Il sapore glocale della cucina in tv
Riassunto sintetico: La necessità contingente di un’immaginazione globale, vissuta collettivamente con empatia, non può fare a meno di quei sistemi di produzione dell’identità che coinvolgono il postmoderno. A questo proposito ci troviamo a convivere paradossalmente il mondo della cucina, sorgente di località, prendendo semplicemente spunto dal quotidiano. Il mercato globale dell’alimentazione si alimenta attraverso l’immagine di un artigianato, e raccontando i suoi riti cancella gli spettri dell’Ogm, delle mucche pazze, per non parlare dell’incubo Kioto. L’oggetto del mio lavoro pone l’attenzione sugli spazi e sui tempi di riproduzione della località culinaria attraverso il mezzo televisivo, volgendo lo sguardo principalmente alla dimensione del tempo, percorrendo un’analisi testuale della programmazione, confrontandola parallelamente alle logiche economico-fruitive. La lettura specifica riguarda in modo più approfondito la trasmissione, La prova del cuoco, che maggiormente ha raccolto il consenso del pubblico mattutino, raggiungendo indici d’ascolto a cui la fascia non era abituata.
Metodologia eseguita: Esercizio interdisciplinare che raccoglie dubbi che abbracciano l’antropologia come la neuropsicologia, le scienze della comunicazione come la storia sociale, la letteratura come la musica. Attraverso queste, ed altre, discipline, ho ottenuto gli strumenti di verifica per giudicare l’analisi testuale della La prova del cuoco, effettuata mediante quelle metodologie che lo studio degli audiovisivi prende in prestito dalla semiotica. La raccolta del materiale video, e la relativa analisi testuale, riguarda solo trasmissioni registrate a partire dal febbraio 2001 fino al maggio 2002, con l’aggiunta di programmi visionati presso gli archivi video Mediaset emessi da Rete4 e Canale5 dal dicembre ’98 fino al dicembre 2001.
Principali risultati raggiunti: Tra il pubblico e la gara si pone il ruolo di Beppe Bigazzi, ovvero colui che media tra una cucina privata, locale, ed una globale e im-mediata. Una serie di parallelismi per dissimiglianza emersi dall’analisi testuale delle variabili spaziotemporali, e da quella del contenuto dei suoi racconti, lo dipingono come simbolo metaforico di quella paradossale connivenza tra globale e locale che ho evidenziato nell’analisi dell’ultimo spot della Barilla. Ogni giorno dallo studio nove vengono riproposte, una cucina casalinga (concorrenti), una cucina fantasmatica (cuochi) ed una fondativa dell’ideale originario (Bigazzi) il tutto avviene attraverso una manipolazione osmotica del tempo. Come evidenzia la prima parte del lavoro, la riproduzione del quotidiano modifica le dimensioni di spazio e tempo per convenire alle esigenze dei telespettatori. I programmi televisivi, come quello analizzato, nel momento in cui interpretano la realtà devono tener presente del tempo di attenzione, arco tensivo, che lo spettatore è in grado di prestare in quel preciso momento. Il risultato di questa osmosi è un’iper-realtà, causata dalla manipolazione del ritmo di quel quotidiano che si vuole riprodurre. Il ritmo del quotidiano risucchiato dal flusso televisivo si intensifica e si accelera, riducendo così l’arco tensivo. La cucina raccontata da Bigazzi è al di fuori del testo che riproduce in questi termini il quotidiano, ma mantiene, e rifonda una logica lontana dalla cucina postmoderna, che rifiuta la possibilità di trasformare i tempi di cottura, così come quelli di produzione e di distribuzione. Invita pertanto a un consumo in purezza, che ripropone una rilocalizzazione dell’identità culturale del cibo propria della tradizione orale. Nell’insieme, “La prova del cuoco” riproduce pertanto quel paradosso che il mercato globale del consumo incarna: ovvero la necessità di localizzare l’appartenenza per poter essere globale.
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Guazzugli Marini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli Studi di Urbino |
Facoltà: | Sociologia |
Corso: | Sociologia |
Relatore: | Giovanni Boccia Artieri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 93 |
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