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Open Data: l'amministrazione pubblica tra innovazione e trasparenza

La diffusione delle ICT nelle amministrazioni pubbliche e l’utilizzo di strumenti sempre più innovativi, sono serviti da traino per l’apertura delle informazioni e dei dati nelle amministrazioni pubbliche, rendendo più agevole la consultazione e il riutilizzo degli stessi da parte dei cittadini, dei professionisti e delle imprese. Questi, essendo dotati di strumenti idonei, avranno la possibilità di partecipare attivamente alle decisioni e di utilizzare i dati anche per fini commerciali.
Partendo dai principi base del diritto amministrativo classico, (come la trasparenza amministrativa, il diritto di accesso e il diritto alla riservatezza), faremo un excursus sulle normative in materia che si sono susseguite negli anni, analizzeremo i passaggi chiave che hanno portato alla costituzione del Codice dell’Amministrazione Digitale, emanato con decreto legislativo numero 82 del 2005, fino al nuovo Decreto Sviluppo emanato dal Governo Monti all’inizio di ottobre 2012, in cui all’art 9 si sancisce il dovere delle pubbliche amministrazioni di fornire i dati in loro possesso in formato aperto tramite le licenze d’uso.
Analizzeremo quindi la disciplina degli Open Data intesa quale prassi amministrativa nata da un progetto americano e sviluppatasi successivamente anche in Europa e in Italia. Si focalizzerà l’attenzione sul concetto di dato aperto, sul suo reale utilizzo e diffusione, e in particolare ci soffermeremo sulle licenze d’uso più comuni, vedremo l’importanza che ricoprono talune licenze e faremo un confronto tra quelle più comuni, in particolare tra le diverse tipologie di licenze Creative-Commons e la licenza italiana IODL.
Passeremo in rassegna anche l’Associazione italiana per l’Open Government , nata con lo scopo di promuovere l’attuazione di strategie di Open Government nel nostro Paese e sensibilizzare cittadini, imprese e amministrazioni a fare Open Data. Da questo è scaturito un documento di principi, il “Manifesto per l’Open Government”, sviluppato in dieci punti che “definisce il contesto di riferimento per la diffusione dell’Open Data” ed esprime l’importanza della diffusione degli Open Data quale modello di trasparenza nella gestione della cosa pubblica che considera la partecipazione attiva come un diritto e un dovere di ogni cittadino.
L’Open Data non è solo una prassi amministrativa fine a se stessa ma anche un modo per incentivare la crescita di nuovi distretti dell’economia immateriale, offrendo possibilità di guadagno a chi investe in rete.
Nel terzo e ultimo capitolo andremo a vedere i casi pratici dell’utilizzo dei dati aperti, prima in Europa, poi in Italia e infine in Sardegna, per avere un riscontro sugli effetti reali. Questo lavoro verrà agevolato da immagini e informazioni estrapolate dai portali delle singole amministrazioni ma anche dal portale governativo italiano “dati.gov.it”.

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3 INTRODUZIONE La diffusione delle ICT nelle amministrazioni pubbliche e l’utilizzo di strumenti sempre più innovativi, sono serviti da traino per l’apertura delle informazioni e dei dati nelle amministrazioni pubbliche, rendendo più agevole la consultazione e il riutilizzo degli stessi da parte dei cittadini, dei professionisti e delle imprese. Questi, essendo dotati di strumenti idonei, avranno la possibilità di partecipare attivamente alle decisioni e di utilizzare i dati anche per fini commerciali. Partendo dai principi base del diritto amministrativo classico, (come la trasparenza amministrativa, il diritto di accesso e il diritto alla riservatezza), faremo un excursus sulle normative in materia che si sono susseguite negli anni, analizzeremo i passaggi chiave che hanno portato alla costituzione del Codice dell’Amministrazione Digitale, emanato con decreto legislativo numero 82 del 2005, fino al nuovo Decreto Sviluppo emanato dal Governo Monti all’inizio di ottobre 2012, in cui all’art 9 si sancisce il dovere delle pubbliche amministrazioni di fornire i dati in loro possesso in formato aperto tramite le licenze d’uso. Analizzeremo quindi la disciplina degli Open Data intesa quale prassi amministrativa nata da un progetto americano e sviluppatasi successivamente anche in Europa e in Italia. Si focalizzerà l’attenzione sul concetto di dato aperto, sul suo reale utilizzo e diffusione, e in particolare ci soffermeremo sulle licenze d’uso più comuni, vedremo l’importanza che ricoprono talune licenze e faremo un confronto tra quelle più comuni, in particolare tra le diverse tipologie di licenze Creative-Commons e la licenza italiana IODL. Passeremo in rassegna anche l’Associazione italiana per l’Open Government 1 , nata con lo scopo di promuovere l’attuazione di strategie di Open Government nel nostro Paese e sensibilizzare cittadini, imprese e amministrazioni a fare Open Data. Da questo è scaturito un documento di principi, il “Manifesto per l’Open Government”, sviluppato in dieci punti che “definisce il contesto di riferimento per la diffusione dell’Open Data” 2 ed esprime l’importanza della diffusione degli Open Data quale modello di trasparenza nella gestione della cosa pubblica che considera la partecipazione attiva come un diritto e un dovere di ogni cittadino. 1 www.datagov.it 2 www.datagov.it

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Informazioni tesi

  Autore: Mauro Muscas
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze dell'Amministrazione
  Relatore: Daniele Marongiu
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 83

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Parole chiave

riservatezza
trasparenza
diritto di accesso
diritto all'informazione
creative commons
partecipazione pubblica
open data
dati pubblici
documento amministrativo
licenze d'uso
iodl

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