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L'etanolo e il biodiesel come alternativa al petrolio in Brasile. Conseguenze nell'economia e nell'agricoltura.

Negli ultimi anni l’interesse verso i biocarburanti è cresciuto enormemente a causa di fattori politici, ambientali ed economici.
Emissioni nocive molto basse, il rialzo del prezzo del petrolio e la conseguente dipendenza estera di molti paesi hanno incentivato l’utilizzo di fonti di energia alternative e rinnovabili, come l’etanolo e il biodiesel.
Per la prima volta nella storia del Brasile, nel 2008 le vendite di etanolo come carburante per autoveicoli hanno superato quelle di benzina; gli scambi di biocarburante sono aumentati in un anno del 45%, raggiungendo la quota di circa 16 miliardi di litri venduti nei distributori sparsi nel Paese. Il dato si riferisce al solo etanolo idrato, che può essere utilizzato puro dalla maggior parte delle auto circolanti nel Paese sudamericano e non tiene in considerazione l'etanolo anidro, che deve essere miscelato alla benzina.
Quello che rende l’etanolo una fonte energetica attrattiva è la sua caratteristica di fonte energetica rinnovabile, mentre la benzina comune non lo è.
Meno inquinante e più conveniente della benzina, l'etanolo e' derivato in gran parte dalla canna da zucchero, attraverso un processo di fermentazione alcolica degli zuccheri presenti nella pianta.
L’utilizzo di materie prime come la canna da zucchero e il mais, hanno contribuito a creare un nuovo mercato di sbocco per i produttori agricoli.
Il paese sud americano è responsabile, congiuntamente con gli Stati Uniti, del 73% della produzione mondiale di etanolo.
Indicati da più fonti, tuttavia, come una delle cause principali dell'aumento dei prezzi dei generi alimentari, i biocarburanti sono da anni al centro di ricerche scientifiche volte a verificarne la validità come alternativa ai combustibili fossili.
Oltre alla competizione tra alimenti e carburanti, l’utilizzo di prodotti agricoli suscita timori riguardo alla deforestazione, alla degradazione dei suoli utilizzati e alla possibile distruzione delle biodiversità.
Con il seguente lavoro cercheremo di conoscere meglio questo nuovo carburante, analizzando come viene prodotto, quali sono i suoi impatti nell’agricoltura e nell’ambiente e quali possibilità ha nel mondo contemporaneo di sostituire il petrolio nell’economia brasiliana e in quella mondiale.
La prima parte sarà focalizzata nel contesto in cui l’etanolo viene prodotto, il Brasile, analizzandone l’economia ed i consumi energetici, dando uno sguardo alle politiche che hanno spinto storicamente il paese a puntare sulla produzione di biocarburanti.
La seconda parte analizzerà le conseguenze dell’utilizzo dell’etanolo e del biodisel nell’economia Brasiliana e nell’agricoltura in particolar modo. Cercheremo di capire poi, se veramente l’utilizzo di carburanti vegetali aumentino il prezzo dei prodotti agricoli nel mercato mondiale.
Dimostreremo che nel caso brasiliano, l’utilizzo di biocarburanti non contribuisce al rialzo dei prezzi mondiali degli alimenti e, oltre a creare una vera alternativa al petrolio per alimentare gli autoveicoli, abbatte le emissioni di gas serra e aumenta il numero di lavoratori impiegati in tutte le fasi della produzione.
La maggior parte dei dati economici sono stati ottenuti attraverso ricerche su internet, attingendo da pubblicazioni scientifiche e su banche dati di organizzazioni internazionali, oltre che da articoli di giornale. Nella seconda parte è presente un’intervista via mail con il segretario esecutivo della commissione interministeriale per i cambiamenti climatici globali, José D.G. Miguez .

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3 Introduzione Negli ultimi anni l’interesse verso i biocarburanti è cresciuto enormemente a causa di fattori politici, ambientali ed economici. Emissioni nocive molto basse, il rialzo del prezzo del petrolio e la conseguente dipendenza estera di molti paesi hanno incentivato l’utilizzo di fonti di energia alternative e rinnovabili, come l’etanolo e il biodiesel. Per la prima volta nella storia del Brasile, nel 2008 le vendite di etanolo come carburante per autoveicoli hanno superato quelle di benzina; gli scambi di biocarburante sono aumentati in un anno del 45%, raggiungendo la quota di circa 16 miliardi di litri venduti nei distributori sparsi nel Paese. Il dato si riferisce al solo etanolo idrato, che può essere utilizzato puro dalla maggior parte delle auto circolanti nel Paese sudamericano e non tiene in considerazione l'etanolo anidro, che deve essere miscelato alla benzina. Quello che rende l’etanolo una fonte energetica attrattiva è la sua caratteristica di fonte energetica rinnovabile, mentre la benzina comune non lo è. Meno inquinante e più conveniente della benzina, l'etanolo e' derivato in gran parte dalla canna da zucchero, attraverso un processo di fermentazione alcolica degli zuccheri presenti nella pianta. L’utilizzo di materie prime come la canna da zucchero e il mais, hanno contribuito a creare un nuovo mercato di sbocco per i produttori agricoli. Il paese sud americano è responsabile, congiuntamente con gli Stati Uniti, del 73% della produzione mondiale di etanolo. Indicati da più fonti, tuttavia, come una delle cause principali dell'aumento dei prezzi dei generi alimentari, i biocarburanti sono da anni al centro di ricerche scientifiche volte a verificarne la validità come alternativa ai combustibili fossili. Oltre alla competizione tra alimenti e carburanti, l’utilizzo di prodotti agricoli suscita timori riguardo alla deforestazione, alla degradazione dei suoli utilizzati e alla possibile distruzione delle biodiversità. Con il seguente lavoro cercheremo di conoscere meglio questo nuovo carburante, analizzando come viene prodotto, quali sono i suoi impatti nell’agricoltura e

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