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La tecnologia RFID: il caso Decathlon

Nel corso degli ultimi anni la tecnologia RFId è cresciuta in maniera esponenziale ed ha preso parte in tutto e per tutto nella vita delle società e delle persone, modificando il modo in cui le aziende operano sul mercato.
Questa tecnologia è considerata una “tecnologia consolidata” e viene utilizzata da organizzazioni quali produttori, distributori, rivenditori, operatori logistici, ospedali e biblioteche riscontrando numerosi benefici, in particolare le società stesse sono riuscite a ridurre e ridimensionare i costi di gestione mediante il tracciamento dei vari items lungo la supply chain, sono riuscite ad avere un inventario molto più preciso con un conseguente miglioramento dei dati sull’accuratezza delle scorte, sono riuscite a ridurre i tempi di ispezione e il costo del lavoro impiegato nelle operazioni di gestione delle scorte stesse.
Ovviamente, l’introduzione della tecnologia, oltre a numerosi benefici, riscontra anche degli aspetti negativi come la sicurezza e la privacy dei soggetti che la utilizzano, in quanto i vari software potrebbero essere oggetto di attacco da parte di hacker informatici, oppure i Tag RFId potrebbero deperirsi per diversi motivi.
Questo approfondimento sulla tecnologia RFId è suddiviso in due capitoli più una conclusione finale, la quale racchiude i vari benefici della tecnologia stessa e dell’analisi del caso pratico.
Il primo capitolo analizza a tutto tondo la tecnologia RFId con lo scopo di spiegare nel migliore dei modi che cos’è e come funziona, partendo dalle sue origini con un cenno storico della sua esistenza, fino al suo utilizzo in questi anni, ovvero come è stata implementata ed utilizzata dalle varie aziende. Successivamente si analizza la componente hardware dell’RFId, cioè le componenti che permettono il suo reale utilizzo, evidenziando le differenze tra i vari tipi di TAG e Reader con le principali limitazioni tecniche e pratiche della tecnologia, le quali riescono a trasformare tale progetto da un’idea astratta ad una concreta.
Il punto cardine di questo elaborato prevede l’analisi di un caso pratico: Decathlon, ovvero un’azienda a livello mondiale che ha deciso di introdurre il sistema RFId, abbandonando la “vecchia” tecnologia bar code con la “nuova”, anche se lo switch al 100% per certi aspetti risulta ancora difficile.
La scelta dell’azienda è stata dettata dal fatto che ho avuto la possibilità di effettuare uno stage all’interno di questo grande polo logistico, relazionandomi con diversi responsabili di diversi settori, apprendendo i benefici e le problematiche di questa tecnologia e, dopo aver maturato questa esperienza ho voluto approfondire e spiegare i motivi che hanno spinto Decathlon a decidere di adottare l’utilizzo di tale tecnologia per avere un minor costo con dei maggiori ritorni economici futuri.
Dopo un breve excursus inerenti gli aspetti generali dell’azienda, viene trattato come la tecnologia RFId è stata introdotta nei depositi logistici e nei punti vendita, in particolare al suo utilizzo nel deposito logistico di Basiano (MI), che è stato il primo polo ad esser stato aperto in Italia e adottare tale tecnologia.
Infine nelle conclusioni, si analizza il risultato di questo approfondimento sottolineando i metodi utilizzati dall’azienda per l’attuazione di tale tecnologia e i benefici che è riuscita a portare in termini economici e lavorativi.

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12 6. RFID VS BAR CODE Il bar code (il cd. Codice a barre) è stato ed è tuttora oggi una tecnologia d’identificazione automatica molto diffusa, infatti quasi tutti i prodotti di consumo e durevoli hanno etichette con codice a barre (in Europa il più diffuso è il codice EAN). Questo codice ha avuto una grande diffusione per il suo basso costo e la sua facilità d’uso ed ha permesso lo sviluppo e la diffusione di sistemi di marcatura a bar code direttamente sulle line di produzione e di spedizione, ma non solo, perché esso permette la realizzazione di un’etichetta con un’informazione scritta leggibile da una distanza predefinita. I vantaggi del bar code sono stati tutti incorporati e migliorati dai transponder dell’RFID come per esempio, la quantità d’informazioni contenute all’interno del bar code monodimensionale permette di gestire massimo 100 byte per etichetta invece i transponder dell’RFID possono gestire normalmente da 128 byte a 8 Kbyte. Il bar code fornisce un’informazione fissa, immodificabile e come detto in precedenza richiede la visibilità ottica dell’etichetta invece il transponder dell’RFID può modificare le informazioni di scrittura e non richiede la visibilità in quanto l’unico vincolo riguarda la distanza assoluta massima e può essere letto all’interno di altri contenitori. Il bar code, inoltre, è soggetto a deterioramento derivante dall’usura stessa dell’etichetta o dalle condizioni ambientali come polveri o luce solare e richiede una line of sight, ovvero un intervento umano il quale può presentare sempre errori. Al contrario il sistema RFID prevede una grossa immunità dalle condizioni ambientali, anche se potrebbero esserci dei TAG RFId difettosi che ne limitano l’uso e non prevede un intervento umano diretto. Per quanto riguarda il controllo qualità e gestione resi il bar code prevede dei limiti perché il tracciamento dei prodotti è possibile ma limitato, in quanto al massimo si può specificare il tipo di prodotto, con il transponder RFID, invece, questo controllo può essere molto accurato in quanto riesce ad identificare i singoli prodotti.

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Informazioni tesi

  Autore: Donato Sabatino
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: economia e management
  Relatore: Luca Giovanni maria Zanderighi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 37

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