Transizione democratica in Polonia e Ungheria
Il 1989 fu un anno pieno di cambiamenti politici e sociali che stravolsero l’assetto mondiale fino ad allora conosciuto. Il 1989 fu l’anno in cui avvenne la caduta del celebre muro di Berlino, simbolo della fine della guerra fredda e pertanto del sistema bipolare. Con il crollo dell’Unione Sovietica e dell’ideologia comunista, il mondo assistette a quella che il politologo statunitense Huntington nominò la terza ondata di democratizzazione, la quale coinvolse venticinque Stati mondiali tra cui quelli appartenenti all’ex blocco di Varsavia. Obiettivo di questa tesi è quello di individuare gli attori che presero parte alla crisi politica del sistema comunista in Polonia e in Ungheria e che portarono avanti il processo di democratizzazione fino al suo consolidamento. Nonostante i due processi siano molto simili sotto alcuni aspetti (entrambi i paesi vivono una transizione negoziata dall’alto), per altri, si discostano nettamente; non solo nei mezzi, ma anche negli attori sono presenti divergenze sostanziali. Il legislatore è il vero protagonista della democratizzazione magiara mentre l’opposizione, rappresentata dal movimento di Solidarność guidata da Wałęsa, è l’attore principale nella scena politica polacca. Riguardo la struttura della tesi, questa consta di quattro capitoli e di un’appendice: nel primo capitolo si introdurrà il lettore nel mondo delle transizioni democratiche attraverso la spiegazione del significato dei concetti di democrazia e di regime (non) democratico e degli elementi di cui sono composti. In seguito, verranno elencate e spiegate le quattro tappe che formano il processo di democratizzazione (crisi, transizione, instaurazione e consolidamento). Sempre nel primo capitolo verranno poi analizzare parallelamente le prime elezioni democratiche polacche e ungheresi, al fine di constatare se sia presente o meno una certa continuità degli ex partiti comunisti nella nuova scena politica democratica. La parte finale del capitolo è dedicata allo sviluppo dei sistemi partitici post-comunisti e alla particolarità della natura delle formazioni ombrello. Nel secondo e terzo capitolo si analizzeranno nuovamente tutti i concetti elaborati nella prima parte ma attraverso la loro applicazione ai due casi concreti: quello polacco e ungherese. In entrambi i capitoli verrà riportando precedentemente un breve excursus storico dei due paesi, per poter capire al meglio il contesto in cui si svilupparono i fatti studiati. Questo perché, tanto in Polonia quanto in Ungheria, il processo di democratizzazione altro non fu che un lungo susseguirsi di eventi precedenti all’Ottantanove, eventi che permisero un’apertura del sistema comunista attraverso l’azione parallela di rivolte popolari e liberalizzazioni politiche sociali, che insieme sfociarono in una vera e propria transizione democratica. Nel quarto ed ultimo capito si proporrà contemporaneamente l’analisi dei due sistemi, partendo dalla crisi dei rispettivi regimi comunisti allo studio comparato del consolidamento democratico, confrontando direttamente il ruolo delle rispettive opposizioni, élites politiche, forze armate e di tutti coloro che furono protagonisti degli eventi del 1989. Nella parte finale della tesi è presente un’appendice in cui si potrà trovare un questionario quantitativo somministrato ai cittadini polacchi e magiari residenti e non in Italia con lo scopo di osservare la loro percezione riguardo i diritti politici e le libertà civili presenti nei rispettivi Stati d’origine. Ho ritenuto interessante avviare questa indagine per gli eventi antidemocratici e anti-Eu che si sono protratti negli ultimi anni, in particolar modo in Ungheria: spesso si sono verificati degli scontri nella gestione di assunti politici inerenti alle masse migratorie o le libertà personali. Questi trend hanno preoccupato gli studiosi di scienze politiche riguardo un possibile passo indietro democratico dei due paesi. Questa possibilità non è totalmente da escludere se si pensa che ognuna delle ondate di democratizzazione ha vissuto una fase di “reflusso” nella quale i vari paesi coinvolti nel processo democratico si sono arrenati, retrocedendo ad un altro tipo di regime (autoritari, militare, etc.) oppure posizionandosi in quello che molti autori definiscono “regime ibrido”. La domanda se possiamo riscontrare lo stesso fenomeno di reflusso anche nei due casi qui studiati sorge spontanea. L’organizzazione FreedomHouse parla di “falsa democratizzazione” in quegli Stati che dopo la fine della Guerra Fredda hanno avviato un processo di democratizzazione, ma non sono stati poi in grado di mantenere gli standard democratici richiesti. Entrambi i paesi si stanno distaccando sempre più dai valori democratici creando un abisso sempre più profondo e netto nei rapporti con l’Unione Europea.
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Informazioni tesi
Autore: | Sara Zaccardi |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Università degli studi di roma tre |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Barbara Pisciotta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 161 |
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