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Le potenzialità del lavoro di gruppo nella Scuola dell'infanzia

La crisi che ha investito la famiglia e le istituzioni cui è assegnato un ruolo educativo ha fatto sì che la Scuola, oggi più che in passato, abbia un ruolo primario nel processo formativo dei giovani. Infatti essa rappresenta il luogo in cui i ragazzi, attraverso un confronto costante, imparano a costruire rapporti basati sul rispetto, sulla fiducia e sulla condivisione.
Il presente lavoro ha la finalità di illustrare la validità educativa e didattica del lavoro di gruppo e dell’apprendimento cooperativo, evidenziando come essi favoriscano non solo il raggiungimento di obiettivi culturali, ma anche e soprattutto l’acquisizione di quelle abilità sociali di convivenza, relazione e scambio che si riveleranno poi fondamentali nella vita lavorativa e socio - familiare dell’individuo. Si determina, così, una maturazione globale che porterà ciascun soggetto immerso in situazioni concrete a prendere decisioni, ad assumere ruoli di leadership, a risolvere creativamente problemi, a gestire in modo positivo e costruttivo i conflitti, a comunicare in modo efficace e ad individuare soluzioni adeguate.
Il presente lavoro affronta nella prima parte la definizione del termine “gruppo”, inteso come elemento essenziale della vita di ogni essere umano, poiché favorisce lo sviluppo di una serie di competenze utili a costruire la personalità individuale, ad accrescere e consolidare i rapporti con gli altri.
I primi tentativi di introdurre nelle organizzazioni scolastiche il lavoro di gruppo e la cooperazione come metodologie didattiche risalgono alla fine dell’Ottocento. Con il Positivismo pedagogico, fu rovesciata la tradizionale concezione educativa, che considerava il docente quale unico protagonista dell’insegnamento e l’alunno, quale semplice ricettore ed elaboratore di dati negandogli, dunque ogni caratteristica individuale. L’alunno diventa con il Positivismo pedagogico il protagonista del processo di insegnamento - apprendimento. Seguono le “Scuole attive” fondate dal filosofo J. Dewey, dove, seguendo i suoi principi, gli alunni lavoravano in un clima democratico e collaborativo.
La classe diventa dunque il luogo in cui il bambino esplica i propri interessi e il lavoro di gruppo diviene il mezzo attraverso il quale egli impara a compiere delle scelte, a realizzare progetti insieme ai compagni e a relazionarsi rispettando i diritti degli altri.
Inizia così il lungo “iter” che porterà a riconoscere al lavoro di gruppo e all’apprendimento cooperativo funzioni favorevoli al processo di apprendimento.
Il lavoro di gruppo nella Scuola italiana diventa una pratica diffusa con la Legge 517 del 4 Agosto 1977, che sancisce l’efficacia di tale tecnica educativo - didattica. Ad essa si riconosce la validità per raggiungere obiettivi educativi di tipo cognitivo e interpersonale. Gli studenti, infatti, sono stimolati a produrre un pensiero di ordine più elevato, imparano a formulare ipotesi e a prendere decisioni; migliorano, inoltre, la padronanza linguistica e le relazioni interpersonali.
Il mio interesse per il lavoro di gruppo e l’apprendimento cooperativo si è rivolto soprattutto alla Scuola dell’infanzia che trae da queste metodologie un valido contributo educativo e didattico.
La Scuola dell’infanzia promuove la formazione integrale della personalità dei bambini dai tre ai sei anni nella prospettiva della formazione di soggetti liberi, responsabili ed attivamente partecipi alla vita della comunità locale, nazionale ed internazionale.
La Scuola dell’Infanzia, rivolgendosi ad un soggetto che non ha ancora elaborato una socialità di base, fonda le sue attività educative sulla socialità e sulla relazionalità. Essa, predisponendo vari contesti relazionali (coppia, piccolo gruppo, gruppo allargato), che prevedono la cooperazione tra gli alunni, contribuisce al progressivo superamento dell’egocentrismo intellettuale e sociale del bambino. Attraverso attività educative improntate alla cooperazione, il bambino inizierà ad assumere atteggiamenti più collaborativi con i compagni, abbandonando gradualmente le condotte impulsive per assumere un atteggiamento più riflessivo e accettando le norme fissate dall’esterno.
Sebbene in passato tali metodologie didattiche siano state poco condivise ed applicate, oggi trovano sempre più spazio nella Scuola, poiché viviamo in una società dove i rapidi mutamenti in campo produttivo, economico e scientifico rendono necessari il lavoro di gruppo e la cooperazione in tutte le attività umane.


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1. 1. Il gruppo: origini e sviluppo. Nella storia del pensiero occidentale il termine “gruppo”, inteso come “un insieme di individui che condivide un compito o uno scopo e caratterizzato dall’interdipendenza delle azioni dei suoi componenti”, è relativamente recente. Infatti non si ritrovano definizioni attinenti in modo specifico ad un insieme di persone impegnate a perseguire, attraverso contributi più o meno integrati, uno scopo comune. Lo studio del termine “gruppo” rivela che il significato originario deriva da “groppo” = “nodo”, dall’antico provenzale “grop” che a sua volta deriva dal germanico “truppa” = “massa arrotondata”. Secondo D. Anzieu e J. Y. Martin, con tale termine si evidenziano due aspetti: ξ “il senso della parola “nodo” che ha finito per connotare lo stato di coesione, di unione tra i membri di un gruppo; ξ il significato di “tondo” che designa, a livello prossemico e simbolico, una riunione di persone che si incontrano faccia a faccia”. 1 E’ soltanto verso la fine del Settecento che il termine “gruppo” inizia ad essere riferito ad un insieme di persone unite per uno scopo comune ed è all’inizio del Novecento, all’interno di un mutato assetto societario, che 1 D. Anzieu, J. Y. Martin, Dinamica dei piccoli gruppi – Borla (Roma), 1990, pp. 13-14 1

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Parole chiave

apprendimento cooperativo
gruppo
lavoro di gruppo

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