Teatri fuori dal teatro. L'Odin Teatret e l'esperienza del ''baratto'' in un paese del Salento.
Il percorso che il teatro d’avanguardia internazionale affronta negli anni Settanta, alla ricerca di una nuova definizione e per tracciare altri confini, nasce inizialmente dal bisogno di contrapporsi con forza al teatro di scena ufficiale: svariate esperienze e proposte teatrali di questi anni, unite appunto sotto il nome di “Teatro d’avanguardia” o “Nuovo Teatro”, rispondono a questa esigenza, uscendo dal “campo convenzionale teatrale”, con l’obiettivo di rinnovare radicalmente il modo di fare e concepire il teatro stesso.
L’incontro programmato del gruppo teatrale “Odin Teatret” con gli abitanti di un paesino del Sud Italia, Carpignano Salentino, ci porta a comprendere concretamente come la sperimentazione teatrale superi le convenzioni ed i limiti del teatro: la “pratica del baratto” diventa uno strumento per creare situazioni di vero e fruttuoso confronto con lo spettatore.
Nel primo capitolo, introduco lo scenario storico in cui la ricerca sperimentale del Nuovo Teatro prende piede, a livello internazionale (sono gli anni del “Sessantotto culturale”): dalla critica alla figura del regista “demiurgo” alla crescente centralità che prende il ruolo dell’attore, dalla crisi che destabilizza il Nuovo Teatro alla nuova ricerca sperimentale intenzionata a “dilatare il fatto teatrale” al di fuori del teatro stesso, cercando nuovi spazi e soprattutto realizzando attività extrateatrali che coinvolgano spettatori impensati precedentemente; il gruppo del Living Theatre, Peter Brook, Jerzy Grotowski, Giuliano Scabia e l’ Odin Teatret sono i vari protagonisti che affronteranno “viaggi oltre il teatro”.
Il secondo capitolo tratta della storia dell’Odin Teatret, il gruppo “outsider” fondato dal regista italo-norvegese Eugenio Barba: definito come “teatro-laboratorio chiuso” a cui solo pochi potevano accedervi, in cui gli spettacoli venivano preparati quasi in “segretezza” da attori che lavoravano costantemente per mesi, agli inizi degli anni Settanta, l’Odin attraversa un momento di “apertura-rottura” verso l’esterno, inaugurando la stagione dei laboratori aperti, dei viaggi e dei baratti, del fare teatro nelle regioni in cui è sconosciuto, del fare teatro fuori dal teatro.
La permanenza del gruppo a Carpignano Salentino nel 1974, argomento del terzo capitolo, disegna appunto la materializzazione del “superamento dell’involucro teatrale” per utilizzare un termine dello stesso Barba: la pratica del “baratto teatrale” diventa l’espressione di un confronto fra “due tribù”, gli attori dell’Odin e gli abitanti di Carpignano, i quali, scambiandosi le proprie conoscenze, riaffermano la propria identità.
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Informazioni tesi
Autore: | Regina De Valenzuela |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze Antropologiche |
Relatore: | Marco De Marinis |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 54 |
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