Per un modello africano di garanzie dei diritti dell'uomo - Lineamenti del recente sviluppo dei diritti umani in Africa Occidentale Subsahariana
Il percorso di approfondimento svolto sullo sviluppo dei diritti umani in Africa Occidentale Subsahariana, si è concentrato principalmente su due aree: la tutela offerta a tali diritti e la conseguente giustiziabilità degli stessi, che si traduce nella lotta all’impunità per i maggiori responsabili di comportamenti individuali che il diritto internazionale criminalizza.
La tutela internazionale dei diritti dell’uomo è stata analizzata nella prima parte, e abbiamo visto come nell’ultimo quinquennio si è notevolmente rafforzata, ciò è dipeso da una serie di eventi, anche riguardanti la lotta all’impunità, che hanno permesso alla Commissione Africana per i diritti dell'uomo e dei popoli di lavorare in un clima più predisposto a tale tutela rispetto alle condizioni nelle quali era entrata in funzione la Commissione stessa. A tale clima favorevole ha sicuramente inciso la disponibilità di alcuni governi a un dialogo più intenso con tale organo, questa dinamica virtuosa (Mali, Senegal, Ghana, Niger e forse ultimamente la Sierra Leone) si associa a un dinamica viziosa (Liberia, Guinea, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Togo), dal quale ne esce un mosaico contrastante.
Si può pensare che la tutela potrà venire ulteriormente rafforzata con l’entrata in funzione della futura Corte Africana per i Diritti dell’Uomo e dei Popoli, se questa troverà gli equilibri di coesistenza con la Commissione simili all’analoga Corte europea e relativa Commmissione. Se questo dovesse accadere l’autorevolezza e incisività della Corte darebbero un forte contributo al’ulteriore rafforzamento dato alla protezione e promozione dei diritti umani.
Un elemento nuovo che ha contribuito a dare consistenza alla tutela dei diritti civili e politici, e gli altri corollari tipici della tradizione giuridica africana, è il risveglio della società civile africana su queste tematiche, dimostrandosi più coinvolta, vigile e attenta, soprattutto grazie all’azione delle ONG. Parlare di una società civile africana che lotta per i propri diritti non è facile, considernado che si tratta di una società tradizionalista e comunitaria in cui il gruppo è messo al centro e l’individuo ne è una componente: al contrario di ciò che viene nella società occidentale in cui il baricentro è l’individuo e i diritti a lui attribuiti.
La tutela e la giustiziabilità offerta ai diritti dell’uomo non può essere scissa in due componenti separate, in quanto è di evidenza che la tutela in Africa abbia goduto dei buoni rislutati ottenuti nella lotta all’impunità di quei soggetti che hanno violato massivamente i diritti umani; e la volontà dei governi di contribuire alle garanzie di giustiziabilità è sicuramente stata influenzata dall’intromissione della “cultura dei diritti umani” portata dalla tutela a tali diritti dalla Commissione: si comincia a percepire come le azioni compiute all’interno dello Stato non siano più coperte da immunità assoluta.
Il panorama subsahariano occidentale è florido di apparati governativi e capi di stato disposti a tutto pur di mantenere il potere nelle proprie mani: basti pensare alle situazioni autoritarie di Gambia, Burkina Faso, Togo, Costa d’Avorio, ecc… Ma abbiamo visto come accanto ad esempi negativi ci siano state delle iniziative significative che hanno portato ad un rafforzamento la responsabilità penale internazionale, tanto a livello regionale svolgendo la funzione di deterrenza, grazie al caso Habrè e alla Corte Speciale per la Sierra Leone, quanto a livello internazionale raggiungendo dei risultati giurisprudenziali che insinuano il principio del rispetto dei trattatti riguardanti i diritti dell’uomo richiamando alla responsabilità i governi a tale rispetto per esigenze che non sono più solo politiche, ma di giustizia universale tramite Convenzioni, e dunque giuridiche (il caso del Senegal e esemplare, essendo “costretto” a tenere sul suo suolo una persona indesiderata: Hissein Habrè).
Naturalmente la conoscenza di questo panorama ci porta a riconscere i risultati raggiunti e a immaginare l’evoluzione di questi scenari, che lasciano degli interrogativi aperti a più soluzioni: sarà in grado la futura Corte di raggiungere l’autorevolezza dell’analoga istituzione europea o comunque a rafforzare il sitema di tutela offerto dal continente nero? Sarà garantita giustizia alle vittime e ai familiari delle vittime del ex-dittatore del Tchad, creando il precedente in campo internazionale? Saranno realmente puniti i maggiori responsabili per i crimini commessi in Sierra Leone?
La concezione metodologica di questo lavoro si basa oltre che sulla raccolta dati su un'esperienza diretta sul campo, grazie a uno stage di due mesi a Dakar presso una ONG che si occupa della difesa dei diritti dell'uomo. Tale esperienza è stata fonfamentale oltre per il capitolo riguardante le ONG anche per la raccolta dati sul caso Habrè.
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Informazioni tesi
Autore: | Lorenzo Gaggiato |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Antonio Papisca |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 214 |
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