppm).
Scopo di questa ricerca è quello di sviluppare una metodologia di bonifica di suoli metallo contaminati che consenta di limitare modificazioni negli equilibri chimici e biologici del suolo.
La tecnica di risanamento è basata sull’introduzione nel suolo di materiali metallo-bloccanti che esercitano la loro azione o con un meccanismo di adsorbimento o con un meccanismo di precipitazione.
Per questa sperimentazione i materiali metallo-bloccanti impiegati sono stati la Zeolite (allumino silicato), i Fanghi Rossi (residuo della lavorazione della Bauxite) e il CaCO3.
Il suolo studiato, prelevato nei pressi di San Nicolò d’Arcidano, suolo naturalmente metallo contaminato, è stato messo in contatto con gli ammendanti. Successivamente è stata condotta una valutazione chimica della mobilità dei metalli pesanti presi in considerazione Pb, Cd, Zn attraverso un’estrazione sequenziale per stimare appunto la potenziale biodisponibilità. È stata valutata sia l’efficacia degli ammendanti impiegati sulla biodisponibilità dei metalli pesanti e l’influenza di questi sulle piente, coltivando in serra piante due specie vegetali differenti: pisello (Pisum sativum L.) e frumento (Triticum vulgare L.), che l’influenza dei Metalli Pesanti sulle attività enzimatiche del suolo.
L’applicazione degli ammendanti ha migliorato lo sviluppo vegetativo di entrambe le colture, grazie alla riduzione della mobilità dei metalli pesanti e conseguentemente della loro fitotossicità.
I risultati ottenuti hanno rilevato che l’aggiunta dei differenti ammendanti usati in questa sperimentazione, ha determinato, rispetto al suolo non trattato, una significativa riduzione della concentrazione dei metalli solubili ed estraibili e che l’adsorbimento dei metalli da parte delle piante è significativamente diminuito.
Gli ammendanti sperimentati sono quindi suscettibili di essere utilizzati come materiali per la bonifica di suoli metallo contaminati.
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Informazioni tesi
Autore: | Margherita Silvetti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Sassari |
Corso: | Scienze e Tecnologie Agrarie |
Relatore: | Pietro Melis |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 107 |
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