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Formazione e SSIS: tra ideale e reale

Questa tesi si snoda attorno a tre azioni fondamentali:
- conoscere i reali percorsi attraverso i quali avviene oggi la formazione degli insegnanti;
- cercare di individuare alcuni punti chiave oggi indispensabili per garantire l’efficacia di questo percorso;
- modificare le mie visioni su formazione, professione e contesto lavorativo dell’insegnante.
L’ acquisizione di una conoscenza organica circa i percorsi di formazione degli insegnanti mi è stato suggerita dalla lettura di un articolo di Evandro Agazzi, sulle pagine di Nuova secondaria, il quale dichiarava la necessità di comprendere l’identità reale di tale formazione, partendo proprio dall’analisi di alcune delle sue componenti.
Questo mi ha spinto a compiere uno studio, che tenesse conto della tensione tra “ideale e reale”.
Ho inteso tale tensione convinto del fatto che un rapporto tra ideale e reale è presente in qualsiasi attività umana
Ancora, nella formazione tale dato è più che mai rilevante e veritiero. Proprio nella formazione iniziale degli insegnanti in SSIS ho cercato di cogliere lo iato esistente tra l’ ideale e il reale.

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5 INTRODUZIONE La scelta tematica del presente lavoro di tesi sulla formazione iniziale attraverso la Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario (SSIS) è avvenuta essenzialmente per due motivi: - naturale prosecuzione della motivazione, che mi ha portato a scegliere questi studi; - conoscenza e riflessione sulla mia futura professione. Tale scelta è stata, poi, originata dal solido intreccio venutosi a creare tra due binomi fondamentali, che hanno accompagnato la mia storia formativa: “formazione-riflessione” e “formando-formatore”. Nel primo binomio ho rintracciato due modi di affrontare qualsiasi percorso di conoscenza. Infatti, il mio scopo nella formazione è sempre stato quello di non fermarsi soltanto a registrare le informazioni e, sulla base della quantità acquisita, sentirsi cresciuto e maturato; ma anche cercare attraverso la riflessione di cogliere i possibili legami che questi dati della conoscenza avrebbero potuto trovare nella mia vita. In ossequio al secondo binomio, ho cercato di vivere i percorsi formativi nella prospettiva che, se pur nella diversità dei ruoli, si continua a crescere e ad apprendere sempre. Ad esempio nella formazione degli insegnanti (sia iniziale che continua) questi due ruoli non si abbandonano mai. Poi, attraverso l’esercizio dell’empatia e della metacognizione, è possibile cogliere: da formando i modi di “essere e di fare” del docente (certamente non per replicarli ma per capirne i compiti, le positività e le negatività), da formatore cogliere le istanze e i bisogni formativi, imparando ad interpretare efficacemente la domanda di formazione degli studenti. In virtù di questi “modi di fare e di essere” in questo lavoro, mi sono sentito chiamato e coinvolto a compiere tre azioni fondamentali: la prima: conoscere i reali percorsi attraverso i quali avviene oggi la formazione degli insegnanti. La seconda: modificare le mie visioni su formazione, professione e contesto lavorativo dell’insegnante. Infine, la terza: cercare di individuare alcuni punti chiave oggi necessari per questa tipologia formativa. Il desiderio di conoscere i percorsi di formazione degli insegnanti mi è stato suggerito dalla lettura di un articolo di Evandro Agazzi, il quale sosteneva che: “sorge subito il problema di capire in che cosa consiste la formazione, ed è proprio su questo aspetto che alcune analisi sono indispensabili” 1 . Perciò, non avendo voluto dare per scontato cosa sia stata e cosa sia oggi la formazione degli insegnanti, mi sono impegnato, anzitutto, per conoscere l’ itinerario della formazione iniziale. 1 E. AGAZZI, La formazione culturale degli insegnanti, in “Nuova Secondaria”, settembre 2003. n. 1, p. 1.

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