Correlazioni tra la qualità del restauro coronale e la prognosi del trattamento endodontico
L’obiettivo della tesi, basata su una revisione sistematica della letteratura, è evidenziare ed argomentare l’impatto del mantenimento di un sigillo coronale integro sulla prognosi a lungo termine di elementi dentari trattati endodonticamente.
Lo svolgimento procede da una discussione sulle cause di infiltrazione marginale dell’otturazione endodontica: ricerche sperimentali hanno determinato i pattern di ricontaminazione dei canali pulpari in relazione al tempo di esposizione al cavo orale; vengono esaminate analogie e incongruenze tra studi in vitro e in vivo, limiti tecnici dei modelli sperimentali e rilevanza clinica.
Considerazioni critiche sui passaggi intermedi della terapia endodontica, con particolare rilievo alla fase di detersione chemomeccanica, sottolineano come varianti anatomiche del sistema canalare, combinate all’ inefficacia dei comuni irriganti nella rimozione totale di batteri e residui organici, possano creare le condizioni predisponenti alla percolazione di fluidi all’interfaccia tra cemento e dentina; vengono presentate tecniche operative modificate, quali l’irrigazione passiva a ultrasuoni o l’utilizzo del laser Nd:Yag, recentemente testate per migliorare la detersione dei muri canalari.
I materiali da restauro provvisorio rappresentano un presidio essenziale per mantenere isolati i canali pulpari trattati durante gli intervalli di tempo tra le sedute e fino alla realizzazione della ricostruzione definitiva, scongiurandone la ricontaminazione batterica; gli studi citati sottolineano i fattori non modificabili presenti nel cavo orale – tra tutti le escursioni termiche ed i carichi occlusali – che possono pregiudicare l’integrità del sigillo marginale dei prodotti più diffusi (cementi all’ossido di zinco-eugenolo e solfati di calcio). Tra le alternative, vengono valutati materiali adesivi (cementi vetroionomerici) e preparazioni che prevedono il posizionamento di sottofondi a sigillare l’estremità coronale dei canali radicolari, sfruttando le piccole dimensioni di questi spazi anatomici e le pareti interamente costituite da dentina sana.
Il lavoro si conclude con una panoramica sui restauri definitivi: per quanto riguarda i restauri diretti, vengono prese in considerazione le otturazioni in amalgama e le problematiche correlata al gap tra il margine del restauro e le pareti cavitarie; i materiali adesivi e l’effetto dell’umidità delle superfici dentinali sulla polimerizzazione; il possibile utilizzo di bonding dentinali come sigillanti e le interazioni negative con l’eugenolo contenuto nei cementi endodontici.
I restauri indiretti presentano problematiche correlate alla protezione del post-space prima dell’alloggiamento del perno e alla tenuta del cemento all’interfaccia tra perno e dentina canalare.
Le conclusioni evidenziano come non esista attualmente nessun materiale dentario che garantisca un sigillo dell’endodonto a tempo indeterminato: un successo prognostico deriva dalla combinazione di una terapia endodontica eseguita a regola d’arte con un corretto piano di trattamento conservativo o protesico e da un corretta gestione del tempo, mirata al realizzo del restauro definitivo nel minor tempo possibile.
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Informazioni tesi
Autore: | Andrea Simone Balocco |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Parma |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Odontoiatria e protesi dentaria |
Relatore: | Silvia Pizzi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 104 |
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