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Salute e società: Italia e Belgio a confronto

Con questo lavoro di tesi sono stati comparati i modelli di protezione sociale ed i sistemi sanitari del Belgio e dell’Italia, alla luce dei mutamenti sociali in corso, di politiche e scelte organizzative differenti, in un quadro di scarsa sostenibilità finanziaria dei sistemi. L’analisi dello sviluppo e dei cambiamenti nei rispettivi sistemi di welfare in generale, della protezione sociale in particolare, ha tenuto conto anche del contesto internazionale, facendo emergere con più chiarezza i differenti modelli adottati dai due paesi. Il Belgio, che sin dai primi del ‘900 ha fatto del sistema bismarckiano il suo modello teorico e pratico, tutela i rischi sociali derivanti dall’attività lavorativa (infortuni sul lavoro, malattia, inabilità, ecc.) e la salute della popolazione attraverso l’assicurazione sanitaria obbligatoria ovvero le mutue. Diversa la situazione italiana: il sistema di protezione sociale italiano, ugualmente di tipo bismarckiano, è maggiormente frammentato nelle sue prestazioni, che appaiono inadeguate in alcuni casi, ad esempio la tutela contro la disoccupazione, oppure troppo costose, come nel caso delle pensioni; il sistema sanitario, in origine anch’esso di tipo bismarckiano, è stato progressivamente modificato fino a diventare un sistema di tipo beveridgiano, ossia universale e finanziato attraverso la fiscalità generale.
La ricerca nasce con l’obiettivo più generale di mostrare, attraverso la comparazione di due sistemi sanitari, come un sistema basato sulle mutue, quale è quello belga, possa configurarsi, in termini di prestazioni e servizi, universalistico qual è quello italiano.
L’ipotesi è che un sistema basato sull’affiliazione ad una mutua si prospetti universalista grazie ad un sistema di protezione sociale forte, capace di garantire anche alle fasce socioeconomiche più deboli, ai redditi più bassi e a quelle persone in uno stato di bisogno, il diritto alla salute per tutto il ciclo di vita.
In Belgio, il sistema si fonda su un regime assicurativo obbligatorio, secondo una concezione liberale della medicina. Il diritto alle cure mediche spetta in Belgio a tutte le persone facenti parte del regime di sicurezza sociale, attraverso l’affiliazione ad una mutua. Ogni affiliato paga una quota mensile e vengono previsti pagamenti agevolati per i redditi più bassi.
Dunque, tutti i lavoratori, salariati, del pubblico impiego, del privato o autonomi sono coperti dall’organismo assicuratore.
Tuttavia, il regime di sicurezza sociale belga non esclude i disoccupati, pensionati, beneficiari di forme di aiuto sociale, portatori di handicap, studenti e orfani ecc., né tutte quelle persone a loro carico: coniugi, coabitanti, figli, nipoti e pronipoti. In particolare, per coloro che hanno perduto la propria occupazione per cause indipendenti la loro volontà, esistono misure di accompagnamento che, da un lato, sostengono il disoccupato a livello economico e nel suo percorso di ricerca di una nuova occupazione, dall’altro, costituiscono un dispositivo di controllo sull’effettiva volontà del disoccupato di reinserirsi nel mercato del lavoro. Le prestazioni di disoccupazione rappresentano in Belgio il 12,2% delle spese totali per la protezione sociale, circa il doppio della media UE15 (6,2%), l’Italia spende il 2% sul totale.
Esiste, inoltre, un solido sistema di “aiuto sociale” erogato a livello comunale dai CPAS che si rivolge a tutte le persone in condizione non lavorativa le quali possono beneficiare della revenue d’intégration. Le fasce sociali che fanno ricorso a questi tipi di aiuto sono le più deboli. Viene offerta loro un’occupazione o una formazione al lavoro, un sostegno al reddito (che può prolungarsi per tutta la vita e molto spesso un progetto individualizzato d’integrazione sociale.
Per quanto riguarda le cure della salute, l’affiliazione ad una mutua, essendo obbligatoria, rimane tale anche per tutte quelle categorie che ricevono le tutele previste dal sistema di protezione sociale.
Queste misure consentono ai soggetti che ne beneficiano di iscriversi ad una mutua e di conseguenza ottenere le cure per la salute. Qualora non fosse presente in Belgio questo sistema di sostegno, difficilmente potrebbero vedersi garantite quelle prestazioni di cui oggi beneficiano.

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Capitolo 1 L‟evoluzione dei sistemi di welfare 1.1. I nuovi assetti di welfare: welfare state e welfare mix I moderni sistemi di welfare state si sviluppano in tutto il mondo occidentale attraverso un processo graduale, dalla rivoluzione industriale di fine ottocento, fino all‟ultimo dopoguerra e poi ancora per tutto il XX secolo. Il welfare state è considerato un modello di organizzazione dei poteri pubblici finalizzato a compensare i costi sociali ed economici delle dinamiche di competizione mercantile e tenta di raggiungere il suo obiettivo ultimo, vale a dire il contrasto alla povertà e ai principali rischi sociali, tenendo conto di alcuni criteri presupposti: un modello sociale, industriale e fordista; il tipo di rischi sociali che esso prevede (ripartiti lungo una traiettoria di classi sociali e periodi del ciclo di vita); le possibilità di mettere in campo modalità regolative atte a contrastare tale generi di rischi – ad esempio politiche sociali di tipo “assicurativo” - e più in generale su un rapporto stato-individuo che preveda una certa passività e subordinazione del secondo rispetto al primo. Gli strumenti attraverso i quali si tenta di realizzare tale modello fanno riferimento ai seguenti settori d‟intervento:  Politiche di garanzia e sostegno del reddito: rientrano sotto questa voce le misure definite “di sicurezza sociale”, gestite attraverso tre grandi sottoinsiemi: il sistema previdenziale; il sistema delle assicurazioni, in parte obbligatorie e in parte integrative; il sistema fiscale.  Politiche sanitarie: è possibile ricondurre le modalità con cui nei diversi paesi si gestisce questo settore a due modelli fondamentali: il 8

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