Restart Italia, una indagine empirica sulle startup italiane e sui programmi di incubazione a supporto dell'imprenditorialità
Nella definizione “supporto all’ imprenditorialità” rientrano tutte le strutture e le iniziative tese a favorire la nascita e lo sviluppo di attività imprenditoriali in un particolare contesto. Tra queste da un lato ci sono le strutture di incubazione e accelerazione, focus primario di questo lavoro, dall’ altro le start-up competition, che, premiando i team più validi e le idee più brillanti e scalabili, offrono sostegno e incentivi alle start-up migliori.
Uno dei principali ruoli degli operatori del sistema di supporto imprenditoriale è quello di facilitare la transizione da “aspirante imprenditore” a “founder ”, nonché di fornire supporto a chi ha già creato la propria impresa. Oggi in Italia, anche a causa del basso tasso di occupazione (soprattutto giovanile), moltissime persone sarebbero disposte a “mettersi in proprio”. Per capire di che numeri stiamo parlando possiamo fare riferimento a un’ indagine promossa daHuman Highway , tramite il portale web Italia Start-up, la quale attesta che sono 300.000 gli italiani che vorrebbero diventare imprenditori. Un numero considerevole, sicuramente inflazionato dalla recente crisi economica, che, come si è detto, ha fatto aumentare l’ eccedenza di forza lavoro. In un contesto di crisi generale è più che mai importante sfruttare questo “potenziale imprenditoriale” inespresso e latente, che inciderebbe sicuramente in maniera positiva sul sistema Italia, aiutandolo a ritrovare produttività e competitività. Le spinte e l’ interesse verso l’ imprenditorialità sono testimoniati anche da un’ accresciuta attenzione da parte dei regolatori, in particolare grazie al decreto legge crescita 2.0 , emanato dal governo Monti. Tale norma prevede maggiori incentivi, agevolazioni fiscali e procedure più flessibili a chi desideri aprire una start-up. Inoltre è stata istituita la nascita di una nuova tipologia d’imprese al’ interno del registro delle imprese: le “start-up innovative”.Lo sforzo legislativo ha probabilmente contribuito in maniera sostanziale all’ aumento della nascita delle start-up sul territorio nazionale. 1172 start-up innovative si sono iscritte nella sezione speciale del registro delle imprese solamente nei primi 9 mesi del 2013 .
A ciò si aggiunge anche il tentativo da parte dei regolatori italiani di regolamentare lo strumento del crowdfunding tramite il regolamento approvato nel mese di Luglio 2013. Anche in questo caso assistiamo ad un tentativo di tipizzare e disciplinare una pratica di finanziamento già molto sviluppata al di fuori dei confini nazionali e soprattutto negli Stati Uniti. Per quanto riguarda le strutture di supporto italiane abbiamo contato e mappato 85 tra incubatori e acceleratori sparsi su tutto il territorio nazionale. La regione che ne ospita il maggior numero è la Lombardia (23,5%), seguita dalla Toscana (18,8%) e dal Lazio (12,9%). Già ad un primo sguardo risalta la differenza di concentrazione di queste strutture tra le varie zone del Paese. Infatti l’ intero sud Italia dispone in totale di 9 strutture di incubazione/accelerazione (10,6% del totale) , pari a quelle presenti nel solo Veneto. Del resto tra le start-up innovative della camera di commercio possiamo notare che, delle 1047 neo-aziende presenti , ben 640 sono situate nel Nord Italia (61,1%), 263 nel Centro Italia (25,1%) e solo 144 nel Sud e nelle isole (13,8%). Questi dati fotografano un’ Italia a due velocità.
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Informazioni tesi
Autore: | Giorgio Potenza |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scuola di economia, management e statistica |
Corso: | Direzione aiendale |
Relatore: | Simone Ferriani |
Coautore: | Giovanni Enrico Passarini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 181 |
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