L'acqua: declinazioni del suo uso nei contesti italiano, europeo e statunitense
L’importanza del bene acqua: in passato la nascita delle civiltà fluviali portò gli insediamenti umani ad un progressivo sviluppo: molte civiltà del passato prosperarono grazie ad un costante apporto di acqua grazie ai fiumi vicini. Nel presente: non è un caso che (eccetto alcune vistose eccezioni) i Paesi del Nord del mondo siano quelli dotati delle più abbondanti riserve idriche. Nel futuro di acqua ce ne sarebbe a sufficienza per tutti, a patto di risolvere i problemi derivanti dalla sua gestione. Il «controllo» sul bene idrico è fondamentale, poiché solo un’avveduta amministrazione può avviare alla comunque disomogenea distribuzione idrica.
Guerre per l’acqua: non vi sono conflitti in corso dichiaratamente volte ad accaparrarsi questo bene, ma il possesso di ciò che può sostentare il proprio popolo non è mai secondario, e il possesso di acqua e terra è sempre in primo piano (basti citare il conflitto Israelo-palestinese: i confini tra questi stati sono sempre contestati anche a causa dell’attribuzione delle riserve idriche.
Presenza di fonti (bacini o fiumi) in comune a più Stati: rischio che ogni confinante applichi deviazioni a proprio favore e a svantaggio altrui. Potenziali conflitti volti all’ottenimento della maggior quota possibile a discapito altrui.
Sovrapompaggio e mancata pianificazione. Si è spesso prelevato senza frenida falde fossili, non reintegrabili sul breve periodo; sfruttando solo queste fonti, senza pensare a sistemi di protezione, il rischio è che, con la falde ormai in via di esaurimento, anziché cercare di risolvere la situazione gli agricoltori abbandonino le terre. Questo sta avvenendo non solo nei poveri ma anche in alcuni Paesi ricchi.
Stati Uniti ed Europa hanno certamente delle responsabilità: l’errore non risiede (solo) nella mancanza di sostegno economico, fattore che ha inciso solo fino a un certo punto, ma anche in altri aspetti.
Attribuzione di competenze: i problemi nascono anche dalla gestione, spesso travagliata, delle risorse. Non solo le competenze sono spesso variate a seconda del colore di governo, dato che ogni gestione politica ha voluto dare una propria impronta alla gestione energetica. Le reti infrastrutturali e la loro manutenzione e le perdite di rete sono una questione molto sottovalutata in Italia.
Nonostante ci si stia progressivamente spostando verso un modello volto alla liberalizzazione all’affidamento ai privati delle materie legate a energie e servizi, in Europa l’acqua rimane prevalentemente materia di competenza pubblica, con ingerenze nel privato legate spesso a aziende municipalizzate, con forte controllo pubblico, ed è raro imbattersi in un clima concorrenziale. Unica eccezione, il Regno Unito.
Negli USA si riscontra invece una forte partecipazione dell’imprenditore privato nelle dinamiche distributive. Lo Stato federale è certamente presente, in primo luogo come arbitro e legislatore: è infatti il governo a definire gli standard cui tutti gli attori (pubblici e privati) devono poi attenersi. Tuttavia solo una minoranza riceve acqua da distributori esclusivamente privati; la maggior parte è invece allacciata a distributori a capitale misto pubblico/privato, ma diversamente dalle nostre municipalizzate, negli USA la preponderanza è dei privati, che hanno forte discrezionalità sui capitali.
Il processo di accountability, di rendicontazione trasparente: spesso presente nelle politiche USA (l’American Reinvestment & Recovery Act del 2009 è un esempio delle sua applicazione), poco seguito da noi.
In conclusione, le direttive quadro europee, il ruolo di Commissione e Parlamento Europeo, dell’Onu e di alcune dei Paesi del Nord del mondo si stanno rendendo conto delle conseguenze che avrebbe sottovalutare il problema della razionalizzazione della risorsa idrica
Il fatto che si stia lavorando su più fronti per ovviare al problema del sovrautilizzo delle risorse idriche è importante (se ne sono rese conto non solo le istituzioni e i governanti, ma anche alcune grandi aziende private), e questo non solo per una ritrovata coscienza ambientalista: oltre che essere etico ed economico, tutelare il bene idrico è infatti fondamentale anche da un punto di vista «egoistico», dato che proseguire ai ritmi odierni sarebbe davvero insostenibile.
In appendice sono riportate alcune scoperte tecnologiche, talune recentissime, altre note da alcuni anni, che solo negli ultimi tempi stanno ottenendo visibilità e finanziamenti per un’applicazione su larga scala.
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Informazioni tesi
Autore: | Stefano Torriani |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Pavia |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Economia, Politica, Istituzioni Internazionali |
Relatore: | Donatella Bolech |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 231 |
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