La politica della blogosfera
I blog hanno molte forme. Sono diari, racconti, articoli brevi o lunghi, commenti, elenchi. In genere usano un linguaggio diretto, semplice, parlato, sono la pura espressione della persona che li scrive, niente di più, e per questo non generano aspettative che rischiano di essere deluse. I blog pongono una sfida ai giornalisti: perché per la prima volta essi non sono più gli unici depositari degli strumenti tecnici ed economici necessari per produrre le informazioni.
Multimedialità, ipertestualità e interattività mettono quindi in discussione i paradigmi tradizionali della comunicazione, investendo in pieno l’intero campo del giornalismo tradizionale a partire dal concetto stesso di notizia: l’accesso diretto alle fonti, la tempestività di aggiornamento garantita dal web, la rapidità di consultazione dell’informazione online e la convergenza sullo schermo di dati, parole, suoni ed immagini, realizzano paradigmi nuovi, che richiedono inevitabilmente una riconfigurazione della figura del giornalista.
Il blog si colloca qui, come strumento dalle grandi potenzialità che chiunque può aprire gratuitamente, in meno di cinque minuti; è facile da gestire: esistono software gratuiti molto intuitivi dedicati esclusivamente alla compilazione delle pagine, senza che sia richiesta la conoscenza del codice HTML; è facile da aggiornare: non serve alcuna competenza tecnica e informatica. L’autore di un blog è insieme lettore ed editore: lettore delle cose che vengono pubblicate in rete, che poi seleziona, raccoglie e commenta come editore del suo blog.
L’ipotesi di questo lavoro è che Internet possa diventare uno strumento di riqualificazione del giornalismo, tramite la riappropriazione dei diritti e dei doveri di una professione che proclama di perseguire la verità oggettiva. La consultazione dei materiali d’archivio, il controllo incrociato di fonti diverse, la comunicazione in tempo reale a distanza sono caratteristiche del nuovo mezzo che mettono il reporter telematico in condizione di realizzare una corretta informazione.
Inizialmente sarà opportuno evidenziare come la rivoluzione digitale e la nascita di Internet hanno reso possibile lo sviluppo di un nuovo paradigma comunicativo. Attraverso l’analisi delle possibilità e dei rischi prodotti dalle nuove tecnologie si tenterà quindi di capire quali vantaggi può trarre l’individuo dai cambiamenti in atto e come deve essere riconfigurato il ruolo del giornalista alla luce delle esigenze della Rete, dovendosi confrontare con l’aspetto visivo e contenutistico delle pagine web, con la moltiplicazione e attendibilità delle fonti digitali e con un nuovo confronto con i lettori.
Successivamente sarà ricostruito il fenomeno dei web-log dalla nascita, analizzando la loro collocazione nel Web e seguendo l’evoluzione che li ha trasformati in fenomeni di massa, descrivendone forme e caratteristiche. Si passerà poi al rapporto tra i blog come fonte di informazione e il lavoro giornalistico, un tema delicato e al centro di numerose polemiche: l’ingresso di nuovi attori non autorizzati nell’arena dell’informazione preoccupa ma, al tempo stesso, incuriosisce quei giornalisti attenti ai cambiamenti in atto nel sistema delle comunicazioni. Giornalisti che hanno colto l’aria di rinnovamento che Internet ha portato nella loro professione e che si confrontano con questo fenomeno in vari modi: aprendo il proprio blog, includendo nella propria lista di fonti da consultare qualche sito di informazione non professionale della rete, monitorando la risposta dei lettori allo stimolo offerto dall’informazione personalizzata. L’obiettivo è individuare le possibili interazioni tra informazione professionale e amatoriale.
Infine sarà analizzata una particolare tipologia di blog, che ultimamente sta riscuotendo molto successo, non solo nella rete, ma anche tra i media classici: i war blog. Attraverso il racconto di esperienze dirette, la pubblicazione di materiale inedito, la personalizzazione del racconto, i blog aggiornati dal fronte si sono guadagnati un posto di rilievo nell’informazione di guerra. Si tratta di diari dei soldati al fronte, di reportage di giornalisti free lance, di racconti privati degli inviati di guerra, di testimonianze di cacciatori di notizie a distanza che segnalano in tempo quasi reale le notizie che arrivano dalle tv di tutto il mondo.
Quello che si intende indagare, con le ricerche descritte, è se, in ultima analisi, la rete possa davvero rappresentare un territorio in grado di svincolarsi dalle logiche che governano i mass media, in riferimento soprattutto all’asimmetria del rapporto fra emittente e destinatari, per porsi come un luogo che, se agito in maniera attiva e democratica, possa qualificarsi come un nuovo spazio di comunicazione e sperimentazione.
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Informazioni tesi
Autore: | Piergiorgio Catalano |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Interfacoltà |
Corso: | Comunicazione istituzionale e d'impresa |
Relatore: | Enrico Caniglia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 167 |
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