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Il campo di fragole e lo zoo. La cooperazione sociale di inserimento lavorativo e il punto di vista dell'utente: una ricerca empirica

In questi anni gli interventi di politica sociale e del lavoro, dopo la crisi del welfare state e del modello della piena occupazione, sono stati indirizzati verso una sfida contro l'esclusione sociale. Tali politiche, che si concretizzano tramite il sostegno all'occupazione attraverso la formazione o più in generale attraverso il ruolo dello Stato e delle sue articolazioni periferiche, hanno visto la fine della centralizzazione delle politiche di protezione e sicurezza sociale, e la definizione di un nuovo ruolo del settore pubblico a struttura mista (il welfare mix).
Questo lavoro è un'analisi degli effetti occupazionali, e non, degli inserimenti lavorativi effettuati dalle cooperative sociali di tipo B nei confronti di quelli che vengono comunemente definiti soggetti svantaggiati, ovvero di tutte quelle persone che sono portatrici di uno svantaggio manifesto (dipendenza da sostanze, problemi alcolcorrelati, disabilità fisica o psichica, ecc.) o di un disagio sociale, spesso conseguente. La finalità dell'intervento attuato da questa forma organizzativa è appunto l'inserimento lavorativo di queste persone, in cui lo svantaggio, consistente nella mancanza di capacità lavorative e di abilità sociali e in assenza di interventi specifici, determina l'esclusione permanente dal mercato del lavoro.
È quindi un'analisi delle politiche del lavoro rivolte verso queste fasce deboli, così come si sono delineate e sviluppate negli ultimi anni. L'analisi è ispirata dalla profonda attenzione prestata a questi temi, date anche le forti conseguenze politiche, sociali ed economiche della disoccupazione, soprattutto quella degli hard to place, ovvero quei soggetti che difficilmente riescono ad entrare nel mondo del lavoro o riescono a mantenere un'occupazione stabile. E proprio in questo scenario si delinea la forte rilevanza assunta dalla cooperazione di inserimento lavorativo, quale soggetto di politiche attive del lavoro e quale soggetto capace di creare benessere sociale.

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Il campo di fragole e lo zoo. La cooperazione sociale di inserimento lavorativo e il punto di vista dell'utente: una ricerca empirica Domenico Zalla Premessa La cooperazione sociale di inserimento lavorativo, o di tipo B, è diventata in pochi anni soggetto di politiche sociali e del lavoro attive, riuscendo nell'obiettivo di realizzare inserimento lavorativo e di dare formazione generale al lavoro, ovvero fornire alle persone inserite quelli che vengono definiti "prerequisiti lavorativi", cioè la capacità di rispettare modi e tempi di lavoro, ritmi, esigenze organizzative, ecc. Tuttavia, il lavoro non costituisce di per sé una garanzia di miglioramento della situazione personale di un soggetto svantaggiato, e l'inserimento lavorativo non comporta necessariamente integrazione sociale. Il realizzarsi dell'integrazione sociale dipende dal tipo di disagio di cui la persona è portatrice: ciò che è vero per i portatori di handicap non lo è necessariamente per i soggetti con disagio sociale. Il disabile nella gran parte dei casi, è inserito in una rete sociale e familiare adeguata, in una rete affettiva che lo sostiene, e il lavoro diventa quel tassello che può significare inclusione sociale. Gli utenti in condizioni di disagio sociale hanno invece altri bisogni: avere un supporto psicologico, costruirsi reti affettive e amicali, trovare casa, ecc. Si pone allora il problema di come dare risposte a questi bisogni: gli strumenti per farlo vanno trovati dentro le cooperative o al di fuori di esse? Se si sceglie la strada "interna" si rischia di fornire un alibi ai servizi sociali: una volta affidatogli il soggetto svantaggiato, infatti, essi si aspettano che la cooperativa si occupi della totalità dei bisogni della persona. Se si opta invece per la strada "esterna" è necessario creare una rete di servizi pubblici e privati che affianchi e sostenga l'attività di formazione svolta dalla cooperativa sociale di inserimento lavorativo. In questo lavoro si cerca di dare qualche prima risposta a queste domande e di aggiungere elementi di riflessione alle ricerche che hanno quantificato i risultati dell'inserimento lavorativo. Il commento che segue è articolato in sei paragrafi, ognuno dei quali analizza i diversi momenti in cui si articola il rapporto tra i soggetti svantaggiati e la cooperativa, e ne individua le modalità di realizzazione e le difficoltà.

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Informazioni tesi

  Autore: Domenico Zalla
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1999-00
  Università: Università degli Studi di Trento
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia
  Relatore: Silvia Gherardi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 169

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Parole chiave

cooperazione sociale di inserimento lavorativo
disagio sociale
esclusione sociale
politiche attive del lavoro
storie di vita
cooperative sociali
politiche del lavoro
soggetti svantaggiati
inserimento lavorativo

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