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Media, democrazia e conflitto di interessi. Il sistema dell’informazione nell’Italia dopo il 1993

Negli ultimi anni di governo del nostro Paese, uno dei temi che più hanno infuocato il dibattito pubblico e politico è stato quello riguardante il cosiddetto «Conflitto di Interessi». Sebbene con il termine conflitto di interessi si possano indicare un insieme indefinito di circostanze più o meno gravi, data la ampia e generale portata del termine, in Italia parlare di conflitto di interessi riconduce invece – e inevitabilmente – ad un tema specifico, quello che riguarda i possedimenti imprenditoriali dell’attuale Presidente del Consiglio.
Con il termine “conflitto di interessi”, in ambito politico, si indica generalmente il contrasto che può sussistere tra gli interessi personali di chi Governa e le decisioni che è chiamato a prendere, nel caso in cui queste possano favorirlo o danneggiarlo. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, infatti, essendo oltre che Capo del Governo anche proprietario di un impero economico, è costantemente esposto al “pericolo” di cadere in conflitto di interessi ogni qual volta si trovi a prendere decisioni nelle quali sono coinvolti, anche, i sui interessi personali. Il termine usato – impero economico – non vuole suonare ridondante, l’entità dei possedimenti è certamente indiscussa e si estende all’interno numerosi settori, dal sistema dei media, a quello cinematografico, al risparmio gestito, allo sport, alle assicurazioni e alla distribuzione commerciale.
La definizione sopra proposta di «conflitto di interessi» vuole sintetizza nel modo più chiaro ed esplicativo la natura più conosciuta del problema che stiamo per analizzare, ovvero la sua natura economico-patrimoniale. Quando si parla di avvantaggiare i propri interessi – e nel caso specifico promuovere determinate leggi – ciò che viene naturale pensare è che si tratti principalmente di interessi economici, siamo essi finalizzati ad aumentare un patrimonio, o a non diminuirlo. Basti pensare che negli Stati dove esiste una disciplina sul conflitto di interessi, le leggi che regolano la normativa sono mirate ad evitare la possibilità che titolari di cariche di Governo possano, attraverso il loro potere, avvantaggiarsi economicamente .
Ciò che si è verificato dunque, con l’ingresso in politica di Silvio Berlusconi nel 1993, è stata la nascita di un binomio – Berlusconi politico, Berlusconi imprenditore – che ancora oggi non è stato completamente risolto . Così anche nel nostro Paese l’attenzione dei media, fin dall’inizio è stata rivolta proprio nei confronti di questo aspetto, tanto da creare – a livello di opinione pubblica – l’idea che il conflitto di interessi in Italia fosse temibile quasi unicamente da un punto di vista patrimoniale; circostanza tuttavia non trascurabile.

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3 Introduzione Negli ultimi anni di governo del nostro Paese, uno dei temi che più hanno infuocato il dibattito pubblico e politico è stato quello riguardante il cosiddetto «Conflitto di Interessi». Sebbene con il termine conflitto di interessi si possano indicare un insieme indefinito di circostanze più o meno gravi, data la ampia e generale portata del termine, in Italia parlare di conflitto di interessi riconduce invece – e inevitabilmente – ad un tema specifico, quello che riguarda i possedimenti imprenditoriali dell’attuale Presidente del Consiglio. Con il termine “conflitto di interessi”, in ambito politico, si indica generalmente il contrasto che può sussistere tra gli interessi personali di chi Governa e le decisioni che è chiamato a prendere, nel caso in cui queste possano favorirlo o danneggiarlo. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, infatti, essendo oltre che Capo del Governo anche proprietario di un impero economico, è costantemente esposto al “pericolo” di cadere in conflitto di interessi ogni qual volta si trovi a prendere decisioni nelle quali sono coinvolti, anche, i sui interessi personali. Il termine usato – impero economico – non vuole suonare ridondante, l’entità dei possedimenti è certamente indiscussa e si estende all’interno numerosi settori, dal sistema dei media, a quello cinematografico, al risparmio gestito, allo sport, alle assicurazioni e alla distribuzione commerciale. La definizione sopra proposta di «conflitto di interessi» vuole sintetizza nel modo più chiaro ed esplicativo la natura più conosciuta del problema che stiamo per analizzare, ovvero la sua natura economico-patrimoniale. Quando si parla di avvantaggiare i propri interessi – e nel caso specifico promuovere determinate leggi – ciò che viene naturale pensare è che si tratti principalmente di interessi economici, siamo essi finalizzati ad aumentare un patrimonio, o a non diminuirlo. Basti pensare che negli Stati dove esiste una disciplina sul conflitto di interessi, le leggi che regolano la normativa sono mirate ad evitare la possibilità che titolari di cariche di Governo possano, attraverso il loro potere, avvantaggiarsi economicamente 1 . 1 Le normative degli Stati che prevedono una regolamentazione del Conflitto di interessi saranno analizzati nello specifico nel terzo capitolo.

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Informazioni tesi

  Autore: Silvia Giovanetti
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Trento
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia
  Relatore: Sergio Fabbrini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 215

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Parole chiave

berlusconi
conflitto di interessi
dibattito parlamentare
legge gasparri
legge mammì
sistema dei media
sistema televisivo italiano

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