Il tg nei bit
Perchè questa inchiesta :
Fino a qualche anno fa, o diciamo meglio fino ad un decennio fa, il grande esercito dei mass-media era formato da vari apparati tecnologici ben distinti tra loro: la tv, i primi telefoni cellulari, il personal computer, il giornale di carta...Oggi stiamo assistendo ad una svolta epocale che ci porterà, secondo i maggiori esperti del settore dei nuovi media, al cambiamento di quello che "...gli economisti chiamano paradigma tecnico-economico" , ossia delle infrastrutture di base nel mondo della comunicazione e nel loro modo di usarle, che si ripercuoterà inevitabilmente sul mondo dell'economia.
Con questa inchiesta non si ha l'ambizione di stabilire se e in quale misura questo avrà effetti sul nostro modo di vivere, di fare la spesa, ma in un settore ben preciso e delimitato, il modo in cui ogni giorno un qualsiasi cittadino apprende le notizie del mondo, e se ci sarà, o quale sarà il ruolo del giornalista, figura centrale del mondo dell'informazione a tutt'oggi, in un mondo in cui ben presto con un apparecchio dal costo accessibile, potremo inviare fax, ricevere dati e telefonare anche in mezzo al Sahara. l'allargamento della quantità di utenti del mondo della comunicazione, l'abbattimento dei costi delle tecnologie e delle infrastrutture per comunicare, la maggiore accessibilità d'uso, la convergenza di diversi tipi di comunicazione(orale, scritta, digitale) in un apparato versatile, in una parola il concretizzarsi definitivo del "villaggio globale".
Due sono gli aspetti essenziali da cogliere, nella nostra epoca indubbiamente di transizione: la fusione di settori tecnologici prima indipendenti tra loro, basti pensare ad un videotelefono, o alla "tv-computer", ma soprattutto all'integrazione tra le diverse industrie(tv, telecomunicazioni, informatica ed editoria) che fanno capo ad ogni settore tecnologico, al fine di creare servizi e prodotti multimediali. Dallo "sconvolgimento" del consueto panorama delle tecnologie della comunicazione, allo sconvolgimento dei ruoli di emittente-destinatario tra chi produce direttamente informazione giornalistica (fonte esclusa) e il lettore che ne usufruisce, il passo sembra essere breve. Basti pensare alla grande diffusione delle videocamere a 8 mm, con la conseguente creazione di un esercito di potenziali telereporter, che riprendono l'evento in diretta, per puro caso; le loro riprese sono state oggetto di una trasmissione tv anche in Mediaset, oltre che nella loro patria, gli U.S.A.. Si potrebbe dunque dire che si è passati dal medico con il cercapersone, all'uomo qualunque (fonti escluse) "agenzia di stampa", per mezzo delle tecnologie digital-satellitari? In teoria questo sarebbe possibile, ma l'inizio cronologico dell'era digitale, che pare oppurtuno fissare in questi anni, lo rende difficilmente applicabile nella pratica.
Il medium preferito attraverso il quale la maggioranza dei cittadini nel nostro paese apprende le notizie è senz'altro la Tv, in Italia l'ascolto medio giornaliero dell'edizione serale dei telegiornali delle reti nazionali si attesta attorno ai 24 milioni di telespettatori, il solo teletext raggiunge i 10 milioni di contatti, la vendita media giornaliera dei quotidiani ha raggiunto nel 1990 quota 6 milioni e 800 mila copie (ma solo 6 milioni e 27 mila copie di media nel 1998). Il bisogno di informazione si riscontra soprattutto nei grandi eventi, ed è forse la tv il nodo centrale per capire come cambierà il lavoro del giornalista, la struttura delle news e il modo dei cittadini di apprenderle. Il futuro della tv è rappresentato dalla sua trasmissione via satellite, e il giornalismo televisivo dovrà fare i conti oltre che con questa nuova tv con Internet, che influenzerà i futuri sviluppi dell'informazione. Il direttore di un quotidiano on-line negli Stati Uniti "avverte che volge drammaticamente al termine l'epoca in cui il giornalismo è consistito nella trasmissione di informazioni a soggetti passivi tramite contenitori costosi come i giornali, la televisione, le radio: la nuova dimensione dei mass-media si preannuncia interattiva e iper-pluralistica". E Cesare Protetti avverte "I giornalisti di domani saranno soprattutto costruttori di connessioni", ma non solo se sapranno dare il loro contributo di professionisti dell'informazione alla costruzione del nuovo ruolo che questa avrà all'interno delle tecnologie digitali.
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Informazioni tesi
Autore: | Monia Orazi |
Tipo: | Diploma di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Macerata |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Diploma universitario in giornalismo |
Relatore: | Maurizio Blasi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 85 |
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