Ahimsa: le vie della non violenza. Origini di un etica di liberazione
Da dove nasce l’ahiṃsā? In quale il contesto storico-sociale-culturale?
Quali gli approcci filosofico-religiosi in cui origina e matura? Quali forme e quali contenuti particolari essa assume nelle varie “visioni” filosofico-religiose? Queste le domande a cui si è cercato di rispondere.
I Cap. II, III e IV, cha vanno a costituire la Parte I del presente lavoro, rappresentano per così dire gli antefatti, o il passaggio dal sacrum facěre al sacrum esse, dal sacrificio rituale cruento al sacrificio simbolico e interiore.
La Parte II, dopo aver presentato, nel Cap. V, le varie ipotesi di origine del concetto di ahimsa e aver definito il concetto di sacrum esse e quello di etica di liberazione, analizza i contenuti specifici che l’ahimsa assume all’interno delle dottrine eterodosse: Jainismo (Cap. VI), con la sua impostazione prevalentemente meccanicistica-materialistica e pan-jivaista che sfocia da un lato in una precettistica minuziosa e dall’altro in un sovrumano sforzo di non nuocente inazione e di «paralisi psichica intenzionale»3, convertite in prosieguo di tempo nell’“amicizia” verso tutte le creature viventi e nella rivalutazione della volontà di non nuocere; Buddhismo (Cap. VII), con la concezione pragmatica e psicologica del duhkha e del processo di liberazione che porta a concepire l’ahimsa come mezzo etico-psicologico abile alla cessazione della sofferenza.
Nelle Conclusioni cerchiamo di delineare, partendo dall’analisi precedente, un concetto ideltipico di ahimsa sviluppato nei suoi elementi principali e in quelli che possiamo considerarne i presupposti.
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Informazioni tesi
Autore: | Mirko Iacobucci |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Sociologia |
Corso: | Sociologia |
Relatore: | Michele Colafato |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 160 |
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FAQ
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