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La resistenza dieci anni dopo: i riflessi del dibattito storiografico nella stampa di partito e indipendente

Alla luce del nesso storia-politica il mondo della stampa assume a nostro avviso un ruolo assai significativo. Esso, difatti, come avremo modo di vedere nel corso dell'esposizione, nella sua opera di diffusione e volgarizzazione delle varie letture storiografiche, non si limiterà a ripetere "senza mediazioni le parole d'ordine dei partiti", ma si distinguerà anche per una capacità di selezione e di "adeguamento" dei risultati storiografici alle mutevoli esigenze politiche (ed in questa operazione non fu estranea anche la cosiddetta stampa indipendente). Ricercare ragioni e modalità di tale processo è stato quindi uno dei nostri obiettivi. Non solo. Forse proprio anche attraverso la forte valenza "monopolistica" che avevano le diverse rappresentazioni della Resistenza nel mondo della carta stampata, quest'ultima, soprattutto ad opera dei periodici, fu capace di affermare la fragilità di una comune matrice culturale e di comuni obiettivi delle forze resistenziali oltre quello meramente indipendentistico e patriottico. Così, l'universo della stampa fu capace di offrirsi come luogo di incontro e soprattutto di scontro tra le diverse interpretazioni, che altrimenti non avrebbero avuto modo di confrontarsi, giungendo anche ad anticipare, sebbene in modo embrionale, alcuni temi che saranno centrali nel dibattito storiografico posteriore. Quest'ultimo elemento, insieme a quelli precedenti, fa della carta stampata del periodo, a nostro avviso, uno strumento prezioso per comprendere appieno la storiografia "politica" del Decennale, e le diverse utilizzazioni cui essa fu sottoposta.
Da ultimo segnaliamo i criteri che ci hanno guidato nell'opera di selezione degli organi di stampa. Essi derivano ovviamente dall'oggetto della nostra ricerca; così, pur avendo dato largo spazio ai quotidiani indipendenti, agli organi dei partiti maggiori ed ai periodici di "area", non abbiamo disdegnato quelli dei partiti minori allorché abbiano offerto dei contributi significativi ai fini del nostro lavoro. Rimane invece certamente esclusa tutta quella stampa gravitante intorno a forze politiche o posizioni che, rifiutando il portato e l'eredità resistenziale o rifacendosi addirittura al regime fascista, non poterono certo prendere parte alla polemica storica (e politica) del Decennale, sviluppatasi all'insegna della lotta per i "monopoli".

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I INTRODUZIONE Alla fine degli anni cinquanta Roberto Battaglia, in un lungo intervento sulla rivista "Il Movimento di Liberazione in Italia" 1 , indicava nella "polemica del decennale" il tratto distintivo che accomunava le riflessioni e gli studi sulla guerra partigiana elaborati nel decimo anniversario della sua conclusione. A conferma di questa teoria lo storico comunista portava come esempio il volume Il Secondo Risorgimento 2 , nel quale, a suo dire, nell'assenza di contributi di studiosi di diversa area, "le posizioni governative della DC" sarebbero state assunte a "canone generale". Questa considerazione di Battaglia costituisce una chiara testimonianza del panorama storiografico del primo decennio post-resistenziale. Tale panorama, difatti, si 1 R. Battaglia, La storiografia della Resistenza. Dalla memorialistica al saggio storico, "MlI", a. XI, n. 57, ottobre-dicembre 1959, p. 37. 2 Il secondo Risorgimento. Scritti del decennale della Resistenza e del ritorno alla democrazia: 1945-1955, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1955, (scritti di A. Garosci, L. Salvatorelli, C. Primieri, R. Cadorna, M. Bendiscioli, P. Gentile, C. Mortati, M. Ferrara, F. Montanari).

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Parole chiave

aclassismo
anticomunismo
antifascismo
attesismo
centrismo
dopoguerra
resistenza
spontaneismo
stampa
alcide de gasperi
storia d'italia
storia contemporanea

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