Roberto Tremelloni e il centro-sinistra
Roberto Tremelloni nasce a Milano il 30 ottobre del 1900 in una famiglia di piccola borghesia impiegatizia. Nella città natale compie gli studi tecnici, diplomandosi in ragioneria all'Istituto Tecnico Carlo Cattaneo a poco più di 16 anni. Agli inizi del 1918 - dopo aver diretto il periodico studentesco "L'Avvenire" che aveva fondato con Raimondo Manzini e Carlo Arnaudi - è chiamato alle armi: sottotenente degli alpini - dove vuole andare per il suo giovanile amore per la montagna - prima al "Tirano" poi al "Val Brenta". Subito dopo deve avviarsi ad un lavoro remunerato proprio a seguito delle modeste condizioni economiche della sua famiglia. Si iscrive successivamente all'Università di Torino, continuando a lavorare dapprima come impiegato e poi come giornalista. Ottiene la laurea nel 1926 in Scienze economiche e sempre a Torino incontra Giuseppe Saragat.
Sulla sua formazione di studioso e in particolare di economista esercita ed eserciterà una forte influenza il pensiero, l’opera e l’insegnamento di Luigi Einaudi, alle cui lezioni universitarie era sempre presente. Dell’economista piemontese Tremelloni fa propria la concezione della politica economica che si propone in primo luogo la stabilizzazione del valore della lira, attuando un rigoroso controllo dello strumento del credito bancario. Questa concezione monetaristica dell’economia veniva peraltro attenuata dall’adesione alle idee keynesiane. Dell’economista inglese fece proprio il pensiero politico-economico volto al riequilibrio congiunturale nelle fasi sfavorevoli, combattendo l’inflazione e prendendo provvedimenti a vantaggio dell’occupazione. In sostanza l’intervento pubblico nell’economia era incentrato sulla necessità di attuare un controllo sui tassi d’interesse bancari e sugli investimenti privati facendo leva su una forte tassazione collettiva e su una politica di interventi pubblici.
Oltre ad Einaudi vi sono altre figure importanti figure che caratterizzano questa fase della vita politica di Tremelloni quali Filippo Turati, Claudio Treves, Angiolo Cabrini e dell'attività sindacale quali Rinaldo Rigola, Lodovico d'Aragona e Bruno Buozzi.
Fin dagli anni dell'adolescenza intraprende l'attività di pubblicista. Diventa giornalista professionista nel primo dopoguerra, cronista ed inviato del periodico milanese "La Sera".
Aderisce nel 1922 al Partito socialista unitario costituito dai riformisti usciti dal Psi all'indomani del XIX Congresso poche settimane prima della marcia su Roma. Nel 1923, col verificarsi delle prime scorribande fasciste, è assunto come capo redattore del quotidiano riformista "La Giustizia", diretto da Claudio Treves.
E' proprio nei giorni in cui Giacomo Matteotti, segretario del Psu, paga con il sequestro e la vita la denuncia delle illegalità compiute dai fascisti che il giovane Tremelloni si rende conto che il regime si propone la soppressione definitiva delle regole democratiche e delle libertà fondamentali.
Egli riesce comunque a partecipare alla breve vicenda del "Quarto stato", la rivista ideata da Carlo Rosselli e Pietro Nenni che promuoveva una riflessione critica sui primi quarant'anni di socialismo italiano.
Tremelloni entra nell'Ufficio studi della Confederazione generale del lavoro e diviene capo redattore di "Battaglie sindacali" poco prima che venissero del tutto soppresse le libertà democratiche alla fine del 1926. Proprio in questo anno insieme al fratello Attilio dà vita alla Casa Editrice Aracne che pubblica monografie e riviste tecniche ed economiche. Dopo il 1926 con l'accentuarsi della repressione fascista Tremelloni si allontana dalla vita politica attiva dedicandosi prevalentemente agli studi economici fianco a fianco con Prato, Porri, Cabiati, Rosselli, Demaria, Vito, Dell'Amore, Barberi, Di Fenizio, Lenti, Pagni. Pubblica un volume descrittivo della struttura e dell'opera dell' O.I.L. ("L'Organizzazione internazionale del lavoro") di Ginevra (1924). Sempre nella città svizzera Tremelloni prende contatto con le più moderne concezioni della cultura e incontra uomini di scienza di fama internazionale soprattutto nell'ambito del Bureau International du Travail , istituzione creata dalla Società della Nazioni che si occupava dei problemi del lavoro nei diversi stati. Nel 1931 ottiene la libera docenza in Economia Politica presso l'Università di Ginevra, ma solo nel 1951 la docenza in Economia ed Organizzazione Aziendale al politecnico di Milano; tenne tale cattedra fino ai primi anni ’60, allorché gli impegni politici romani si fecero più pressanti non consentendogli di proseguire l’ insegnamento universitario.
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Informazioni tesi
Autore: | Vittorio Nascimbene |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Storia |
Relatore: | Alceo Riosa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 538 |
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