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La macchina della censura: controllo delle stampe e circolazione delle idee nel Granducato di Toscana dal 1814 al 1847

Nella brillante relazione presentata al XXXII Congresso di Storia del Risorgimento e dedicata alla circolazione delle idee, Franco Venturi affermava che, se si voleva affrontare lo studio del Risorgimento dal punto di vista «di storia delle idee, di circolazione degli ideali politici e sociali, di formazione delle mentalità e delle opinioni pubbliche», occorreva osservare «non solo la storia del sorgere e dell’affermarsi dell’unità italiana, nel quadro dell’Europa ottocentesca,…ma la storia di tutte quelle idee che variamente ostacolarono, colorarono o si legarono al sorgere dello stato unitario: conservazione, riforma, costituzione, libertà, democrazia» . Il discorso di Venturi, dunque, si inseriva programmaticamente all’interno del classico filone di studi di storia della cultura e, anche se con acume e finezza propria dei grandi storici, il suo svolgimento era portato avanti in maniera tradizionale.
Tuttavia, per capire come le idee di libertà, costituzione, democrazia siano potute realmente diventare produttrici di concrete azioni storiche, o almeno loro ispiratrici, è necessario uscire da questa impostazione: non basta cogliere i rapporti di filiazione più o meno diretta fra le singole idee; occorre vedere in che modo esse siano filtrate verso il basso e come siano state recepite dai diversi strati sociali. In questo senso, di notevole interesse risultano le ricerche di Alberto Banti . Egli, però, conducendo un’analisi puramente interna ai testi, si limita ad indagare attraverso quali circuiti semiotici viene delineata in essi una determinata idea di nazione. Banti, cioè, rimane ancorato ad una visione, nella quale le idee calano immutate dall’alto verso il basso: per lui il problema da risolvere è quello dell’individuazione dei paradigmi discorsivi, attraverso i quali le idee vengono espresse e trasmesse.
In realtà, nel momento stesso in cui vengono comunicate, nel momento stesso in cui circolano, le idee interagiscono con la realtà concreta e, dunque, si modificano.

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3 PREMESSA Nella brillante relazione presentata al XXXII Congresso di Storia del Risorgimento e dedicata alla circolazione delle idee, Franco Venturi affermava che, se si voleva affrontare lo studio del Risorgimento dal punto di vista «di storia delle idee, di circolazione degli ideali politici e sociali, di formazione delle mentalità e delle opinioni pubbliche», occorreva osservare «non solo la storia del sorgere e dell’affermarsi dell’unità italiana, nel quadro dell’Europa ottocentesca,…ma la storia di tutte quelle idee che variamente ostacolarono, colorarono o si legarono al sorgere dello stato unitario: conservazione, riforma, costituzione, libertà, democrazia» 1 . Il discorso di Venturi, dunque, si inseriva programmaticamente all’interno del classico filone di studi di storia della cultura e, anche se con acume e finezza propria dei grandi storici, il suo svolgimento era portato avanti in maniera tradizionale. Tuttavia, per capire come le idee di libertà, costituzione, democrazia siano potute realmente diventare produttrici di concrete azioni storiche, o almeno loro ispiratrici, è necessario uscire da questa impostazione: non basta cogliere i rapporti di filiazione più o meno diretta fra le singole idee; occorre vedere in che modo esse siano filtrate verso il basso e come siano state recepite dai diversi strati sociali. In questo senso, di notevole interesse risultano le ricerche di Alberto Banti 2 . Egli, però, conducendo un’analisi puramente interna ai testi, si limita ad indagare attraverso quali circuiti semiotici viene delineata in essi una determinata idea di nazione. Banti, cioè, rimane ancorato ad una visione, nella quale le idee calano immutate dall’alto verso il basso: per lui il problema da risolvere è quello dell’individuazione dei paradigmi discorsivi, attraverso i quali le idee vengono espresse e trasmesse. In realtà, nel momento stesso in cui vengono comunicate, nel momento stesso in cui circolano, le idee interagiscono con la realtà concreta e, dunque, si modificano. Inoltre, non è detto che esse debbano necessariamente calare dall’alto verso il basso: come ricorda Robert Darnton, infatti, 1 F. VENTURI, La circolazione delle idee, in «Rassegna Storica del Risorgimento», a. XLI (1954), fasc. II-III, p. 203.

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Informazioni tesi

  Autore: Domenico Maria Bruni
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2000-01
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Storia
  Relatore: Zeffiro Ciuffoletti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 166

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