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La migrazione degli italiani in Argentina: incontro tra culture e contesto

Il tema centrale della tesi è l'incontro tra Italia e Argentina, che ha avuto inizio a partire dalle emigrazioni italiane avvenute tra Ottocento e Novecento. Si tratta di un esodo di oltre 2.000.000 di persone provenienti inizialmente dal nord e successivamente dal sud della penisola italiana. Il progetto è suddiviso in tre parti: il viaggio, l'incontro e il dialogo. Nel primo capitolo, "Il viaggio" viene messa in evidenza la situazione dell'Italia post unitaria e la concatenazione di cause che portano gli italiani ad emigrare.
L'Italia ha una forte divisione regionale. Quello che avviene a livello politico, economico e la crisi agraria che colpisce l'intera Europa, sono eventi determinanti per risalire alle complesse motivazioni delle migrazioni. Le aspettative fomentate dagli opuscoli pubblicitari degli agenti dell'emigrazione da sole non bastano a spiegare l'esodo di massa, tuttavia riescono ad adescare e a coinvolgere molti italiani con spirito di iniziativa, abituati a spostarsi e che alla fine trovano i soldi per partire. Questi italiani a loro volta creano delle catene migratorie che fungono da spinta motivazionale per altri connazionali che affronteranno l'avventura in Argentina.
Con l'arrivo in Argentina si apre il capitolo denominato "L'incontro" che racconta di una terra promessa in attesa di immigrati, per creare una Nazione civilizzata e più forte economicamente. Gli immigrati provengono da tutta Europa e gli italiani non sono certo i più desiderabili ma riescono, soprattutto grazie all'emigrazione degli esuli politici, a creare un intreccio ideologico con personaggi di spicco del governo argentino. Il censimento del 1914 mette in luce come la pampa Humeda sia diventata ormai pampa gringa, con forte presenze italiana.
Nel terzo capitolo, "Il dialogo", viene messa in evidenza la politica di "argentinizzazione", soprattutto attraverso la scuola pubblica che ha permesso ai figli e ai nipoti degli immigrati di sentirsi argentini a tutti gli effetti. Perciò un'integrazione che ha, come rovescio della medaglia, quello di allentare il rapporto con la cultura d'origine degli antenati. Il fatto che gli italiani parlassero i dialetti e non l'italiano, secondo alcune voci della stampa dell'epoca, ha agevolato il processo di assimilazione. Un altro ambito in cui si gioca la relazione tra l'Italia e l'Argentina è quello più strettamente economico: accordi tra i due Paesi, scambi commerciali, localizzazione delle aziende italiane in Argentina alimentano i rapporti tra i due governi. In questo capitolo viene presa in analisi la teoria di Gino Germani sul crogiolo di culture. Germani, sociologo italiano emigrato in Argentina, mette in luce il carattere aperto della società argentina e gli alti tassi di mobilità ascendente tra gli europei. Ciò che rende unica l'Argentina, secondo i suoi studi, è da ricercarsi nella debole base sociale e demografica, precedente all'immigrazione europea di massa e in alcune caratteristiche dei flussi migratori come l'alto livello di mascolinità che favorisce matrimoni misti e la concentrazione geografica e demografica nelle zone centrali del Paese. Germani ha lasciato però delle aree in ombra, soprattutto per quanto riguarda la conflittualità e la presenza di diversi gruppi etnici che popolano il paese.
Anche nell'approccio comparato, utilizzato da Devoto, emerge, tra i vari elementi, che l'emigrazione italiana verso l'argentina abbia complessivamente avuto maggiore successo per quanto riguarda l'ascesa sociale degli immigrati rispetto ad altri paesi di destinazione.
La particolarità dell'incontro tra Italia e Argentina sta soprattutto nel dato di fatto: essere parte una della storia dell'altra. Nonostante difficoltà e pregiudizi questo incontro ha dato come conseguenza la contaminazione reciproca. Come ogni migrazione, anche quella degli italiani diretti in Argentina, ci insegna che l'identità nazionale, l'idea collettiva di cosa sia la nazione, i miti e l'immaginario della nazione in cui ci si riconosce non è fissa e immutabile.
Inoltre l'eterogeneità di cui, come sostiene Fernando Devoto, l'Argentina è ricca e la contaminazione avvenuta tra le due nazioni ci riporta all'attualità: stiamo attraversando il passaggio da una concezione multiculturale, in cui vengono messe in evidenza le differenze, spesso espresse in termini negativi, ad un approccio interculturale: con l'ambizioso obiettivo di valorizzare la diversità.
Papa Francesco, argentino, figlio di emigrati italiani afferma che "La sfida della realtà chiede anche la capacità di dialogare, di costruire ponti al posto di muri.
Questo è il tempo del dialogo, non della difesa di rigidità contrapposte". Ho scelto questa frase come auspicio per un futuro caratterizzato dall'impegno di ciascuno ad aprirsi al mondo, al fine di realizzare una politica di civiltà, una riforma di pensiero dell'umanità che Edgar Morin definisce "consapevolezza e accesso ad una cittadinanza terrestre, in una comunità planetaria".

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- 4 - INTRODUZIONE Il mio lavoro vuole mettere in evidenza l’incontro tra Italia e Argentina, soprattutto attraverso l’accurata ricostruzione di Fernando Devoto, Professore ordinario di Teoria e storia della storiografia presso l’Università di Buenos Aires, che si occupa da molti anni di storia dell’emigrazione italiana in America Latina ed è considerato una delle voci più importanti in materia. Devoto ha spiegato nel suo libro “Storia degli italiani in Argentina” come queste due nazioni, attraverso le migrazioni italiane, nel corso di due secoli, abbiano creato un legame che si è consolidato nel tempo. Ho suddiviso il progetto in tre parti: il viaggio, l’incontro e il dialogo. Il viaggio descrive la situazione dell’Italia prima e dopo l’unificazione. L’Italia ha una forte divisione regionale ed emerge con prepotenza la differenza tra Nord e Sud nella penisola prima e successivamente anche nel paese di destinazione. Quello che avviene a livello politico, economico e la crisi agraria che colpisce l’intera Europa, sono eventi determinanti per risalire alle complesse motivazioni delle migrazioni. Le aspettative fomentate dagli opuscoli pubblicitari degli agenti dell’emigrazione da sole non bastano a spiegare l’esodo di massa, tuttavia riescono ad adescare e a coinvolgere molti italiani con spirito di iniziativa, abituati a spostarsi e che alla fine trovano i soldi per partire. Questi italiani a loro volta creano delle catene migratorie che fungono da spinta motivazionale per altri connazionali che affronteranno l’avventura in Argentina. Ogni capitolo include una parte dedicata alla raccolta di testimonianze con doppia valenza: come strumento storico-memoriale ma anche come narrazione pedagogico-biografica. Con l’arrivo in Argentina si apre il capitolo denominato “L’incontro” che racconta di una terra promessa in attesa di immigrati, per creare una Nazione

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