Sistemi elettorali e minoranze linguistiche. Le ripercussioni dei sistemi elettorali sulla rappresentanza delle minoranze linguistiche in Parlamento sull’esempio delle minoranze dell’Alto Adige Südtirol
I sistemi elettorali hanno delle ripercussioni dirette sulla rappresentanza dei partiti nel Parlamento. Questo riguarda in particolare le minoranze etniche. A seconda di come è congegnato, un sistema elettorale può rafforzare o indebolire una minoranza, o addirittura farla scomparire del tutto dal Parlamento. Il Sudtirolo è stato annesso all’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale, chiamato di seguito Alto Adige. Già nel 1921 i sudtirolesi conquistarono quattro deputati nel Parlamento italiano, ma la riforma elettorale dei fascisti, la cosiddetta legge Acerbo, ridusse la loro rappresentanza dapprima a due deputati (1924), facendoli poi scomparire del tutto. Dopo la Seconda Guerra Mondiale fu concluso l’Accordo di Parigi del 1946 tra Italia e Austria che garantisce una tutela alla minoranza tedesca dell’Alto Adige e un’autonomia. Dal 1948 in poi i sudtirolesi riescono, in ogni tornata elettorale, a conquistare una rappresentanza nel Parlamento nazionale di cinque, in casi eccezionali, anche di sei parlamentari. Da allora in Italia sono state approvate numerose riforme elettorali. Da un sistema prevalentemente proporzionale l’Italia è passata nel 1993 a un sistema combinato, che prevedeva che tre quarti dei seggi venissero eletti con il maggioritario ed il restante quarto con il proporzionale, con una soglia di sbarramento del quattro per cento. Questo sbarramento escludeva le minoranze tedesche e ladine dell'Alto Adige che rappresentano solo un mezzo punto percentuale della popolazione nazionale. Il ricorso proposto dalla Provincia, a favore delle minoranze linguistiche, fallì dinanzi alla Corte Costituzionale così come davanti alla Corte Europea per i diritti dell’uomo. Ma i sudtirolesi riuscirono a conservare la loro rappresentanza attraverso i collegi uninominali. Nel 2005 il Parlamento ha nuovamente modificato la legge elettorale, tornando a un sistema proporzionale con delle soglie scaglionate e con un premio di maggioranza per la lista o la coalizione vincente. La rappresentanza dei sudtirolesi nel Parlamento, organizzato dapprima nel Deutsche Verband (DV) e dal 1948 nella Südtiroler Volkspartei (SVP), ha subito delle ripercussioni dirette dalle riforme elettorali. Essa ha potuto salvarsi con dei provvedimenti specifici, che sono stati raggiunti richiamandosi all’ancoraggio internazionale dell’autonomia dell'Alto Adige/Südtirol e alla tutela delle minoranze iscritta nella Costituzione italiana. Come partiti etnoregionali tipici, il DV e la SVP sono quindi particolarmente indicati per un’analisi empirica delle ripercussioni dei sistemi elettorali.
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Informazioni tesi
Autore: | Oskar Peterlini |
Tipo: | Tesi di Specializzazione/Perfezionamento |
Specializzazione in | Progetto di Ricerca |
Anno: | 2010 |
Docente/Relatore: | Günther Pallaver |
Istituito da: | Leopold Franzens Universität Innsbruck |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 311 |
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