La musica sacra dopo il Concilio: funzioni, dibattiti, protagonisti.
La svolta storica che il Concilio Vaticano II ha dato alla Chiesa Cattolica ha toccato parecchi aspetti: come molti dicono, è stata una “primavera della Chiesa”, un grande momento di apertura al mondo contemporaneo dopo secoli di immobilismo.
Tali novità hanno toccato anche la musica sacra, che ha visto accogliere nuove istanze e nuovi stili sotto la pressione delle mode musicali, soprattutto giovanili, che imperversavano in tutto il mondo occidentale.
Ciò ha prodotto, oltre a una certa vitalità, anche notevoli problemi e conflitti interni. Le numerose querelle che hanno visto in campo tradizionalisti contro innovatori, musicisti contro liturgisti, specialisti contro dilettanti, giovani contro anziani, hanno animato questi decenni dopo la fine del Concilio, rinnovando antiche battaglie mai sopite che assumevano nuove forme.
Il presente lavoro intende dar spazio a tutte le varie posizioni e istanze, in uno sguardo d’insieme sulla questione. La bibliografia a riguardo non è povera ma, nella maggioranza dei casi, riflette posizioni di parte, limitate alle personali convinzioni: si tratta in sostanza di scritti quasi sempre polemici, dalla visione unilaterale, e che prospettano soluzioni altrettanto unilaterali. Non esiste, inoltre, un testo che prenda in considerazione il canto e la musica all’interno dei maggiori movimenti e gruppi ecclesiali che ormai hanno assunto un’importanza sempre crescente nella Chiesa. Con questo elaborato si vuole pertanto colmare il vuoto e offrire un punto di vista più generale e imparziale, sì da illustrare i vari elementi della nuova musica sacra senza pregiudizi e senza soluzioni unilaterali.
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Informazioni tesi
Autore: | Raffaello Pilato |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Scienze Umanistiche |
Corso: | Musicologia |
Relatore: | Pietro Misuraca |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 122 |
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