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La sociologia processuale nello studio dei movimenti sociali contemporanei. Il caso Zeitgeist.

Questo lavoro affronta il tema del mutamento sociale focalizzando l'attenzione sullo studio dei “nuovissimi movimenti sociali di impronta planetaria”, di cui tratterò un caso specifico, il movimento Zeitgeist. Nell'ambito della sociologia processuale, la domanda da cui prendono avvio le mie riflessioni è sia se il movimento potrà scardinare i monopoli attuali del potere e i modi d'agire ritenuti non idonei e se, stante la sua rilevanza come fenomeno che parla la lingua del futuro e dell'alternativa, sia possibile trovare in esso sintomi dei mutamenti figurazionali in atto. Illustro i tratti salienti del processo di civilizzazione di Norbert Elias e del processo di razionalizzazione di Max Weber: ciò che mi preme è mostrare i meccanismi di interiorizzazione di valori e modelli di comportamento nello sviluppo delle società, per cui analizzerò il modo in cui si modifica l'habitus psichico dell'individuo in relazione alla differenziazione sociale e alla centralizzazione dei poteri.
Ho poi dedicato una parte del lavoro all'analisi del contesto sociale in cui questi movimenti si trovano ad agire. La lente viene puntata sulla forma complessa che la nostra società ha assunto, sull'identità del singolo, sulle prospettive di un governo mondiale, partendo dall'assunto per cui la globalizzazione dell'economia non rappresenta la formazione di una vita culturale, sociale e politica di livello mondiale.
Per Elias ogni livello crescente di integrazione istituzionale porta con sé una crescente individualizzazione. Però, seppure la tensione verso l'unificazione sia già manifesta, la forma mentis delle persone è ancora orientata verso l'identificazione con gli stati sovrani.
Infine, nell'analisi del contesto sociale ho parlato della forma che assume il conflitto oggi. Per quanto riguarda i conflitti all'interno di uno stesso Stato, possiamo parlare dell'azione dei movimenti sociali. A partire dal movimento degli operai, degli studenti, delle donne, la trasformazione degli elementi portanti dei movimenti si farà più complessa dagli anni Novanta, quando le rivendicazioni inizieranno ad avere un'impronta più globale e ad interessare vari ambiti dell'esistenza.
I nuovissimi movimenti si prefiggono come compito quello di mettere in luce le tensioni tra i differenti criteri di razionalità, eliminando il più possibile l'esternalizzazione dei costi negativi. Dal programma dello Zeitgeist questa volontà appare evidente poiché si presuppone che un controllo centrale della produzione attraverso database tecnologicamente innovativi, ingenererebbe una serie di conseguenze in ogni settore della vita che avrebbero i caratteri dell'economicità e dell'efficienza. E la massima efficienza implica il non presupporre l'esistenza di ambiti verso cui riversare le conseguenze negative del proprio operato, poiché non ce ne sarebbe bisogno. Ecco quindi che si pone il problema della modifica (scomparsa) del sistema legale ipotizzata dallo Zeitgeist.
Viene analizzato il rapporto con la politica, dalla quale lo Zeitgeist tende a distanziarsi, considerando ogni governo al pari di una qualsiasi impresa di capitali, investiti non a fini di sviluppo umano e sociale. La soggettività delle scelte dei governanti deve essere sostituita da un sistema organizzativo computerizzato, e sarà esso stesso a scegliere il team di persone atte a supervisionarlo. L'obiettivo principe del Movimento è eliminare il sistema economico e di mercato per come noi li conosciamo. Dunque nessuno avrà ricompense monetarie, da qui la convinzione che si possa sconfiggere la paura tradizionale delle persone ad attribuire ruoli di responsabilità. Questa ricerca di rifiuto della rappresentanza si riverbera anche all'interno del movimento Zeitgeist, dandogli un carattere anti-autoritario.
Riferendomi al leader carismatico, ho sostenuto che la figura del trascinatore di folle vada scomparendo, sostituita dall'idea di un reticolo di persone competenti che si auto-gestiscono.
Per quanto riguarda le persone che fanno parte del Movimento, ho messo in evidenza come non vi sia una classe specifica in cui identificare gli attivisti, poiché l'identità dei nuovi attori si distacca dalla perfetta coincidenza con il ruolo lavorativo o con la propria identità di genere e ho parlato sia degli attivisti dello Zeitgeist che dei simpatizzanti, per capire se questi ultimi siano potenziali attivisti o membri di quella che Bauman ha definito comunità guardaroba.
Altri due punti analizzati sono il tema del nemico e quello del superamento delle dicotomie, ovvero di quella razionalizzazione estrema che pervade ogni settore dell'esistenza, ma che si prefigge come finalità il benessere e lo sviluppo individuale e sociale.

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Introduzione “Il dubbio sulla plasmabilità del mondo, l'idea di una fine della crescita, il timore che la più sofisticata tecnologia si capovolga in distruzione irreparabile mettono in discussione la razionalità della cultura e dell'ordinamento sociale attuale” 1 . Il dubbio che riporta Rainer Lepsius è ricorrente nel pensiero sociologico moderno e contemporaneo. Come Marx vedeva nell'ascesa del capitalismo la sua stessa rovina, e come per Toynbee una civiltà, se non sa rispondere alle sfide del suo tempo, muore per suicidio e non per assassinio; così si registra una tendenza attuale a vedere nella crescente razionalizzazione la fine di ogni razionalità, in modalità che riguarderanno l'ambito economico, ma anche quello politico, personale e dei rapporti sociali in genere. Ma se riprendiamo lo schema più articolato della razionalità proposto da Habermas; se pensiamo all'importanza che Weber riconosce al terzo caso fondamentale della successione storica, ovvero l'illuminazione carismatica della ragione; se utilizziamo l'approccio processuale tipico della sociologia eliasiana, per cui l'unica costante è il continuo mutamento sociale, si possono sviluppare pensieri sulla contemporaneità che riescano a guardare in altre direzioni oltre quella dell'homo faber e del suo dominio strumentale del mondo. In quest'ottica mi propongo di analizzare quelli che ho definito “nuovissimi movimenti di impronta planetaria”, in particolare il movimento Zeitgeist. Questi movimenti, in generale, si prefiggono come compito quello di mettere in luce le tensioni tra i differenti criteri di razionalità e le diverse sfere di vita da essi dominati, trovando linee guida alternative che equilibrino i criteri in conflitto, eliminando il più possibile l'esternalizzazione dei costi negativi del loro operato. Ed eliminare il più possibile l'esternalizzazione dei costi significa porsi come obiettivo quello di una pacifica e armoniosa convivenza, a un livello tanto ampio da non contemplare più la possibilità che vi siano ambiti e settori verso cui scaricare eventuali problemi di malfunzionamento sociale. Se così non fosse, non potremo definire questi movimenti come fenomeni di impronta planetaria. Zeitgeist è uno di questi, per cui analizzerò il modo in cui si propone di scardinare assetti istituzionali e modelli di comportamento ormai dati per scontati, ma che sembrano non corrispondere ad un agire nel senso davvero economico del termine. Da dove partire, dunque? Nel corso del primo capitolo cercherò di illustrare i tratti salienti del processo di razionalizzazione di Max Weber e del processo di civilizzazione di Norbert Elias, due approcci sociologici che ci danno una differente prospettiva del mutamento sociale, anche se 1 M. Ranier Lepsius, Il significato delle istituzioni, Società editrice il Mulino, 2006, p. 47 4

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